CAPITOLO LIV. - DILETTO DELL'ANIMA IN DIO

Molti pensavano che la continua applicazione di Geltrude all'orazione,
fosse la causa del suo stato di languore, o almeno ne impedisse la
perfetta guarigione. Fu perciò consigliata d'interrompere i
trattenimenti prolungati con Dio, ed ella vi si prestò docilmente,
abituata com'era a tener in gran conto l'opinione altrui che preferiva
sempre alla sua.
Invece adunque d'attendere alla contemplazione, ella cercava lo svago
nel decorare in varie maniere le immagini del Crocifisso, per mantenere
sempre vivo in cuore il ricordo dell'unico suo Amico.
Una notte, non potendo dormire, andava architettando nella mente il
disegno d'un sepolcro sontuoso, ornato di dipinti, dove potesse,
durante la prossima settimana Santa, esporre agli sguardi, Gesù
sepolto. Il Dio di bontà, che si delizia nell'osservare e nel notare
anche le minime azioni di coloro che lo amano, si chinò verso Geltrude
e le disse: « Delectare in Domino, charissima et dabit tibi petitiones
cordis tui ». « Rallegrati nel Signore, mia diletta, ed Egli esaudirà
le suppliche del cuor tuo». (Sal. XXXVI, 4).
Con tali parole le fece capire che, quando un'anima trova le sue
delizie in Dio, sia facendo lietamente le opere di dovere, sia cercando
un po' di contento sensibile nelle cose che lo riguardano, Egli prova
delizie ineffabili come un padre di famiglia gode della gioia dei
figli, ascoltando le canzoni di un menestrello che rallegra i
convitati. E' proprio questa la « domanda del cuore » esaudita in
favore dell'anima che, avendo Dio di mira., si diverte innocentemente
nelle cose esteriori. L'uomo si sente appagato, perché desidera
naturalmente che Dio trovi in lui le sue delizie.
Geltrude chiese poi a Gesù: « Qual gloria puoi ritrarre, dolcissimo
Signore, da una gioia che è più dei sensi che non dello spirito? », Le
rispose Gesù: « Un
usuraio avaro non approfitta forse di ogni minima occasione per
aumentare il proprio capitale? Ebbene, io ho stabilito di porre in te
la mia delizia; vigilo, con delicata premura, affinchè nulla si perda
di quanto mi offri per rallegrarmi, nulla, neppure la sfumatura d'un
pensiero, neppure il lieve movimento del tuo dito mignolo. Tutto, tutto
farò servire per la mia gloria e per la tua eterna salute
».
Riprese la Santa: « Se queste piccole cose ti fanno tanto piacere, di
qual valore non sarà al tuo divino sguardo quel piccolo carme che ho
composto da poco e nel quale ho descritto le scene della Passione,
celebrando il tuo amore con parole tolte dagli scritti dei Santi? ».
E Gesù: « Gustai la
gioia piena e perfetta di un amico che, a braccio di un suo vero amico,
passeggiasse in un delizioso giardino per respirarne l'aria piena di
olezzi, per ricrearsi fra il variopinto sorriso dei fiori e il canto
degli uccelli, per godere il rinfresco di squisiti frutti. Tì renderò
gioia per gioia, piacere per piacere, consolazione per consolazione, e
per di più queste stesse cose io farò anche con quelli che leggeranno
il tuo carme, con lo stesso. cuore con cui l'hai composto
».