Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

ro oppressa da varie difficoltà  causatemi dal fatto che Gesù mi parlava ed esigeva da me l'esecuzione di quel quadro del quale ho spesso già  parlato. Gli dicevo, scongiurandolo: «Gesù, abbi misericordia di me, non mi affidare cose tanto grandi! Vedi bene che sono appena un pulviscolo, per nulla all'altezza di ciò che dovrei fare». Egli mi assicurò, dicendo: «Ti darò un aiuto visibile, il quale t'assisterà  nel compiere su questa terra il mio volere». Chiesi perdono dei miei dubbi, e aggiunsi: «O Gesù mio, tu sei la mia unica speranza. Parla tu, attraverso la mia bocca, quando mi troverò con persone che hanno autorità  e dottrina, affinché conoscano che questa causa è tua e da te proviene». (Santa Faustina Kowalska)

CAPITOLO VIII. - NELLA FESTA DI S. AGNESE VERGINE E MARTIRE


Nell'Ufficio della notte, quando la Chiesa festeggia S. Agnese, la vergine diletta da Gesù, Geltrude, provava speciali delizie, vedendo come il Signore era glorificato da tutta la Corte celeste per le parole della Santa romana, ripetute allora dalla Chiesa. Ma poi la sua infermità che la rendeva impotente a ogni sforzo, la contristò assai, ed ella disse al suo divino Amico: « Ahimè ! mio diletto, con quale entusiasmo mi unirei alla salmodia, se non ne fossi impedita dai miei malanni! ». Rispose il Signore: « Non turbarti, figlia mia; ho raccolto per Te queste grazie nel mio Cuore: tu potrai attingervi e gustarle con maggiore soavità, essendo esse prive della scipitezza della tua propria volontà». Comprese allora Geltrude che l'impotenza non può menomare il premio, non essendo essa volontaria.

Mentre si leggeva nella VI lezione questo passo: Un accusatore depose che Agnese, fln dall'infanzia, era cristiana ed era così imbevuta dalle arti magiche, da chiamare Gesù Cristo il suo fidanzato, Geltrude esclamò, gemendo «Ahimè, Signore quale ingiuria sopporti Tu dagli uomini ciechi ed ingrati! ». Rispose il Salvatore: « Le delizie sovrabbondanti della mia unione con Agnese mi compensano di quell'ingiuria ». « Ah, Dio di bontà - riprese vivamente la Santa - fa che i tuoi eletti ti amino con tale fedeltà, tanto che tu non abbia più a sentire le ingiurie dei tuoi nemici! ».

Nella festa di S. Agostino, Geltrude ebbe rivelazione dei meriti di parecchi Santi. Allora le venne desiderio di sapere qualche cosa delle virtù di quella piccola Vergine romana, da essa amata fin dall'infanzia. Il Signore l'esaudì: le mostrò Agnese in aspetto dolce ed amabile: Egli la teneva stretta sul suo Cuore per manifestarne l'incomparabile purezza, giacchè i sacri libri affermano: « Incorruptto proximum facit esse Deo - La perfetta purezza avvicina (uomo a Dio » (Sap. VI, 20).

Quella bimba illustre le parve così vicina a Dio, da poter appena trovare in cielo un'altra Santa paragonabile alla dolcissima Agnese, per l'innocenza e la tenerezza dell'amore. Geltrude comprese che il Signore, ad ogni istante, attirava a sè tutte le delizie che hanno riempito e tuttora riempiono i cuori, eccitandoli all'amore e alla divozione, mentre si ridicono le parole, più dolci del miele, pronunciate dalla soave verginella, di cui la Chiesa fa abbondante uso nell'Ufficio della sua festa; orbene tutte quelle consolazioni, passando dal Cuore di Gesù, ne erano nobilitate e distillavano poi gocce di squisito nettare nell'anima di Agnese, strettamente unita al Cuore del suo Dio. La Santa appariva allora adorna di nuovi, magnifici gioielli, ed irradiava uno splendore ineffabile sulle anime che le procuravano tanta gioia.