CAPITOLO X. - S. GREGORIO PAPA

Nella solenne festività di S. Gregorio Papa, Geltrude si applicò,
durante la S. Messa, a rendergli gli omaggi della sua venerazione. Il
degno Pontefice le apparve raggiante di gioria incomparabile: pareva
riunire in sè tutti i meriti degli altri Santi e sorpassarli
vittoriosamente. Era simile ai Patriarchi per le cure diligenti e per
la paterna previdenza di cui circondava la Chiesa. Era paragonabile ai
profeti, perchè, con scritti salutari, aveva insegnato alle anime il
modo di resistere alle seduzioni del demonio. Uguagliava gli apostoli
per la fedeltà generosa al Signore, sia nella prova dolorosa, come
nella gioia, e aveva una gloria speciale per il seme della divina
parola gettata a larga mano nei cuori. Assomigliava ai martiri e ai
confessori per lo spirito di penitenza, di pietà e per la perfezione
delle sue virtù. La sua illibata castità lo rendeva simile ai vergini,
avendo sempre nei pensieri, parole ed opere custodito l'integrità del
corpo e deil'anima, ed insegnato a molti questa preziosa disciplina
interiore.
Gesù disse poi alla sua Sposa: «
Considera, figlia mia, come questo passaggio dei salmi, convenga al mio
eletto: «Quod secundum multitudinem dolorum in corde hominis,
eonsolationes divincae laetifieent animam fidelem - Le divine
consolazioni rallegrano l'anima fedele, in proporzione della
moltitudine dei dolori sofferti dall'uomo» (Sal. XCIII, 19), perchè per
ogni atto, per ogni pensiero penoso, gode ora ineffabili delizie. Nel
giorno della sua morte tutto era spasimo e dolore, perchè il suo corpo
attraversava le angosce supreme; la Chiesa stessa era inconsolabile,
pensando di perder un tale padre; ora però tutto è cambiato, ed ogni
volta che il ciclo liturgico riconduce questo anniversario, viene
celebrato da tutti con gaudio immenso, come un giorno di letizia e di
solennità ».
Geltrude chiese: « Quale ricompensa ha ricevuto per aver arricchito ed
illuminato la Chiesa con tanti scritti salutari? ». Rispose il Signore:
« La mia Divinità si
compiace singolarmente in ciascuno di questi scritti, e tutti i sensi
della mia Umanità vi gustano soavi delizie. Egli stesso partecipa a
tali gioie ineffabili. Ogni volta che nella Chiesa si legge un
passaggio dei suoi scritti, oppure un'anima è commossa dalle sue
esortazioni, ed eccitata a un più fervido amore, Egli riceve, davanti a
tutta la Corte celeste, la stessa gloria di un soldato che venisse
decorato dal Re, o che si sedesse alla sua mensa per gustare il
medesimo banchetto ». Aggiunse poi l'amabile Salvatore: «
I due Santi Agostino e Bernardo, che tu prediligi, godono la stessa
prerogativa, e anche gli altri dottori vi partecipano secondo
l'importanza, l'utilità, il pregio della loro dottrina ».
Quando si cantò il Responsorio XII: « O Pastor Apostolice, Gregori
Sanctissime, tuo poste precamine incrementum Ecclestae. Tuo rigatae
dogmate ac defensatae opere. Memor esto Congregationis Catholicae et
destra Dei plantatae vigne. O Pastor. - O Pastore Apostolico, Gregorio
Santissimo, domanda per la tua preghiera l'accrescimento della Chiesa
irrorata dalla tua dottrina e difesa dalle tue fatiche. Ricordati della
Chiesa cattolica, della vigna piantata dalla destra di Dio », S.
Gregorio parve levarsi, piegare le ginocchia, inalzare le mani e
pregare devotamente per la Chiesa. Il Signore, con dolce
accondiscendenza, gli aperse il suo divin Cuore, perchè vi attingesse a
piene mani quanto era necessario per la Chiesa e potesse poi
distribuire con larghezza tali tesori. Mentre il Santo toglieva da
quella celeste sorgente grazie elettissime, il Signore parve cingerlo
di una fascia di splendido oro. Tale gesto voleva significare che la
divina giustizia tratteneva, per così dire, le consolazioni sospese a
mezz'aria, perchè non scendessero sui cuori indegni ed ingrati. Colui
che voleva riceverle doveva meritarle, inalzandosi con stinto ardore di
desiderio.