CAPITOLO XX. - FERVIDO AMORE PER DIO E OMAGGIO ALLA VERGINE MARIA

Geltrude aveva l'abitudine, (comune del resto fra coloro che si amano),
d'indirizzare tutto quanto le pareva bello e gradito verso il suo
diletto Gesù. Quando sentiva leggere, o cantare in onore della Vergine,
o dei Santi, parole di tenerezza che ridestavano i suoi affetti, ella
si indirizzava con slancio del cuore al Re dei re, al Sovrano
unicamente amato. Ora accadde che, nella solennità dell'Annunciazione,
il predicatore si compiacque di esaltare grandemente la Regina del
cielo e non parlò dell'Incarnazione del Verbo, causa della nostra
salvezza. Geltrude ne provò un'intima pena e, passando dopo la predica
davanti all'altare della gran Madre di Dio, non potè salutarla con la
solita tenerezza dolce e profonda,. ma il suo amore si rivolse tutto
verso Gesù, frutto benedetto del seno verginale.
Poco dopo Geltrude si sentì presa da un certo turbamento e chiese a se
stessa se, con tali sentimenti, non avesse mal disposta verso di sè la
Celeste Sovrana.
Gesù si degnò d'istruirla, dissipando delicatamente le sue
inquietudini. « Non
temere, carissima figlia, d'aver offeso la mia dolce Madre, volgendo
tutti i moti del tuo cuore verso di me; Ella al contrario ne è assai
soddisfatta. Però, per levarti ogni scrupolo in avvenire, quando tu
passerai dinanzi all'altare della mia purissima Madre, saluta
divotamente la sua immagine e non curare la mia ». « Non
sia mai - ribatté vivacemente Geltrude - ch'io trascuri Colui che è
tutta la mia gioia e la mia vita, per rivolgere ad altri gli atti della
mia riverenza e del mio amore! ». Il Signore insistette con ineffabile
tenerezza « Mia cara figlia, obbediscimi e ogni qualvolta, noncurante
di me, saluterai la Madre mia, ti compenserò come se avessi compiuto,
un atto di alta perfezione, anzi come se di gran cuore tu avessi
disprezzato innumerevoli beni per accrescere e centuplicare la mia
gloria ».