CAPITOLO XXI. - RIPOSO DEL SIGNORE

Nella domenica dopo la festa della SS. Trinità, sull'ora di
mezzogiorno, il Signore apparve a Geltrude assiso sul suo trono; pareva
dolcemente addormentato, inebriato dal mistico vino dell'amore.
Geltrude si prostrò a' suoi piedi, li baciò ripetutamente e, come di
solito, prodigò al suo Diletto tenerezze ineffabili. Tuttavia visse per
tre giorni in grande aridità di spirito. Al quarto giorno, durante la
S. Messa, non potendone più, ella abbandonò i piedi del Signore e, con
l'ingenuo ardore della sua tenerezza, si slanciò sul Cuore del suo
Diletto, cercando d'interromperne il sonno.
Il Signore si svegliò e, cedendo alle dolci istanze della sua Sposa, la
cinse con le braccia divine, e serrandola sui trafitto Costato, le
disse: « Posseggo ora
ciò che ho tanto desiderato. La volpe che spia la preda si stende per
terra fingendo d'essere morta e quando gli uccelli, ingannati dalla sua
posa, le svolazzano intorno per cibarsi delle sue carni, essa, con
rapido salto, li afferra. Io pure, ardendo d'amore per Te, ho usato
un'astuzia simile, per possederti interamente e raccogliere il vivo
slancio dell'anima tua, acuito dal lungo desiderio ».