Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Io non cesso d'implorarvi da Gesù le benedizioni, e pregare il Signore di trasfigurarvi interamente in lui. O figliuole mie!, quanto è bello il suo volto e dolci i suoi occhi, e quanto buona cosa è lo stare accanto a lui sul monte della sua gloria! Ivi dobbiamo collocare i nostri desideri tutti e le nostre affezioni. Noi siamo, contro ogni nostro merito, sui gradini del Tabor, avendo ferma risoluzione di ben servire ed amare la sua divina bontà . (San Pio da Pietrelcina)

CAPITOLO XXXVII. - COME IL SIGNORE CORREGGE I DIFETTI DELL'ANIMA AMANTE


In una solennità della Vergine Maria, Geltrude, avendo ricevuto favori eccelsi, considerava amaramente la sua ingratitudine e negligenza. Le sembrava di non aver mai reso degni omaggi alla Madre di Dio ed agli altri Santi. Eppure avendo ricevuto grazie stupende, sentiva il bisogno di offrire lodi superne.

Il Signore, volendola consolare, si rivolse alla Vergine ed ai Santi: « Non ho forse io riparato sovrabbondantemente le negligenze della mia Sposa a vostro riguardo, quando mi sono comunicato ad essa, davanti a voi, nelle delizie della mia Divinità? ». « In verità - risposero - la sodisfazione ricevuta è stata incommensurabile ».

Allora Gesù si rivolse con tenerezza verso la sua Sposa dicendole: « Questa riparazione non ti basta? ». « O benignissimo Signore, - rispose - certo che mi basta, ma non posso essere pienamente felice, perchè un pensiero turba la mia gioia: conosco la mia debolezza e penso che, dopo aver ricevuto la remissione delle mie passate negligenze, potrei commetterne altre ancora », Ma il Signore aggiunse: « Mi darò a te in un modo così completo, da riparare non solo le colpe passate, ma anche quelle che in avvenire potranno contaminare l'anima tua. Sforzati però, dopo d'avermi ricevuto nel SS. Sacramento, di mantenerti in una perfetta purezza ». E Geltrude: « Ohimè! Signore, temo assai di non essere capace di praticare tale condizione, perciò ti prego, o amabilissimo Maestro, d'insegnarmi a cancellare immediatamente ogni macchia di peccato », « Non permettere - rispose il Signore - che la colpa rimanga neppure un momento sull'anima tua, ma appena t'accorgerai di qualche imperfezione, invocami con quel versetto « Miserere mei Deus » oppure con questa preghiera: « O Cristo Gesù, unica mia salvezza, per i meriti della tua morte salutare, dammi il perdono di tutti i miei peccati».

In seguito Geltrude si comunicò e l'anima sua le parve limpida come purissimo cristallo, più bianca della neve. La divinità di Gesù, ch'ella aveva ricevuto, splendeva quasi oro finissimo che rifulge attraverso il cristallo, producendovi operazioni così meravigliose e così dolci, che l'adorabilissima Trinità e tutti i Santi gustarono ineffabili delizie. Geltrude compresa allora che tutto quanto si è perduto spiritualmente, può riacquistarsi per mezzo della SS. Comunione, degnamente ricevuta. Infatti la divinità agiva in essa in modo cosi eccelso, che tutta la Corte celeste proclamava di gustare gioie ineffabili, mirando l'anima sua pervasa di luce divina.

Riguardo poi a quello che più sopra abbiamo affermato, cioè che il Signore le aveva promesso di cancellare perfino le colpe future, bisogna intendere la cosa in questo senso: come attraverso ad un prisma di cristallo si può vedere ugualmente da tutte le faccie ciò che il cristallo racchiude, così l'operazione divina si sarebbe compiuta in Geltrude, tanto se fosse stata attenta e fedele nella pratica delle buone opere, quanto se la fragilità umana avesse momentaneamente distolta la sua attenzione.

Ma perchè tale meravigliosa, salutare opera potesse compirsi, era necessario che l'anima non fosse oscurata da ombra di colpa pienamente avvertita.