CAPITOLO VIII. - NELLA FESTA DI S. AGNESE VERGINE E MARTIRE

Nell'Ufficio della notte, quando la Chiesa festeggia S. Agnese, la
vergine diletta da Gesù, Geltrude, provava speciali delizie, vedendo
come il Signore era glorificato da tutta la Corte celeste per le parole
della Santa romana, ripetute allora dalla Chiesa. Ma poi la sua
infermità che la rendeva impotente a ogni sforzo, la contristò assai,
ed ella disse al suo divino Amico: « Ahimè ! mio diletto, con quale
entusiasmo mi unirei alla salmodia, se non ne fossi impedita dai miei
malanni! ». Rispose il Signore: « Non turbarti, figlia mia; ho raccolto
per Te queste grazie nel mio Cuore: tu potrai attingervi e gustarle con
maggiore soavità, essendo esse prive della scipitezza della tua propria
volontà». Comprese allora Geltrude che l'impotenza non può menomare il
premio, non essendo essa volontaria.
Mentre si leggeva nella VI lezione questo passo: Un accusatore depose
che Agnese, fln dall'infanzia, era cristiana ed era così imbevuta dalle
arti magiche, da chiamare Gesù Cristo il suo fidanzato, Geltrude
esclamò, gemendo «Ahimè, Signore quale ingiuria sopporti Tu dagli
uomini ciechi ed ingrati! ». Rispose il Salvatore: « Le delizie
sovrabbondanti della mia unione con Agnese mi compensano di
quell'ingiuria ». « Ah, Dio di bontà - riprese vivamente la Santa - fa
che i tuoi eletti ti amino con tale fedeltà, tanto che tu non abbia più
a sentire le ingiurie dei tuoi nemici! ».
Nella festa di S. Agostino, Geltrude ebbe rivelazione dei meriti di
parecchi Santi. Allora le venne desiderio di sapere qualche cosa delle
virtù di quella piccola Vergine romana, da essa amata fin
dall'infanzia. Il Signore l'esaudì: le mostrò Agnese in aspetto dolce
ed amabile: Egli la teneva stretta sul suo Cuore per manifestarne
l'incomparabile purezza, giacchè i sacri libri affermano: « Incorruptto
proximum facit esse Deo - La perfetta purezza avvicina (uomo a Dio »
(Sap. VI, 20).
Quella bimba illustre le parve così vicina a Dio, da poter appena
trovare in cielo un'altra Santa paragonabile alla dolcissima Agnese,
per l'innocenza e la tenerezza dell'amore. Geltrude comprese che il
Signore, ad ogni istante, attirava a sè tutte le delizie che hanno
riempito e tuttora riempiono i cuori, eccitandoli all'amore e alla
divozione, mentre si ridicono le parole, più dolci del miele,
pronunciate dalla soave verginella, di cui la Chiesa fa abbondante uso
nell'Ufficio della sua festa; orbene tutte quelle consolazioni,
passando dal Cuore di Gesù, ne erano nobilitate e distillavano poi
gocce di squisito nettare nell'anima di Agnese, strettamente unita al
Cuore del suo Dio. La Santa appariva allora adorna di nuovi, magnifici
gioielli, ed irradiava uno splendore ineffabile sulle anime che le
procuravano tanta gioia.