CAPITOLO LXXXIV. - LA VERA PURIFICAZIONE DELL'UOMO

Un giorno Geltrude, mentre pregava per una persona afflitta, ricevette
questa risposta: « Non
temere, figlia mia; io non permetto mai che i miei eletti siano
tribolati al di là delle loro forze e mi tengo sempre presso di loro
per moderare, quando occorra, la prova. Una madre che riscalda il suo
pargoletto, tiene la mano fra il fuoco ed il bambino. Tale è la mia
condotta a riguardo dei giusti, perchè non è già per bruciarli, ma per
purificarli e salvarli, che li espongo al fuoco della tribolazione».
Poco appresso Geltrude offrì le sue preghiere al Signore per un'anima,
dalla quale desiderava la conversione e, nell'impazienza delle sue
brame, disse a Gesù: « Io sono è vero l'infima delle tue creature, ma
poichè è per la tua gloria che io voglio la salvezza di quest'anima,
donde avviene che, potendo ogni cosa, Tu non mi esaudisci? » «La mia Onnipotenza - rispose Gesù
- mi permette di fare tutto ciò che voglio; ma la mia Sapienza mi fu
discernere l'ora e il modo più adatto per l'esecuzione de' miei
disegni. Un re desidera che le sue stalle siano ben tenute e potrebbe
ristabilirvi l'ordine e la pulizia, scopandole egli medesimo; però non
lo farà mai, perchè le convenienze non glielo permettono. Così io
desidero la conversione dei peccatori, ma quando un'anima cade
volontariamente nel male, Io non ne la ritraggo, se prima, aiutata
dalla grazia, non fa violenza a se stessa e non stende verso di me la
mano perchè possa decentemente pigliarla».