CAPITOLO LXIV. - FRUTTO DELLA BUONA VOLONTA'

Gli ambasciatori di un grande signore erano venuti domandare qualche
Religiosa della Comunità, per fondare un nuovo Monastero. Geltrude, di
nulla più desiderosa che di compiere il beneplacito divino, quantunque
si sentisse mancare le forze, andò a prostarsi davanti al Crocifisso,
offrendosi pronta per quella fondazione, con l'ardente desiderio di
sacrificarsi per la sua gloria. Il Signore, commosso a quell'atto
grande, staccò la Mano dalla Croce per abbracciare teneramente la sua
Sposa. Egli provò la gioia vivissima di un malato che, sul punto di
soccombere, si vedesse offrire un rimedio sicuro per riacquistare la
salute.
Stringendola amorosamente al suo Cuore le disse: « Sii la benvenuta, mia cara Sposa!
Benvenuta te che sei il balsamo consolatore delle mie Piaghe e il dolce
conforto di tutti i miei dolori! ». Geltrude, come rapita
in cielo, comprese che quando si offre tutta la propria volontà al
santo beneplacito divino, pure prevedendo probabili e dure avversità,
tale offerta Gesù la gradisce come se nei giorni della sua Passione, si
fosse versato un balsamo di refrigerio sulle sue ferite atroci.
In seguito, pur facendo orazione, ella andava meditando il modo di
promuovere e di mantenere l'osservanza regolare, qualora avesse potuto
prendere parte a quella fondazione. Ben presto però, rientrando in se
stessa, si rimproverò di sciupare inutilmente il tempo, giacchè la sua
debole salute era così scossa da mostrarle ben vicina la tomba,
piuttosto che.incoraggíarla a speranze di apostolato. In ogni caso se
per grazia speciale, avesse potuto unirsi al gruppo partente; non le
sarebbe mancato il tempo, in seguito, di fare i preparativi del caso.
Il Signore Gesù le apparve allora in mezzo alla sua anima, raggiante di
gloria e adorno di rosee di gigli: « Guarda - le disse - come sono
glorificato dalle disposizioni della tua buona volontà. Essa mi pone in
mezza a fulgide stelle, a candelabri d'oro, com'è scritto
nell'Apocalisse, quando S. Giovanni vide l'immagine dei Figliuolo
dell'uomo circondata da aurei candelabri, e tenendo in mano sette
stelle. Gli altri pensieri che ti sono venuti in seguito, mi procurano
piacere e gaudi simili a quelli che proverei in mezzo a rose ed a
freschissimi gigli ».
Geltrude aggiunse: « O Dio del mio amore, perchè mai mi riempi lo
spirito di volontà così diverse che rimarranno sempre senza effetto?
Qualche giorno fa mi hai fatto desiderare l'Estrema Unzione e la morte.
ma mentre mi stavo preparando, mi hai ricolmata di gioia e di
consolazione. Adesso, invece, dirigi le mie brame verso una nuova
fondazione, benchè non abbia neppure le forze sufficienti per compire
qui i miei doveri ».
Il Signore le rispose: « Già
te lo dissi al principio di questo libro: Ti ho prescelta per servire
di luce nelle nazioni, cioè per illuminare un grande numero di anime:
tutti devono trovare in questo libro quanto è necessario per la loro
istruzione e per il loro conforto. A volte gli amici godono di trattare
fra loro di alcune possibilità, che però non hanno nulla di concreto.
Spesso una persona cara propone ad anime dilette cose alquanto ardue,
per provare la loro fedeltà e gioisce alla testimonianza del loro buon
volere. Così io pure mi compiaccio di proporre a' miei eletti alcune
gravi difficoltà, che però non accadranno mai, per mettere alla prova
la loro generosità e il loro amore. Li ricompenso allora con meriti
innumerevoli che diversamente non avrebbero potuto acquistare
».
Gesù proseguì: « Qualche
tempo fa ti misi in cuore il presentimento della morte vicina; la tua
volontà si dispose ad accettarla. Tu volesti che si affrettassero a
darti l'Estrema Unzione e ti preparasti con diligenza a ricevere quel
Sacramento. Ma tu non dovevi morire; sappi che tutto ciò ché allora
facesti, io lo tenga in serbo nell'intima del mio Cuore, come un tesoro
che ti appartiene e che servirà per l'eterna tua beatitudine. Così si
dice nei libri santi: « Justus si morte prcaeoccupatus fuerit, in
refrigerio erit - Il giusto, quando anche fosse colpito da morte
improvvisa, troverà riposo » (Sap. IV, 7).
Se la morte un giorno dovesse sorprenderti senza lasciarti tempo, come
spesso avviene alle anime più sante, di ricevere gli ultimi Sacramenti,
la tua anima non perderà nulla e le tue antecedenti preparazioni ti
varranno la grazia di un transito sereno. Nulla nel mio Cuore
appassisce: esso è un suolo dove la zolla sempre verdeggia, dove fiori
e frutti si mantengono ognora freschi, nell'inalterabile primavera
della mia eternità ».