CAPITOLO XXXVII. - COME IL SIGNORE CORREGGE I DIFETTI DELL'ANIMA AMANTE

In una solennità della Vergine Maria, Geltrude, avendo ricevuto favori
eccelsi, considerava amaramente la sua ingratitudine e negligenza. Le
sembrava di non aver mai reso degni omaggi alla Madre di Dio ed agli
altri Santi. Eppure avendo ricevuto grazie stupende, sentiva il bisogno
di offrire lodi superne.
Il Signore, volendola consolare, si rivolse alla Vergine ed ai Santi: « Non ho forse io riparato
sovrabbondantemente le negligenze della mia Sposa a vostro riguardo,
quando mi sono comunicato ad essa, davanti a voi, nelle delizie della
mia Divinità? ». « In verità - risposero - la sodisfazione
ricevuta è stata incommensurabile ».
Allora Gesù si rivolse con tenerezza verso la sua Sposa dicendole: « Questa riparazione non ti basta? ».
« O benignissimo Signore, - rispose - certo che mi basta, ma non posso
essere pienamente felice, perchè un pensiero turba la mia gioia:
conosco la mia debolezza e penso che, dopo aver ricevuto la remissione
delle mie passate negligenze, potrei commetterne altre ancora », Ma il
Signore aggiunse: « Mi
darò a te in un modo così completo, da riparare non solo le colpe
passate, ma anche quelle che in avvenire potranno contaminare l'anima
tua. Sforzati però, dopo d'avermi ricevuto nel SS. Sacramento, di
mantenerti in una perfetta purezza ». E Geltrude: « Ohimè!
Signore, temo assai di non essere capace di praticare tale condizione,
perciò ti prego, o amabilissimo Maestro, d'insegnarmi a cancellare
immediatamente ogni macchia di peccato », « Non permettere - rispose il
Signore - che la colpa rimanga neppure un momento sull'anima tua, ma
appena t'accorgerai di qualche imperfezione, invocami con quel versetto
« Miserere mei Deus » oppure con questa preghiera: « O Cristo Gesù,
unica mia salvezza, per i meriti della tua morte salutare, dammi il
perdono di tutti i miei peccati».
In seguito Geltrude si comunicò e l'anima sua le parve limpida come
purissimo cristallo, più bianca della neve. La divinità di Gesù,
ch'ella aveva ricevuto, splendeva quasi oro finissimo che rifulge
attraverso il cristallo, producendovi operazioni così meravigliose e
così dolci, che l'adorabilissima Trinità e tutti i Santi gustarono
ineffabili delizie. Geltrude compresa allora che tutto quanto si è
perduto spiritualmente, può riacquistarsi per mezzo della SS.
Comunione, degnamente ricevuta. Infatti la divinità agiva in essa in
modo cosi eccelso, che tutta la Corte celeste proclamava di gustare
gioie ineffabili, mirando l'anima sua pervasa di luce divina.
Riguardo poi a quello che più sopra abbiamo affermato, cioè che il
Signore le aveva promesso di cancellare perfino le colpe future,
bisogna intendere la cosa in questo senso: come attraverso ad un prisma
di cristallo si può vedere ugualmente da tutte le faccie ciò che il
cristallo racchiude, così l'operazione divina si sarebbe compiuta in
Geltrude, tanto se fosse stata attenta e fedele nella pratica delle
buone opere, quanto se la fragilità umana avesse momentaneamente
distolta la sua attenzione.
Ma perchè tale meravigliosa, salutare opera potesse compirsi, era
necessario che l'anima non fosse oscurata da ombra di colpa pienamente
avvertita.