CAPITOLO XC. - NON BISOGNA PREFERIRE L'ATTIVITA' ESTERIORE ALLA VITA INTERIORE

Un giorno Geltrude pregava per una persona annoiata da varie
preoccupazioni esterne, che per altro dipendevano dalla sua volontà. Le
disse Gesù: « Tali pene
la purificano dalle macchie che ha contratte, abbandonandosi troppo
agli affari esterni, preferendo i vantaggi umani al profitto spirituale
». Rispose Geltrude: « Poiché non ci è dato vivere senza l'uso dei beni
esterni, come mai questa persona può avere peccato, avendo ella una
carica importante a cui soddisfare? ».
Le rispose Gesù: « Per
una nobile donzella è un onore indossare un mantello foderato di
pelliccia tigrata; ma se ella volesse mettere l'indumento in modo da
lasciare al di fuori la pelliccia, quell'ornamento onorevole
diventerebbe motivo di confusione. La madre sua, non potendo sopportare
quel vestire ridicolo, le getterebbe almeno sulle spalle un indumento,
per nascondere in qualche modo quella bizzarria che la farebbe sembrare
insensata. Ed io che amo teneramente questa persona che mi è figlia,
dissimulo i suoi difetti, coprendoli con quelle noie che risultano
dalle sue occupazioni, senza per altro che vi sia vero colpa. Di più la
rivesto di pazienza, come di un ornamento privilegiato, avendo
raccomandato nel Vangelo di cercare prima di tutto il regno di Dio
(Luc. XVI, 31) cioè il progresso spirituale. Quanto alle cose esterne,
non ho neppure detto di cercarle in secondo luogo, ma ho promesso di
darle in sopra più ».
I religiosi che bramano essere amici di Dio, devono pesare attentamente
la verità di queste parole.