CAPITOLO XXXIII. - DELLE LITANIE MAGGIORI NEL GIORNO DI S. MARCO

Nel giorno di S. Marco Evangelista, mentre la Comunità faceva la
processione cantando le litanie, Gesù apparve a Geltrude assiso sul
trono della sua Maestà. Era ricoperto di tanti gioielli quanti erano i
Santi in cielo. Ogni volta che s'invocava il nome di un Santo, Egli si
alzava raggiante di gioia e, piegando le ginocchia davanti al Signore,
toccava sul suo abito divino il gioiello che lo rappresentava. Subito
si vedeva apparire, sotto la mano del Santo, il nome delle persone che
avevano implorato il suo soccorso. Coloro che avevano pregato con
attenzione divota vedevano il loro nome scritto a caratteri d'oro; chi
aveva pregato per abitudine aveva il nome scritto in nero; quanto poi
alle persone che avevano cantato le litanie con noia e distrazione
avevano, al posto del nome, un indecifrabile sgorbio.
Geltrude, mirando sull'abito del Signore il nome delle persone che
avevano invocato i Santi, ricevette questo lume interiore: i Santi che
invochiamo pregano per noi; la loro supplica si riflette in Dio come un
perpetuo memoriale della sua misericordia a nostro rìguardo, ed
obbliga, per così dire, Nostro Sìgnore ad avere pietà delle nostre
miserie. Così se noi invochiamo un Santo con affetto e divozione,
subito quel Santo riceve un raggio di luce che si sprigiona dal
gioiello che lo rappresenta sull'abito del Salvatore, con l'impronta
del nome della persona che lo ha pregato. Tale vista lo provoca a
chiedere continuamente per coloro che la pregano la salvezza e la vita
eterna.