CAPITOLO XVIII. - OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE

II. Feria - (Lunedì della 1a settimana di Quaresima).
Il giorno seguente, mentre si leggeva il Vangelo: « Venite benedirti
Patris mei, esurivt enim etc. - Venite, benedetti dal mio Padre; avevo
fame ecc. », Geltrude disse al Signore: O mio dolce Gesù, non è
possibile a noi, che viviamo sotto una Regola monastica e che nulla
possediamo, di dare effettivamente da mangiare agli affamati, da bere
agli assetati e di compiere opere di misericordia consimili. Insegnami
dunque il modo di ottenere noi pure la dolce benedizione promessa nel
Vangelo a coloro che compiono tali opere ». Rispose il Salvatore: « Essendo Io realmente la salvezza
e la vita delle anime, ho sempre fame e sete del loro bene; così colui
che si applicherà ogni giorno a leggere qualche passo edificante della
Sacra Scrittura, calmerà la mia fame, con quella soave refezione. Se
poi aggiungerà a tale lettura il desiderio di ottenere la grazia della
divozione e della compunzione, soddisferà alla mia sete. Colui poi che,
ogni giorno, almeno per un'ora si sforzerà di pensare a me con tutta
l'attenzione dell'anima, mi offrirà gradita dimora. Sarò
convenientemente vestito dall'anima che si eserciterà nelle virtù con
perseveranza, e visitato nelle mie infermità da chi respingerà con
forza le tentazioni. Infine accoglierò le preghiere che mi saranno
offerte per i peccatori e per le anime purganti, come se, relegato Io
stesso in oscura prigione, fossi ristorato da caritatevole visita.
Colui che per amor mio praticherà ogni giorno tali opere di
misericordia, soprattutto durante la Quaresima, sarà ricompensato dalla
mia regale liberalità e dalla mia fedele amicizia. La mia
Incomprensibile Potenza, la mia inesauribile Sapienza, la mia infinita
Bontà gli accorderanno abbondanti, magnifiche ricompense ».