CAPITOLO XXXI. - QUANDO TORNA UTILE CONFIDARE LE NOSTRE AZIONI A DIO

Nella quinta feria, giovedì dopo Pasqua, mentre si leggeva che S. Maria
Maddalena, guardando nel sepolcro vide due Angeli, Geltrude disse: «
Ov'è, o mio Gesù, il monumento nel quale devo guardare per essere
consolata?». Allora Egli le mostrò la Piaga del Costato; la Santa si
chinò per guardarvi dentro, ma invece di vedere due Angeli, sentì due
parole; la prima: « Tu non potrai mai essere da me separata ». La
seconda: « Tutte le tue azioni mi sono immensamente gradite ». Geltrude
fu assai meravigliata di tale affermazione, perchè credeva i suoi atti
biasimevoli, deturpati da segreti difetti che talora vi scopriva,
quando attentamente si esaminava. Come mai dunque potevano le sue opere
piacere a quella luminosissima divina scienza, che scorge mille ombre
anche là, dove l'occhio umano ne scopre appena una sola? L'amabile
Maestro aggiunse: « Se tu avessi il potere di migliorare gli oggetti
che hai e di renderli più belli agli occhi altrui, lo faresti con
premura; orbene io tengo fra mano le azioni che tu hai l'abitudine di
affidarmi e siccome, nella. mia potenza ed inesauribile sapienza, posso
tutto ciò che voglio, così il mio infinito amore si delizia di
perfezionare tutte le tue azioni, perchè tornino gradite al mio sguardo
e a quello della Corte celeste.