Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 3 luglio 2025 - San Tommaso (Letture di oggi)

Cracovia, 20.10.1935. Con la guida di un angelo, venni condotta nell'inferno. È una voragine di indescrivibili tormenti. Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo. Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l'essenza stessa dell'inferno e consiste nella perdita di Dio. Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza. Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà  mai più. Il quarto, è il fuoco che tormenta l'anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall'ira di Dio. Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante. Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio. Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana. Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l'odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie. (Santa Faustina Kowalska)

CAPITOLO XXXIV. - S. GIOVANNI DAVANTI ALLA PORTA LATINA


Nella solennità di S. Giovanni davanti alla Porta latina, lo stesso Santo apparve a Geltrude e la consolò con tenerezza, dicendole: «Non affliggerti, o diletta sposa di Cristo, per l'indebolimento delle tue forze corporali, perchè quello che si soffre in questo mondo è poca cosa e di breve durata se si paragona alle delizie eterne che noi godiamo in cielo, nello stato di beatitudine. Fra poco tu le possederai con noi, tu sarai come noi quando, entrata nella camera nuziale dello Sposo tanto amato, tanto sospirato e chiamato con voti sì ardenti, lo possederai alfine, secondo i tuoi desideri. Ricordati che io, l'apostolo che Gesù amava, avevo perduto molto più di te al termine della vita, il vigore e le forze corporali: pure, quando i fedeli m'invocano, mi pensano pieno di grazia e di giovinezza, tanto che quasi tutti hanno per me una divozione affatto speciale. Così avverrà di te: dopo la tua morte, la tua memoria rifiorirà nel cuore di tutti e tu attrarrai a Dio un numero sterminato di anime che troveranno in Lui le loro delizie ».

Geltrude confidò allora a S. Giovanni una sua pena, cioè il timore di soffrire detrimento spirituale, perchè non aveva, al momento del bisogno, il confessore, ed in seguito, finiva per dimenticare le colpe leggere che avrebbe dovuto accusare. Il Santo la consolò con bontà: « Non temere, figlia mia, poichè tu hai la buona volontà di confessare le tue mancanze, se avessi comodità di avere il Sacerdote. Così le fragilità che dimentichi sono perdonate: esse brilleranno sull'anima tua come perle preziose e tu comparirai adorna di grazia davanti agli abitanti della Corte celeste ».

Durante la S. Messa Geltrude meditava con riconoscenza i doni accordati a S. Giovanni, in considerazione della sua particolare intimità con Gesù. Ma quando si cantò la sequenza: Verbum Dei Deo natum, ella interruppe la meditazione per ascoltare le parole cantate in onore del Santo. Il beato Evangelista le apparve assiso alla sua destra. Egli le proibì di lasciare la meditazione e le ottenne il meraviglioso favore di poter continuarla, pur ricevendo nello stesso tempo lumi speciali a ciascuna parola del canto.

Mentre si cantava « Audiit in gyro sedis - Egli intese intorno al trono » ella disse a S. Giovanni: « Oh, quale gioia hai gustato quando Dio ti ha sollevato a tali altezze! ». Egli rispose: « Dici il vero, ma sappi che gusto una delizia assai più grande, vedendoti meditare queste parole e ringraziare il mio diletto Salvatore per la grande accondiscendenza che ebbe con me ».

Giovanni era seduto familiarmente accanto a Geltrude, sentendo quello ch'ella sentiva. Snchè si cantò questo versetto: « Iste custos Virginis - Questo custode della Vergine ». Allora parve inalzato fino al glorioso trono di Dio, rivestito di splendore mirabile, fatto segno agli omaggi d'affetto di tutti gli abitanti del cielo. Alle parole: « Coeli cui palatium - Il palazzo dei cieli si apre davanti a Lui » egli gustò delizie inesprimibili.