Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione all'autorità  costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, bensì sono quelle che circondano l'eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: «E nel tuo lume vedrò il lume». (San Pio da Pietrelcina)

CAPITOLO XLII. - IL FASCETTO DI MIRRA


Geltrude vicino ai letto teneva il Crocifisso. Una notte parve chinarsi su lei, quasi stesse per cadere; essa lo rialzò teneramente, dicendo: « O dolcissimo Gesù, perchè t'inchini? ». Rispose Egli: « L'amore del mio Divin Cuore mi trae verso di te». Allora ella prese la santa immagine, se la strinse al cuore, la coperse di carezze e di baci esclamando: « Fasciculus myrrhae dilectus meus mihi. - Il mio diletto è per me un fascetto di mirra » (Cent. 1, 12). L'amabile Salvatore, terminando la citazione, a nome suo, aggiunse: «Inter haec ubera mea commorabitur - Egli dimorerà sul mio seno» (Ibid.).

Inoltre le insegnò che l'uomo deve unire tutte le sue pene e difficoltà alla sua santissima Passione, così come s'introduce un ramoscello di fiori in un fascetto di mirra. Se il numero e l'intensità dei suoi mali lo portano all'impazienza, deve ricordare l'ammirabile dolcezza del Cuore di Gesù che, simile a mansueto agnello, si è lasciato prendere ed immolare per la nostra salute, senza proferire lamento. Se l'uomo sta per vendicarsi del male ricevuto, ricordi con quale generosità il suo Dio non rese mai male per male, né fece vendetta per gli oltraggi ricevuti. Anzi, in ricambio degli atroci dolori che gl'inflissero, riscattò con lei sofferenze e con la morte, coloro che l'avevano perseguitato fino a vederlo spirare sotto i loro occhi. Infine se l'uomo sente odio contro i suoi nemici, ricordi l'eccessiva mansuetudine con la quale l'amorosissimo Figlio di Dio, fra i dolori cocenti della Passione e le angosce di morte pregò per coloro che lo crocifissero, dicendo: « Pater, angosce illis etc. - Padre, perdona loro ecc. ». Unendosi a quello stesso amore, preghi lui pure per i suoi nemici.

Aggiunse ancora Gesù: « Se alcuno avvolge e nasconde, per così dire, le sue pene nel fascetto di mirra dei miei dolori e si fortifica agli esempi della mia Passione, cercando d'imitarli, diventa allora veramente colui che inter ubera mea commorabitur. Io gli accorderò con tenerezza speciale, tutto ciò che ho meritato mediante la mia pazienza e le altre virtù, affinché le sue ricchezze siano aumentate ».

Geltrude chiese allora: « Gradisci, o mio Gesù, l'amore che si porta all'immagine della tua Croce? » « Io l'accetto con profonda gratitudine - rispose - però coloro che venerano la Croce senza imitare i miei esempi, assomigliano ad una madre che riveste la sua figliuola con abiti a sua scelta, senza tener conto dei gusti della sua creatura e talvolta facendole sopportare amari rifiuti. Finchè la figlia non si veda assecondata, nelle sue brame, non è riconoscente per le spese fatte a suo riguardo, perchè sa che la mamma l'adorna per sodisfare alla sua vanità e non per vera tenerezza. Così tutte le prove d'amore, di lode, di rispetto prodigate al Crocifisso non possono farmi piacere, se non, si cerca nello stesso tempo d'imitare gli esempi della mia Passione».