CAPITOLO I. - PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL SANTO NATALE

Geltrude la notte antecedente la vigilia della santissima Nascita di
Gesù, passò un'ora meditando silenziosamente le parole del Responsorio:
De ille occulta habitatione sua egressus est Filius Dei. Descendet
visitare et consolari omnes, qui cum de toto corde desiderabant. Ex
Sion species decoris ejus. Deus noster manifeste veniet. Descendet. Il
Figlio di Dio è uscito dalla sua dimora nascosta. Egli discende a
visitare e a consolare tutti coloro che lo desideravano di cuore. Da
Sion appare il suo splendore. Il noi stro Dio verrà visibilmente.
(Responsorio dell'antico Ufficio della Natività).
Ella vide che il Signore Gesù gustava tranquillamente un dolcissimo
riposo nel seno del Padre, mentre gli ardenti desideri delle persone
che si preparavano a celebrare la prossima festa, ascendevano verso di
Lui come leggere nuvolette. Gesù negl'incanti della giovinezza
irradiava dal suo divin Cuore fasci di luce che investivano quelle
piccole nuvole, come per tracciare la via affine di giungere
direttamente a Lui; mentre esse ascendevano verso Dio, Geltrude
s'accorse, che le anime che si erano umilmente raccomandate alle
preghiere altrui, procedevano rapidamente in alto, senza deviazioni,
illuminate dalla chiarezza del divin Cuore, quasi condotte per mano su
di una via diretta, senza ostacoli, nè a destra, nè a sinistra. Quelle
invece che, presumendo di sè, contavano solo sui loro sforzi personali
per disporsi alla festa imminente, abbandonavano momentaneamente la
retta via, ma poi, attratte dalla divina luce, s'avvicinavano al
Signore.
Geltrude, desiderosa di sapere in qual modo la divina Bontà accoglieva
ciascuna di quelle anime, le vide ad un tratto trasportate nel seno del
Padre, vicino al Figlio di Dio, dove s'inebbriavano di delizie
proporzionate ai loro desideri ed alla loro capacità. L'una non era
disturbata dalla presenza dell'altra, ma ciascun'anima godeva
pienamente di Dio, secondo le sue brame, come se il Signore si fosse
accordato solo a lei. Alcune l'abbracciavano quale amabile Bambinello
incarnatosi per noi; altre si rivolgevano a Gesù come ad un fedelissimo
Amico, depositario di tutti i loro segreti; altre infine colmavano di
carezze quello Sposo pieno di grazia, scelto fra mille. Ciascuna godeva
di Lui secondo l'attrattiva del suo amore.
Geltrude si avanzò, prostrandosi come soleva fare, ai piedi del
Salvatore; indi disse: « O
mio amatissimo Gesù, quale sarà mai la preparazione mia e quali
personali omaggi potrò offrire alla Tua beatissima Madre in questa
solennità della tua Nascita? Purtroppo ho omesso e non solo per
debolezza di forze, ma anche per negligenza, di recitare l'Ufflcio in
suo onore, quantunque obbligata dalla mia Regola ».
Il misericordiosissimo Salvatore ebbe pietà di tanto affanno e raccolse
in un fascio tutte le parole che Geltrude aveva pronunciato durante
l'Avvento, per lodare Dio e guadagnare le anime, sia istruendole, sia
illuminandole nei loro dubbi. Indi le offerse con tenerezza alla sua
dolcissima Madre, assisa onorevolmente al suo fianco in luce splendida
di gloria, per riparare le negligenze di Geltrude verso la Regina del
cielo. Vi aggiunse altresì il frutto che quelle parole avrebbero
prodotto sino alla fine dei secoli, trasmettendosi dì persona in
persona.
La Madre di Dio accettò amabilmente quell'offerta che l'adornava quasi
magnífìco gioiello. Geltrude le si avvicinò, pregandola d'intercedere
per lei presso l'unico suo Figlio, e la Vergine s'inchinò verso la
santa con volto sereno, raggiante di bontà. Indi, abbracciando il
diletto Figlio e coprendolo di baci, Lo pregò in questi termini: « Il
tuo amore unito all'amor mio, ti disponga, o Gesù, ad esaudire le
preghiere di questa tua diletta sposa ». Geltrude esclamò: « Oh
dolcezza dell'anima mia, Gesù amatissimo e desideratissimo, Tu che amo
sopra tutte le cose! ».
Dopo di avere ripetuto parecchie volte tali aspirazioni d'amore ed
altre consimili, interrogò lo Sposo divino: « Quale può essere il
frutto di queste parole, che la mia indegnità certo rende insipide? ».
Rispose Gesù: « Poco
importa che il profumo venga estratto da questa o da quell'essenza
d'albero, perchè diffonda fragranza gradevole. Così se qualcuno mi
dice: « Dolcissimo, amatissimo Gesù... ecc. » quantunque si stimi
creatura indegna, commuove la mia Divinità nell'intimo, facendo esalare
olezzo di meravigliosa dolcezza che imbalsama, con profumi di salute
eterna, l'anima che l'ha provocato con le sue parole di tenerezza
».