Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Noi soddisfiamo certamente per le nostre colpe quando operiamo per far piacere a Dio. (San Francesco di Sales)

CAPITOLO LXIII. - FEDELTA' DEL SIGNORE VERSO LE ANIME


E' un fatto innegabile che generalmente siamo più sensibili alle ingiurie di un amico, che a quelle di un nemico, secondo il detto dei salmi: « Se un nemico mi maledicesse, lo avrei sopportato, ecc. Quoniam si inimicus mens maledixisset mihi, sustinuissem utique, etc. » (Sal. LIV, 13). Geltrude si era turbata vedendo che una persona, per la salvezza della quale si era spesa con tanto zelo, non corrispondeva alle sue sollecitudini, anzi pareva che si studiasse di mostrarle astio e disprezzo.

Il Signore, al quale ella aveva confidato il suo cruccio, la consolò dicendole: « Non rattristarti, figlia mia, io ho permesso questa cosa per la tua santificazione. Trovo grandi delizie a conversare teco, e così ho voluto godere più a lungo di questa gioia. La madre di un fanciulletto teneramente amato, lo vuole sempre a sè vicino, e quando lo vede allontanarsi per andare a divertirsi co' suoi compagni, pone nelle vicinanze qualche spauracchio per incutergli timore. E questi impaurito, corre tosto a rifugiarsi nel suo grembo. Io, che sempre ti desidero a me vicino, permetto che le creature ti rechino pena; constatando la loro infedeltà corri allora con maggior ardore verso di me, sicura di trovare nel mio Cuore fedeltà perfetta».

Il Signore la raccolse allora, come una pargoletta, nelle sue braccia e divinamente accarezzandola, le sussurrò all'orecchio queste parole: « Una tenera madre sa bene addoicire co' suoi baci, ì crucci del suo bambino; così io voglio calmare le tue pene ed i tuoi dolori con soavi parole d'amore ». Dopo d'averle fatto gustare sul suo Costato le infinite dolcezze delle divine consolazioni, Gesù le presentò il suo Cuore, dicendole: « Considera, o mia diletta figlia, le profondità del mio Cuore; guarda con quanta diligenza vi ho deposto tutte le azioni che hai compiuto per piacermi, e considera a quale punto le ho arricchite, per il maggior profitto dell'anima tua. Dimmi se puoi rimproverarmi di averti mancato di fedeltà, anche con una sola parola ». Dopo ciò ella vide il Signore intesserle una corona di fiori dorati, di splendore ineffabile, premio della pena testé sofferta.

Geltrude, ricordandosi allora di alcune persone, oppresse da gravi dolori, disse a Gesù: « O Padre misericordioso, chissà quale premio e quale magnifico ornamento preparerai a quelle anime che soffrono immensamente più di me, senza essere ristorate da quelle consolazioni che Tu prodighi all'indegnissimo cuor mio! Eppure neanche con tale soccorso, so soffrire pazientemente le varie contrarietà che m'accadono in giornata! ». Le rispose l'amabile Maestro: « In questa, come in ogni altra circostanza, ti mostro la tenerezza della mia predilezione. Una madre, nell'immenso amor suo, vorrebbe pure rivestire il suo bambino di stoffe d'oro e d'argento; ma, considerando che non potrebbe sopportarne il peso, gli prepara una guarnizione di vaghi fiori che danno risalto alla sua infantile leggiadria, senza opprimerlo soverchiamente. Così io, addolcendo le tue pene perchè non abbia a soccombere, non ti privo del merito della pazienza ».

Queste parole mostrarono a Geltrude la grandezza della divina bontà. Ella ne fu profondamente commossa e cercò di mostrare la sua riconoscenza con fervide lodi. Man mano che ringraziava Gesù delle sofferenze che le aveva inviate, si accorse che i vaghi fiori della sua corona si trasformavano in oro massiccio. Il Signore infatti le fece capire che il ringraziamento per le pene, anche leggere, che l'amore suo ci manda, supplisce a quello che manca in peso a tali sofferenze, dando loro un valore tutto speciale, così come un vaso di puro oro sorpassa in valore un vaso d'argento, semplicemente dorato all'esterno.