CAPITOLO LXXI. - CONFESSIONE DEI DIVINI BENEFICI

Geltrude, piena di compassione, pregava un giorno per una persona che
aveva proferito parole impazienti, e che si era azzardata di chiedere
al Signore perchè le mandasse sofferenze superiori alle sue forze!
Il Signore le disse: «Chiedile
quali pene le occorrono, perchè per guadagnarsi il cielo, non può farne
a meno; quando poi le avrà, dille di sopportarle pazientemente».
Questi accenti della voce di Gesù fecero comprendere a Geltrude, essere
molto pericoloso desiderare altre prove da quelle che Dio ha preparate
per noi. L'anima, al contrario, deve accogliere con fiducia grande le
sofferenze che l'amore di Dio crede conveniente mandarle, sempre
misurate dal suo amore infinito.
Ad un tratto Gesù, mutando aria ed aspetto, le disse con immensa
tenerezza: « E tu che
pensi della tua sorte? Ti ho forse addossato croci troppo pesanti? I
patimenti che ti mando ti sembrano scelti male a proposito?
». « Oh no! - rispose Geltrude - ma confesso e confesserò per tutta la
vita che Tu hai disposto meravigliosamente ogni cosa per il bene della
mia anima e del mio corpo, sanità e malattia, gioie e dolori. L'hai
fatto così bene che nessuna sapienza umana, dal principio alla fine dei
secoli, avrebbe potuto uguagliarti, o Dio dolcissimo, che tutto operi
con ineffabile soavità! ». Allora il Figlio di Dio la guidò verso il
Padre, affinchè rendesse omaggio alla sua Provvidenza e Geltrude disse:
« Ti ringrazio, Padre
santo, che con tutte le forze dell'anima mia, per mezzo del divin
Mediatore che siede alla tua destra, dei magnifici doni che mi hai
prodigato con tanta generosità; riconosco altamente che nessuna
potenza, se non la tua, che dà la vita a tutte le creature, avrebbe
potuto arricchirmi di questi favori».
In seguito Gesù la condusse dallo Spirito Santo perché rendesse omaggio
anche alla sua bontà. La Santa disse: « Ti ringrazio, o adorabile
Spirito Santo, dolce Paracleto, mediante Colui che, con la tua
cooperazione si è incarnato nel seno della Vergine, perchè, malgrado la
mia indegnità, mi hai prevenuto con le benedizioni gratuite della tua
dolcezza, come nessun'altra bontà avrebbe potuto fare, se non la tua,
dove si celano, da dove procedono e da cui si ricevono tutti i beni
».
Il Figlio di Dio allora, dandole prove di speciale tenerezza, le disse:
« Ora che hai fatto
questo solenne omaggio alle Persone divine, ti prendo a preferenza di
ogni altra creatura, sotto la mia speciale custodia e la farò in modo
superiore a quello che dovrei per diritto di creazione, di redenzione e
anche di predilezione ».
Da ciò ella dedusse che il Signore prenderebbe in modo speciale, sotto
la sua protezione l'anima che, lodando la divina bontà, si confida con
completo abbandono alla sua Provvidenza, così come un Priore monastico
si sente in obbligo di provvedere ai bisogni di colui che ha tutto
rinunciato nelle sue mani per la religiosa Professione.