Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Soffro molto, ma soffro bene? Questo è il punto! (Santa Teresina di Lisieux)

CAPITOLO XLIII. - NELLA FESTA DEL PAPA S. LEONE


La festa di S. Leone in quell'anno cadeva in domenica e S. Geltrude si applicò all'orazione con ardore più intenso del solito. Ella vide il Papa S. Leone in uno splendore di gloria ammirabile; fra altro la Santa ricordò la circostanza nella quale S. Leone, per vincere una tentazione, si era tagliata una mano, e ringraziò il Signore di quella vittoria così eroica, che aveva procurato al Santo un glorioso posto in cielo. Ella domandò che, per i meriti del grande Papa, una persona che a lei si era raccomandata, trionfasse per la gloria di Dio, di tutte le tentazioni. Geltrude ricevette allora dal Santo questa istruzione. La persona per la quale ella pregava prima di andare in un luogo, a di fare un'opera che avrebbe potuto essere occasione di tentazione, doveva recitare questo versetto: Il mio cuore e il mio corpo siano immacolati (Sal. CXVIII, 80). Terminata poi l'azione doveva ringraziare il Signore di averla preservata da cadute, perchè nessuna creatura pecca così gravemente che non possa farlo di più, se la misericordia del Signore non la preserva. Tuttavia, se commettesse qualche fragilità, ella dovrebbe offrire in riparazione a Dio Padre la innocentissima Passione e morte di Gesù Cristo. Il Santo assicurò che, se quella persona fosse fedele a tale pratica, Dio non permetterebbe giammai che peccasse al punto d'incorrere nella dannazione.

Mentre stava per accostarsi alla S. Comunione, comprese che S. Leone era là, ad intercedere per lei, presso il Signore. Egli chiedeva che Geltrudè, ricevendo il Corpo di Gesù, esperimentasse la stessa dolcezza da lui provata, quando celebrò i santi Misteri, dopo d'avere riavuto, per intercessione della Vergine Maria, la mano che si era tagliata. Il Signore, accogliendo tale supplica, comunicò a Geltrude l'abbondanza delle divine tenerezze e le conferì lo stesso merito che S. Leone aveva acquistato in cielo, per la sua splendida vittoria. Il Salvatore, nella sua infinita bontà, volle accordarle questa grazia, perchè Geltrude, ben sapendo che la prova accresce il merito e la gloria in cielo, temeva sempre nella sua umiltà, di non meritare le sublimi ricompense della castità. Infatti Dio non permise mai, per la grande purezza del suo cuore, che sentisse le tentazioni della carne, ma la Santa attribuiva tale grazia solo alla sua fragilità. Pensava che se il Signore la preservava misericordiosamente da tale pericolo, si era perchè, conoscendo la sua debolezza, temeva che soccombesse alla tentazione.

I meriti di S. Leone dovevano appunto supplire all'indigenza di cui soffriva. Il Signore vi aggiunse ancora i meriti che la persona raccomandata alle sue preghiere, avrebbe acquistato, se fedele a' suoi avvisi, avesse superato valorosamente la tentazione.

Geltrude comprese perciò che, se si ringrazia Dio per una vittoria da altri riportata, oppure per un beneficio ricevuto dal prossimo, ed anche se s'istruisce alcuno per renderlo migliore, si acquista in più del merito personale, anche quello degli altri.