CAPITOLO XI. - SAN BENEDETTO, PADRE DELLA COMUNITA', LETIZIA DI COLORO CHE OSSERVANO LA VITA REGOLARE

Nella gloriosa festa di S. Benedetto, mentre Geltrude si applicava alla
recita di Mattutino per onorare il grande Santo, vide in ispirito il
Beato Fondatore in attitudine piena di maestà, in piedi, davanti alla
raggiante, sempre tranquilla Triade sacrosanta. Ad ogni movimento delle
sue membra si vedeva fiorire, come per incanto, vaghissime rose di
deliziosa fragranza; si può dire cha ciascun membro produceva un
magnifico rosaio, perchè dal centro di ogni rosa, fioriva un'altra rosa
e da questa un'altra ancora; così da una sola rosa ne fiorivano
parecchie, e l'ultima era sempre più bella delle precedenti, sia per
leggiadria, freschezza vigore, sia per la soavità del profumo. Così
fiorito e pieno di grazia, il beatissimo Padre, veramente Benedetto per
la virtù del suo nome, era soggetto di delizie incomparabili alla SS.
Trinità ed a tutta la Corte celeste, che lo felicitava per la gloria
immensa di cui godeva.
Le rose che sbocciavano sulle sue membra indicavano le penitenze con le
quali aveva domato la carne per sottometterla allo spirito, e tutti gli
atti virtuosi della santa sua vita. Esse simboleggiavano ancora le
opere dei suoi discepoli che, stimolati dal suo esempio e dalla sua
dottrina, rinunciarono al secolo per seguirlo nella via regale
dell'osservanza