CAPITOLO XXXVII. - PREPARAZIONE ALLA FESTA DI PENTECOSTE

La festa di Pentecoste era imminente; Geltrude ebbe l'idea, nella
domenica precedente, prima di comunicarsi, di pregare il Signore,
perchè la preparasse convenientemente a ricevere lo Spirito Santo con
le virtù della purezza, dell'umiltà, della pace e della concordia.
Chiedendo la purezza, s'accorse che il suo cuore era diventato candido
come la neve: domandando l'umiltà, vide il Signore scavare nell'anima
sua una specie di valle destinata ad accogliere le sue grazie.
Quand'ella chiese la pace, il Signore circondò il suo cuore con un
anello d'oro, per difenderlo da qualsiasi attacco nemico. Ella disse
allora: «Ahimè, mio Gesù! Temo di rovesciare ben presto questo baluardo
di pace, perchè non so trattenermi quando vedo l'offesa tua, alla quale
mi oppongo con forza ed energia». Rispose il Salvatore: « Non turbarti, figlia mia, tale
commozione non rovescia il balùardo che ti protegge, bensì lo fornisce
di feritoie da cui l'inestinguibile ardore dello Spirito Santo si apre
un passaggio, per portare alla tua anima la sua brezza celestiale».
Mentre Geltrude domandava la concordia della carità, il Signore la
fortificò, coprendo l'anima sua con una specie di velo, destinato a
custodire i doni del Santo Spirito. Ella temette in seguito, di perdere
quella preziosa custodia, reagendo con fierezza contro le opposizioni
sollevate da persone che volevano offendere la Religione. Il Signore la
istruì affermando: « Non si perde la concordia, opponendosi
all'ingiustizia; anzi, mi metto Io stesso sulle fessure che lo zelo
apre nel cuore e conservo in esso l'abitazione e le opere del mio
divino Spirito».
Geltrude comprese poi che chiunque domanda al Sìgnore di preparare il
suo cuore alla venuta del Paracleto con le quattro virtù di cui abbiamo
più sopra parlato, sforzandosi di praticarle, ottiene la grazia
desiderata.