Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Salvare le anime, pregando sempre. (San Pio da Pietrelcina)

CAPITOLO LXXVI. - COMUNICAZIONE SPIRITUALE DEI MERITI


Geltrude con senso d'ineffabile carità, aveva chiesto al Signore, entrando in Chiesa, che partecipasse ad un'anima cara, che si era raccomandata alle sue preghiere, i meriti delle sue opere buone; digiuni, preghiere, penitenze ecc. Rispose Nostro Signore: «Io comunicherò a quest'anima tutti i favori che la mia divina liberalità ti accorda gratuitamente, e che ti accorderà fino alla morte». Riprese Geltrude: « Poichè, per la Comunione dei Santi, l'intera Chiesa partecipa a quanto faccio di bene e anche a quanto fanno gli eletti, vorrei sapere se questa persona riceve dalla tua bontà, o mio dolce Gesù, qualche cosa; di più quando, in virtù del bene che le voglio, ti chiedo di renderla partecipe di tutti i favori che mi accordi ». Il Salvatore rispose con un paragone: « Una nobile damigella, che sa preparare collane di perle per farne gioielli a uso suo e di sua sorella, aggiunge lustro al decoro de' suoi genitori e a tutta la famiglia, quantunque le lodi del pubblico si rivolgano soprattutto a colei che ha confezionato tali collane: pure anche, la sorella, che ha ricevuto quei gioielli, benchè forse meno eleganti, sarà ammirata plù delle altre sorelle, che non hanno ricevuto ornamento alcuno. Così, benchè la Chiesa partecipi ai favori accordati a ciascuno dei suoi membri, l'anima però che li riceve, ne ritrae maggior vantaggio, e coloro ai quali essa desidera parteciparli ne fruiscono beneficio più grande dell'insieme degli altri fedeli ». Geltrude allora fece notare a Nostro Signore che quella persona aveva portato spesso dei ristori materiali per sollevare Matilde, la cantrice del Monastero, recentemente defunta; aggiunse che quella persona si rammaricava assai di non essersi intrattenuta a lungo con la cara malata per consolarla, nel timore di affaticarla troppo. Rispose Gesù: « La generosa carità con cui quest'anima ha ristorato la mia eletta, ed il rimpianto che serba in cuore per non aver potuto sollevarla ancora di più, mi riescono cosi graditi come se mi servisse a mensa cibi squisiti, al pari di un illustre principe che facesse lo stesso ufficio al banchetto del suo imperatore. Io mi sono assai compiaciuto negli esercizi coi quali Matilde mi ha onorato, servendosi delle forze che le avevano procurato i regali avuti da quella persona; intendo parlare non solo di soccorsi materiali, ma altresì dei pensieri, degli atti, dei consigli che, in ogni occasione, sostennero la mia diletta Matilde. Riguardo poi al rincrescimento di non avere potuto intrattenersi più a lungo con essa, supplirò io stesso a tale deficienza. Uno sposo che ama teneramente la sua sposa e che la vede, per una estrema delicatezza, troppo timida nel chieder ciò che pure desidera, questo sposo, dico, commosso dal saggio riserbo della sua diletta, lo accorda il doppio di quanto brama. Così le darò generosamente quanto le manca.

« Per la gioia poi ch'essa prova nel vedere i benefici di cui ho colmato la mia eletta, riceverà in cielo delizie ineffabili e l'irradiazione delle grazie che ho concesse a Matilde. Tale riverbero che sfuggirà dall'anima della mia Sposa, è lo splendore infinito della divina chiarezza che l'illumina. Come i raggi del sole, dardeggiando sulla superficie delle acque, si riflettono sulla muraglia, così il fulgore de' miei benefici brillerà nelle anime che furono prevenute sulla terra dalla dolcezza delle mie benedizioni; avrà poi speciali bagliori su quelle che provarono in terra una gioia speciale, al pensiero di tali benefici. Tuttavia vi sarà una differenza, e cioè brilleranno, non come sulla superfice opaca di una muraglia, ma a guisa di un lucidissimo specchio, che riflette distintamente le immagini che gli sono poste davanti ».