CAPITOLO XLIII. - L'IMMAGINE DEL CROCIFISSO

Geltrude desiderava ardentemente di avere un Crocifisso per venerarlo
spesso con amore; però cercava di moderare il suo desiderio, temendo
che quell'esercizio esteriore troppo assiduo, fosse a detrimento delle
sue predilette pratiche interiori. Gesù le disse allora: « Non temere, mia diletta figlia;
in tale divozione io sono l'unico oggetto dei tuoi pensieri, quindi non
può ostacolare le gioie spirituali di cui ti colmo. Ti confido poi che
mi torna assai gradito vedere lo strumento del mio supplizio circondato
d'amore e di rispetto. Un re che non può sempre stare con la sua sposa
diletta, le lascia talora vicino il parente più caro; in questo caso
egli ritiene fatte a se stesso tutte le gentilezze che la sposa prodiga
a costui, perchè sa che non agisce per impulso di affezione illecita
verso un estraneo, ma per casto amore allo stesso suo sposo. Così io
trovo le mie delizie negli onori resi alla Croce, perchè sono una prova
d'amore per me. Tuttavia non basta contentarsi d'avere la Croce; essa
deve rendere più vivo il ricordo dell'amore e della fedeltà che mi
hanno fatto sopportare le amarezze della Passione, perchè più che alla
sodisfazione personale, bisogna mirare agli esempi che il Crocifisso
richiama ».