Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Guardatevi dalle angustie di spirito; esse sono la peste della devozione. (San Francesco di Sales)

CAPITOLO LXIX. - COME IL LAVORO PUO' ESSERE SORGENTE DI MERITO


Il Monastero era gravato da un debito ingente e Geltrude pregava insistentemente il Signore affinchè, nella sua divina bontà, desse ai procuratori il modo di pagarlo. Rispose Gesù, con tenerezza: « Cosa mi darete in ricambio di questa grazia?».

E Geltrude pronta: « Se ci fai tale immenso favore noi potremo servirti con minore inquietudine e con maggiore divozione ». Ma il Signore replicò: « A me non interessa che mi serviate così giacchè non ho affatto bisogno dei vostri beni, e mi è indifferente vedervi applicate agli esercizi spirituali, oppure ai lavori esterni; è l'intenzione che dà la misura del merito. Se avessi preferito d'essere servito nella pace della contemplazione, avrei riformato la natura umana, dopo la caduta di Adamo; in modo da non avere essa bisogno nè di cibo, nè di vesti, né d'altra cosa necessaria alla vita; ma dai travagli dei miei amici, ritraggo profitto maggiore. Un potente imperatore non si contenta di avere nel suo palazzo damigelle d'onore avvenenti e ben vestite, ma anche principi, capitani, ufficiali, impiegati adatti ai vari servizi e sempre disposti a seguire i suoi ordini. Così io non trovo soltanto le mie delizie negli esercizi della pietà contemplativa, ma mi compiaccio pure di altre occupazioni utili e variate che hanno per fine l'onor mio, e che mi invitano a dimorare con gioia fra ì figli degli, uomini. Sono appunto questi lavori manuali che danno occasione agli uomini di praticare maggiormente la carità, la pazienza, l'umiltà e le altre virtù ».

Più tardi ella vide il principale amministratore del Monastero alla presenza di Dio; era curvo dal lato destro e si rialzava a stento, di tempo in tempo, per offrire al Signore, una moneta d'oro, nel cui centro splendeva un magnifico diamante. Il Signore spiegò: « Se addolcissi la pena di colui per il quale tu preghi sarei privato di questa splendida gemma che mi è così cara. L'amministratore stesso poi perderebbe la ricompensa preparatagli, perchè mi offrirebbe una semplice moneta d'oro, senza diamante. Fare la mia volontà nella consolazione è darmi dell'oro; ma compirla nella tribolazione è aggiungere all'oro, lo splendore d'una perla d'alto pregio ». Geltrude però non si dava per vinta ed insisteva, con maggiori suppliche presso il Signore, perchè sollevasse l'amministratore. Gesù le disse: « Perchè mai trovi così duro che si sopporti qualche cosa per amor mio, poichè sono quel vero Amico, la cui fedeltà resiste alle vicende del tempo? Le creature quando vedono una persona cara ridotta alla miseria, provano grande amarezza, trovandosi impotenti a sollevarla. Ma io che sono ìl solo e vero Amico, corro verso l'anima desolata, recandole i fiori freschissimi delle buone opere compiute in pensieri, parole ed azioni. Tali fiori sono seminati sulle mie vesti come rose e gigli di gradito olezzo. Al contatto vivificante della mia presenza divina, rinasce in questa creatura sofferente la speranza della vita eterna, dove riceverà la ricompensa del bene fatto. La gioia ch'ella concepisce a tale vista, la prepara a gustare il gaudio dell'eterna felicità, quando verranno spezzati i legami del corpo. Allora nell'entusiasmo della completa letizia, ella canterà le divine lodi, ripetendo: « L'odore del mio Diletto è come la fragranza di un campo fertile». (Gen. XXVII, 27). Infatti come il corpo è formato da diverse membra unite fra loro, così nell'anima vi sono parecchi sentimenti: il timore, la sofferenza, la gioia, l'amore, la speranza, l'odio e la modesta verecondia. Più l'uomo si sarà servito di queste passioni per la mia gloria, maggiormente troverà in me quegli ineffabili godimenti e delizie di pace che dispongono l'anima a gustare l'eterna beatitudine. Nel giorno della risurrezione, quando il corpo diventerà incorruttibile, ogni membro riceverà una speciale ricompensa per le opere compiute e per i lavori che avrà, eseguiti in nome mio, per mio amore. L'anima poi avrà un premio particolare più sublime, per la compunzione e l'amore che avrà sentito, o anche solo semplicemente per la vita data al corpo ».

Siccome poi Geltrude, piena di compassione per il fedele amministratore del Monastero, ricominciava a pregare con fervore il Signore perchè ricompensasse le sue fatiche e le sue pene, ebbe dal Salvatore questa risposta: « Ricorda, o figlia, che il suo corpo sfinito nel lavoro, è per me un tesoro nel quale depongo ad ogni passo, tante diamme d'argento quanti sono i sacrifici della sua carica. Il suo cuore poi è come un forziere ove depongo con gioia una dramma d'oro ogni volta che, per mia gloria, cerca di provvedere ai bisogni della Comunità ».

Geltrude, ammirata, obbiettò: « Ma Signore quest'uomo non mi pare così perfetto, da poter supporre che compia tutte le sue azioni, solo per la tua gloria; credo che talora sarà spinto da motivi umani, cioè dal desiderio del guadagno e dal benessere che ne sarà il risultato. Come mai allora, mio Dio, Tu che sei la verità senza ombra, puoi dire di trovare in lui le tue delizie?.».

Il Signore si degnò di rispondere: « La sua volontà è talmente subordinata alla mia che sono sempre il motivo principale de' suoi atti; perciò egli ritrae inestimabili ricompense da tutti i suoi pensieri, da tutte le sue parole ed opere. Ciò non toglie che, se si applicasse a compiere ogni atto con intenzione esplicita accrescerebbe la sua ricompensa, così come l'oro supera in valore l'argento; se poi s'impegnasse a dirigere verso di me tutti i suoi progetti e le sue sollecitudini con la stessa retta intenzione, tutto riuscirebbe nobilitato, appunto come l'oro puro senza lega è più prezioso di un oro oscurato ».