Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Per chi Dio è tutto, il mondo deve essere un nulla. (San Francesco di Sales)

CAPITOLO XXII. - UTILITA' DEL RICORDO DELLA PASSIONE DI GESU'


Domenica di Passione (Judica ).

Nella domenica Judica, quando si comincia a onorare più particolarmente la Passione di Gesù, mentre Geltrude si offriva a Dio per soffrire nell'anima e nel corpo tutto quanto piacesse alla divina volontà, vide il Signore accettare la sua offerta con ineffabile riconoscenza. Bentosto, dietro l'influsso divino, salutò dal più intimo del cuore, ciascuna di quelle santissime membra che tanto avevano sofferto per la nostra salvezza, durante la Passione..

Quando salutava un membro di Gesù, sfuggiva dal medesimo un divino splendore che illuminava la sua anima; e in tale luce ella riceveva la comunicazione dell'innocenza che il Cristo aveva acquistato alla Chiesa con le sofferenze di quel membro. Quando tutte quelle membra l'ebbero penetrata della loro luce, e adornata con la loro innocenza, ella disse: « O mio Signore, insegnami ora a glorificarti, celebrando la tua santa Passione, con l'innocenza di cui la tua gratuita bontà mi ha arricchita ». Gesù le rispose: « Considera spesso in te stessa, con riconoscenza e compassione, l'angoscia che mi gettò in una suprema agonia, quando io, tuo creatore e tuo Maestro prolungai la mia preghiera (Luc. XXII, 43). Ricordati di quel sudore di sangue di cui inzuppai la terra, per, la veemenza dei miei desideri e del mio amore; infine confidami tutte le tue azioni e tutto quanto ti riguarda, in unione con quella sommissione che mi fece dire: « Pater, non mea, sed tua voluntas fiat - Padre, non la mia, ma la tua volontà si faccia » (Luc. XXII, 42). Accetta, o Sposa mia, la prosperità e l'avversità, perchè è il mio divino amore che dispone l'una e l'altra per la tua salvezza eterna. Ricevi con riconoscenza la prosperità, che l'amore mio accondiscendente offre alla tua debolezza, perchè ti ricordi dell'eterna felicità e afflnchè tu sia animata alla speranza. Ricevi anche la prova, unendoti a quell'amore paterno che mi consiglia d'inviartela, affinchè tu possa acquistare meriti per l'eternità ».

Geltrude propose di salutare le membra del Cristo, durante quella settimana, con l'orazione: « Salvete, delicata membra etc. » e intuì che quel suo proposito era piaciuto assai al Signore. Non esitiamo perciò a imitarla se vogliamo gustarne lo stesso gaudio.

Durante la S. Messa, mentre si leggeva quel passo del S. Vangelo: « Doemonium habes - Tu sei posseduto dal demonio », ella fu profondamente commossa per l'ingiuria fatta al suo Sposo, e non potendo sopportare che il Diletto dell'anima sua fosse così oltraggiato, si sforzò di contrapporre all'ingiuria espressioni di squisita tenerezza: « Salve, perla vivificante della nobiltà divina, - disse ella - salve fiore immortale della dignità umana, amabilissimo Gesù, mia suprema ed unica salvezza! ». Il Signore, pieno di bontà, volle secondo il suo solito, ricompensarla e, chinandosi verso di lei, l'accarezzò, mormorando all'orecchio della sua anima queste parole: « Io sono il tuo Creatore, il tuo Redentore, Colui che ti ama: ti ho acquistata nelle angosce della morte, a prezzo di tutta la mia beatitudine ».

In quel momento tutti i Santi manifestarono grande ammirazione per l'ineffabile accondiscendenza del Signore verso quell'anima e ne benedissero Dio con gaudio immenso.

Il Signore disse poi: « All'ora della morte e del giudizio rigoroso, quando l'anima si troverà di fronte alle accuse dei demoni, io le mostrerò una tenerezza pari a quella che a te ho dimostrato, se avrà contrapposto agli oltraggi di cui sono colmato dai cattivi, il dolce saluto che il tuo amore ti ha ispirato. Io la consolerò con le stesse parole che ho rivolto a te, Io tuo Creatore, tuo Redentore, ecc. Se tale espressione ispira tanto giubilo ai Santi del cielo, come saranno terrorizzati e messi in fuga i nemici dell'anima che avrà meritato dalla mia divina bontà tale consolazione nel giorno estremo! ».

Sforziamoci noi pure dunque, con tutto l'affetto del cuore, d'offrire al Signore questo omaggio, quando sentiamo che ha ricevuto qualche ingiuria; se non sappiamo farlo con l'ardore di Geltrude, offriamo almeno, la volontà e il desiderio di possedere un amore perfetto, il desiderio e l'amore di tutte le creature. Poi confidiamo, confidiamo incondizionatamente, perchè la generosa bontà di Dio non disprezza gli umili doni dei suoi poverelli, ma li accetta e li centuplica, secondo le ricchezze della sua misericordia, della sua dolcezza, della sua infinita carità.