Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Non dobbiamo temere di proclamare l'amore di Cristo e di amare come Egli ha amato. Nel lavoro che dobbiamo compiere - non importa quanto piccolo o umile sia - metteteci l'amore di Cristo. Non abbiate paura di mantenere il vostro cuore puro e indiviso e di irradiare la gioia di essere la sposa del Cristo croce­fisso. Non temete di abbassarvi col Cristo e di assog­gettarvi a coloro che esercitano autorità  dall'alto e che perciò esigono obbedienza sino alla morte. Sii felice che ancora una volta Cristo stia camminando per il mondo tramite te, e tramite te vada facendo del bene. (Madre Teresa di Calcutta)

CAPITOLO V. - SALUTO AL NOME DI GESU' NELLA CIRCONCISIONE


Nel Santo giorno della Circoncisione, Geltrude offerse al Signore alcune preghierine intese a salutare il dolcissimo Nome di Gesù, invitando a farlo anche altre persone. Quelle giaculatorie apparvero sotto forma di bianche rose sospese davanti a Gesù, sulla volta del cielo. Da ciascuna rosa pendeva un campanello d'oro che, col suono armonioso, eccitava sentimenti ineffabili nel Cuore divino, ricordandoGli la sua bontà, dolcezza e le sue altre perfezioni già espresse nelle giaculatorie rivolte al suo Santo Nome. Per esempio: « Ti saluto, Gesù amatissimo, desiderabilissimo, clementissimo! » ed altre ancora. Volle poi cercare per il Santo Nome di Gesù, qualificazioni ancora più eccellenti il Cuore divino ne fu penetrato da immensa dolcezza.

Nel compiere tale esercizio si sentì come venir meno, e il Signore, vinto dalla sua tenerezza, si chinò con bontà verso di Lei; in uno slancio ineffabile d'amore depose sulle labbra della Sua Sposa un bacio più dolce della coppa d'idromele e le disse: « Ho impresso sulla tua bocca il mio Santissimo nome. Voglio che tu lo porti davanti a tutti; ogni volta che muoverai le labbra per pronunciarlo, farai risuonare al mio orecchio un'amabile armonia ». A tali parole ella comprese che il Nome di Gesù era impresso in modo ineffabile sul labbro superiore della sua anima, a caratteri d'oro, splendenti come stelle. Sul labbro inferiore era scritto, in lettere ugualmente brillanti, la parola Justus. Con l'iscrizione del Nome di Gesù, che significa Salvatore, doveva annunciare misericordia e salvezza a tutti coloro che ne avrebbero il desiderio. Con la parola Justus doveva rappresentare le divine vendette e spaventare con severe minacce le anime ostinate, che non volevano essere ricondotte a Dio con persuasivi consigli.

Geltrude disse poi a Gesù: « O mio dolcissimo Amico, degnati quale Sposo amoroso, di fare gli auguri di buon anno a questa Comunità che ti è cosi cara! ». Rispose il Signore: « Renovamini spiritu mentis vestrae - Rinnovatevi nello spirito della vostra anima» (Ef. IV, 23). Geltrude aggiunse: « La tua tenerezza, in questo caro giorno della Circoncisione sradichi ogni nostro difetto ». E Gesù: « L'osservanza della vostra Santa Regola deve servirvi di spirituale circoncisione » Geltrude riprese: « O amatissimo Gesù, perchè rispondi con una nota di severità, come se tu volessi negarci il soccorso della tua grazia, riducendoci alle nostre meschine risorse, quantunque tu sappia che da sole non possiamo far nulla? ».

Il Signore profondamente commosso dalla dolcezza di quelle confidenti parole, fece riposare l'anima sul suo seno, ed, accarezzandola teneramente disse: « Voglio così bene accordarvi il mio aiuto che se alcuna, per mia gloria e per amor mio, si applicherà, in questo primo giorno dell'anno, a esaminare con compunzione le solite mancanze alla Regola, proponendo di correggersi, sarò per quest'anima, come un amorevole Maestro che istruisce uno scolaretto, teneramente amato; la farò riposare sul mio Cuore, mostrandole dolcemente gli sbagli incorsi, correggendola con bontà e supplendo alle sue negligenze. E se come un allievo distratto sorvolerà su parecchi punti senza porvi la necessarìa attenzione, veglierò io per lei e supplirò alle sue omissioni ». Il Signore aggiunse: « Questo è il mio dono di Capodanno. Darò alle tue Consorelle il desiderio di fuggire il male, di piacermi in tutto e l'abbandono filiale alla mia Volontà. Riparando io stesso le loro colpe, esse troveranno la luce della conoscenza, sì che potranno prepararmi le strenne più conformi alla mia gloria e più utili alla loro salvezza. Ogni anno, da vere fedelissime Spose, loro sarà dato d'offrirmi questo dono, pegno della unione con Me, loro Sposo rifulgente di bellezza».

In seguito Geltrude pregò per una persona che desiderava ardentemente ottenere da Dio, per sua mediazione, come strenna, una perfetta fedeltà, nelle cose prospere, come nelle avverse. Il Signore rispose con bontà: « La domanda ch'ella mi rivolge è per me una strenna assai preziosa! Siccome però è conveniente che, per esaudire la sua preghiera, le faccia un dono, così ho pensato di offrirle delle strenne che saranno utili per essa, e a me gradite. Vi troverò una nuova gloria, mentre ella col soccorso della grazia, potrà abbellire, di ora in ora, la sua eterna corona. Quando una madre sta insegnando qualche cosa alla figlia, le lascia eseguire ìl lavoro da sola, ma la va dirigendo con la sua esperienza; così la mia eterna Sapienza, preparerà strenne con l'aiuto di quella persona».

Geltrude comprese che le perle e le gemme che dovevano ornare quelle strenne erano l'amore, i santi desideri, i pensieri che avevano Dio per oggetto, derivanti dalla carità, o dai timore, dalla speranza, dalla gioia, perché il Signore, lungi dal trascurare un solo pensiero, li fa tutti servire alla salvezza eterna. Allora Geltrude pregò per parecchie persone e specialmente per una alla quale involontariamente, aveva dato motivo di turbamento. Il Signore affermò: « A causa di quell'inquietudine ho dilatato l'anima sua e preparato la sua mano, perchè possa ricevere più abbondantemente e degnamente i miei doni». Ella rispose: « Ahimè, Signore, per purificare quella persona che tu ami, io miserabile, fui un flagello nelle tue mani. « Perché ti rammarichi - obbiettò Gesù, - giacchè chi purifica i miei eletti senza avere intenzione di nuocere, ma compatendo anzi alle loro sofferenze, è fra le mie mani un leggero flagello, il cui merito si accresce, mentre purifica gli altri? ».