CAPITOLO XLV. - DELICATO OMAGGIO RESO AL CROCIFISSO

Un venerdì Geltrude, dopo d'aver passato l'intera notte in preghiera e
in desideri ardenti, si ricordò di aver tolto i chiodi del Crocifisso
per porvi boccioli profumati di garofano. Chiese pertanto a Gesù: « O
mio diletto Signore, che hai tu pensato quando con atto tenerissimo,
tolsi i chiodi dalle dolci ferite dei tuoi piedi e delle tue mani, per
porvi fragranti bocciolini? ». Le rispose Gesù: « Tale prova di amore mi ha così
consolato che ho diffuso sulle piaghe dei tuoi peccati il balsamo della
mia divinità; i santi attingeranno delizie eterne alla vista di quelle
ferite asperse da un liquore di così alto pregio ».
Insistette Geltrude: « Mio Gesù, accorderai lo stesso favore a tutti
coloro che ti onoreranno in questo modo? ». « Non a tutti, - rispose il Signore
- ma solamente a quelli che compiranno questo atto con lo stesso tuo
amore; però grande sarà la ricompensa anche per le anime che non ti
eguaglieranno in fervore e divozione ».
A tali dolci parole, Geltrude prese il Crocifisso, lo coperse di teneri
baci e, stringendolo al cuore, gli prodigò tutto il suo amore; poi,
sentendosi venir meno per la veglia così prolungata, depose il
Crocifisso dicendo: « Ti saluto amatissimo Gesù e ti auguro buona
notte: permettimi di dormire perchè possa riavere le forze che ho
esaurito in questi nostri dolci colloqui ». Dette queste parole, tolse
lo sguardo dal Crocifisso per prendere un po' di riposo.
Ma il Signore, avendo staccato il braccio destro dalla Croce, abbracciò
la sua Sposa con infinito amore; e le sussurrò all'orecchio: « Ascolta mia diletta, voglio farti
sentire il canto della mia divina dilezione » e sulla
melodia dell'inno Itex Christe, factor omnium, cantò, con la dolcissima
sua voce, questa strofa:
Amor meus continuus
Tibi languor assiduus,
Amor tuus suavissimus
Mthi sapor gratissimus.
L'amor mio incessante
Eternizza il tuo languore
L'amor tuo avvampante
M'offre il più dolce
sapore.
Finito che ebbe, disse: « Ora,
invece del Kyrie eleison, che si canta dopo ogni strofa, chiedimi le
grazie che desideri ». Geltrude espose le sue suppliche e
fu esaudita pienamente. In seguito il Signore Gesù cantò la stessa
strofa, invitando la sua Sposa a pregare: dissero così alternativamente
parecchie volte le stesse parole, ma Geltrude, per la prolungata
insonnia, si sentiva mancare le forze, tanto che divenne necessario
ripararle. S'abbandonò un momento al sonno fino all'alba: il Signore
Gesù, che sta sempre con coloro che lo amano, le apparve in sogno e lai
riscaldò dolcemente sul suo Cuore. Sembrò che nella ferita del Costato
preparasse un cibo delizioso, che con le sue mani offrì a Geltrude per
rinvigorirla. Infatti si svegliò completamente ristorata, tanto che,
nel pieno possesso delle sue forze, sciolse un inno di ringraziamento
al suo Signore.