CAPITOLO XLI. - PIO SGUARDO AL CROCIFISSO

Un venerdì, mentre Geltrude rimirava il Crocifisso, fu penetrata tutta
di dolore e d'amore. Ella disse fiduciosamente a Gesù: « Dolcissimo e amantissimo
Salvatore, quanto hai sofferto oggi per la mia salvezza! Ed io
miserabile ho trascorso l'intera giornata in occupazioni futili, senza
ricordare quanto ogni ora hai patito per me Tu che, essendo la vita,
sei morto per amore del mio amore! ».
Gesù dall'alto della Croce le rispose: « Io ho supplito alle tue
negligenze, raccogliendo oggi, d'ora in ora, nel mio Cuore, quanto
avresti dovuto radunare nel tuo, ed è così colmo di grazie per te, che
ne è come ingombro, così che aspettavo ansiosamente il momento in cui
tu mi avresti diretta questa preghiera perchè senza di essa, tutto
quanto ho accumulato per Te non ti avrebbe giovato a nulla. Con questa
preghiera invece tu puoi appropriartelo davanti a Dio Padre, come cosa
tua ».
Riconosciamo l'amore di Dio per gli uomini! Appena l'anima negligente
ha formulato un solo pensiero di rimpianto, Gesù offre a Dio Padre,
soddisfazione per essa e lo fa con tale pienezza che ogni colpa resta
riparata. Oh, quanto merita di essere benedetta e ringraziata una tale
misericordia!
Un giorno, mentre Geltrude contemplava con divozione il Crocifisso,
comprese che l'anima, guardando amorosamente l'emblema della nostra
Redenzione, merita che Dio rivolga con bontà il suo sguardo verso di
lei. Sotto l'influsso del medesimo sguardo essa diviene brillante come
uno specchio, ove si riflette l'immagine del Salvatore; la Corte
celeste si rallegra a tale vista e l'anima ne ha aumento di merito per
l'eterna ricompensa.
Geltrude ricevette anche questo insegnamento: quando l'uomo guarda il
Crocifisso con divozione, deve pensare che Gesù gli dica con bontà: « Ecco come per tuo amore ho voluto
essere appeso nudo, sfigurato, coperto di piaghe, con le membra
violentemente distese su d'una Croce! Il mio Cuore è così
appassionatamente amante del tuo che, se per salvarti fosse necessario,
sopporterei di bel nuovo, volentieri per te sola, tutto quanto ho
sofferto per il mondo intero!». Tali pensieri devono
ridestare nei cuori sentimenti di riconoscenza, perchè è sempre effetto
di una grazia divina che gli occhi degli uomini incontrino l'immagine
della Croce, e non ve li fissino mai senza che l'anima ne risenta
salutari impressioni. La contemplazione dei dolori di Gesù è sempre di
profitto; perciò sarebbe assai colpevole il cristiano ingrato che
trascurasse di venerare Colui che si è offerto come prezzo inestimabile
del nostro riscatto.
Altra volta, mentre il suo spirito era immerso nella considerazione dei
patimenti del Redentore, comprese che le preghiere, o meditazioni che
hanno qualche relazione con tali misteri, portano all'anima maggior
frutto degli altri esercizi. Infatti come è impossibile maneggiare la
farina senza impolverarsi, così l'anima non può meditare la Passione,
sia pure con poco fervore, senza trarne qualche vantaggio. Quando una
persona legge qualche punto dei dolori di Gesù, essa procura all'anima
sua una specie di attitudine e facilità a ricevere i frutti dei
medesimi dolori, giacchè l'intenzione di chi medita frequentemente la
Passione. è più fruttuosa delle innumerevoli intenzioni di altri che
non se ne occupano mai. Sforziamoci dunque di coltivare tale sacro
ricordo, affinchè diventi per noi favo di miele alla bocca, melodia
armoniosa all'orecchio, allegrezza ineffabile al cuore.