CAPITOLO V. - SALUTO AL NOME DI GESU' NELLA CIRCONCISIONE

Nel Santo giorno della Circoncisione, Geltrude offerse al Signore
alcune preghierine intese a salutare il dolcissimo Nome di Gesù,
invitando a farlo anche altre persone. Quelle giaculatorie apparvero
sotto forma di bianche rose sospese davanti a Gesù, sulla volta del
cielo. Da ciascuna rosa pendeva un campanello d'oro che, col suono
armonioso, eccitava sentimenti ineffabili nel Cuore divino,
ricordandoGli la sua bontà, dolcezza e le sue altre perfezioni già
espresse nelle giaculatorie rivolte al suo Santo Nome. Per esempio: «
Ti saluto, Gesù amatissimo, desiderabilissimo, clementissimo! » ed
altre ancora. Volle poi cercare per il Santo Nome di Gesù,
qualificazioni ancora più eccellenti il Cuore divino ne fu penetrato da
immensa dolcezza.
Nel compiere tale esercizio si sentì come venir meno, e il Signore,
vinto dalla sua tenerezza, si chinò con bontà verso di Lei; in uno
slancio ineffabile d'amore depose sulle labbra della Sua Sposa un bacio
più dolce della coppa d'idromele e le disse: « Ho impresso sulla tua bocca il
mio Santissimo nome. Voglio che tu lo porti davanti a tutti; ogni volta
che muoverai le labbra per pronunciarlo, farai risuonare al mio
orecchio un'amabile armonia ». A tali parole ella
comprese che il Nome di Gesù era impresso in modo ineffabile sul labbro
superiore della sua anima, a caratteri d'oro, splendenti come stelle.
Sul labbro inferiore era scritto, in lettere ugualmente brillanti, la
parola Justus. Con l'iscrizione del Nome di Gesù, che significa
Salvatore, doveva annunciare misericordia e salvezza a tutti coloro che
ne avrebbero il desiderio. Con la parola Justus doveva rappresentare le
divine vendette e spaventare con severe minacce le anime ostinate, che
non volevano essere ricondotte a Dio con persuasivi consigli.
Geltrude disse poi a Gesù: « O mio dolcissimo Amico, degnati quale
Sposo amoroso, di fare gli auguri di buon anno a questa Comunità che ti
è cosi cara! ». Rispose il Signore: « Renovamini spiritu mentis vestrae
- Rinnovatevi nello spirito della vostra anima» (Ef. IV, 23). Geltrude
aggiunse: « La tua tenerezza, in questo caro giorno della Circoncisione
sradichi ogni nostro difetto ». E Gesù: « L'osservanza della vostra
Santa Regola deve servirvi di spirituale circoncisione » Geltrude
riprese: « O amatissimo Gesù, perchè rispondi con una nota di severità,
come se tu volessi negarci il soccorso della tua grazia, riducendoci
alle nostre meschine risorse, quantunque tu sappia che da sole non
possiamo far nulla? ».
Il Signore profondamente commosso dalla dolcezza di quelle confidenti
parole, fece riposare l'anima sul suo seno, ed, accarezzandola
teneramente disse: « Voglio così bene accordarvi il mio aiuto che se
alcuna, per mia gloria e per amor mio, si applicherà, in questo primo
giorno dell'anno, a esaminare con compunzione le solite mancanze alla
Regola, proponendo di correggersi, sarò per quest'anima, come un
amorevole Maestro che istruisce uno scolaretto, teneramente amato; la
farò riposare sul mio Cuore, mostrandole dolcemente gli sbagli incorsi,
correggendola con bontà e supplendo alle sue negligenze. E se come un
allievo distratto sorvolerà su parecchi punti senza porvi la necessarìa
attenzione, veglierò io per lei e supplirò alle sue omissioni ». Il
Signore aggiunse: « Questo
è il mio dono di Capodanno. Darò alle tue Consorelle il desiderio di
fuggire il male, di piacermi in tutto e l'abbandono filiale alla mia
Volontà. Riparando io stesso le loro colpe, esse troveranno la luce
della conoscenza, sì che potranno prepararmi le strenne più conformi
alla mia gloria e più utili alla loro salvezza. Ogni anno, da vere
fedelissime Spose, loro sarà dato d'offrirmi questo dono, pegno della
unione con Me, loro Sposo rifulgente di bellezza».
In seguito Geltrude pregò per una persona che desiderava ardentemente
ottenere da Dio, per sua mediazione, come strenna, una perfetta
fedeltà, nelle cose prospere, come nelle avverse. Il Signore rispose
con bontà: « La domanda
ch'ella mi rivolge è per me una strenna assai preziosa! Siccome però è
conveniente che, per esaudire la sua preghiera, le faccia un dono, così
ho pensato di offrirle delle strenne che saranno utili per essa, e a me
gradite. Vi troverò una nuova gloria, mentre ella col soccorso della
grazia, potrà abbellire, di ora in ora, la sua eterna corona. Quando
una madre sta insegnando qualche cosa alla figlia, le lascia eseguire
ìl lavoro da sola, ma la va dirigendo con la sua esperienza; così la
mia eterna Sapienza, preparerà strenne con l'aiuto di quella persona».
Geltrude comprese che le perle e le gemme che dovevano ornare quelle
strenne erano l'amore, i santi desideri, i pensieri che avevano Dio per
oggetto, derivanti dalla carità, o dai timore, dalla speranza, dalla
gioia, perché il Signore, lungi dal trascurare un solo pensiero, li fa
tutti servire alla salvezza eterna. Allora Geltrude pregò per parecchie
persone e specialmente per una alla quale involontariamente, aveva dato
motivo di turbamento. Il Signore affermò: « A causa di quell'inquietudine ho
dilatato l'anima sua e preparato la sua mano, perchè possa ricevere più
abbondantemente e degnamente i miei doni». Ella rispose: «
Ahimè, Signore, per purificare quella persona che tu ami, io
miserabile, fui un flagello nelle tue mani. « Perché ti rammarichi - obbiettò
Gesù, - giacchè chi purifica i miei eletti senza avere intenzione di
nuocere, ma compatendo anzi alle loro sofferenze, è fra le mie mani un
leggero flagello, il cui merito si accresce, mentre purifica gli altri?
».