CAPITOLO XXXI. - PROCESSIONE CON L'IMMAGINE DELLA CROCE

Al ritorno di una processione, che era stata fatta per ottenere la
serenità del tempo, mentre le Monache varcavano la soglia della Chiesa
precedute dal Crocifisso, Geltrude sentì che il Figlio di Dio,
dall'alto del suo patibolo, diceva al Padre: « Eccomi, o Padre,
rivestito dell'umana natura, che ho assunto per la salvezza del mondo;
io vengo con una falange di anime fedeli ad offrirti le mie suppliche
». Ella comprese che l'Eterno Padre era stato placato con quelle
semplici parole, più che se gli avessero offerto una soddisfazione che
superasse cento volte i peccati degli uomini.
Le sembrò che il Padre, innalzando la Croce, dicesse: « Hoc erit signum
foederis inter me et terram - Ecco il segno dell'alleanza fra me e la
terra » (Gen. IX, 13).
In altra occasione il popolo era assai preoccupato per il maltempo.
Geltrude ed altre anime avevano implorato la misericordia di Dio, senza
nulla ottenere; allora la Santa disse fiduciosamente a Gesù: « O vero Amico degli uomini, come
puoi resistere a tante preghiere? Io sono l'ultima delle tue creature,
pure è tale la mia confidenza in Te, che potrei io sola impetrare
favori molto più grandi; perchè tardi ad esaudire la voce di tutto un
popolo? ». « Pensi
tu - rispose il benignissimo Salvatore - che un padre si stancherebbe
di ascoltare suo figlio domandargli uno scudo, se a ciascuna delle sue
domande potesse mettergli in serbo cento monete d'oro? Non ti sorprenda
dunque se Io vi lascio supplicare inutilmente, come a voi sembra; ogni
qualvolta m'invocate per ottenere un cielo più sereno, anche allora che
m'indirizzate a questo scopo solo una parola, o un languido desiderio,
aggiungo ai vostri eterni tesori più assai di cento monete d'oro ».