Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Un'altra volta, mi trovai accanto una figura luminosa. Era uno spirito raggiante come l'avevo già  visto durante il viaggio in ferrovia. Avevo allora notato che su ognuna delle chiese davanti a cui passavo stava un angelo, e ognuno di quegli spiriti, custodi dei vari templi, s'inchinava davanti allo spirito che si trovava accanto a me. Una volta varcata la soglia del convento, questo spirito era scomparso e io avevo ringraziato Dio per la sua bontà  di avermi dato per compagno degli angeli. Quanto pochi, tra gli uomini, riflettono d'avere sempre al fianco un ospite del genere, il quale è al tempo stesso un testimonio a ciascuna delle nostre azioni! (Santa Faustina Kowalska)

CAPITOLO XI. - DI UN'INDULGENZA E DELL'AMORE AL DIVIN BENEPLACITO


Geltrude seppe che si predicava un'indulgenza di parecchi anni, secondo l'uso di quei tempi per incoraggiare offerte: ella disse al Signore: « O mio Dio, se possedessi grandi ricchezze vorrei consacrare argento e oro per la gloria di Dio, l'onore del tuo Nome, in espiazione delle mie colpe e per ottenere l'ampiezza delle sante indulgenze».

Rispose Gesù con bontà: « Con l'autorità e la potenza della mia Divinità, ricevi la completa remissione delle tue colpe e fragilità». La sua anima le riapparve subito purificata e smagliante di celeste candore.

Qualche giorno dopo, rivide l'anima sua scintillante di purezza ed ebbe timore d'essersi illusa, perchè aveva commesso alcune negligenze che avrebbero dovuto appannare quel magnifico splendore.

Il Signore con dolce benignità volle consolarla e le disse: « Credi tu forse che io abbia un potere inferiore a quello che pur ho accordato alle mie creature? Se ho comunicato al sole la virtù di fare sparire le macchie col calore dei suoi raggi infuocati, e di rendere la parte macchiata nitida, e linda, a più forte ragione Io, che sono il Creatore dei sole, potrò diffondere la ricchezza della mia misericordia sull'anima che desidero purificare ed abbellire con la forza indomabile del mio eterno amore».

In altra occasione Geltrude alla vista della sua indegnità, si era così scoraggiata da non poter più cantare le divine lodi, nè aspirare alle dolcezze della contemplazione. In seguito però riuscì a rinvigorirsi per la misericordia di Dio, ed i meriti della santissima vita di Nostro Signore Gesù Cristo; così le fu possibile avanzarsi, secondo il suo desiderio, verso la Maestà del Re dei re, rivestita di quella bellezza che brillava nella regina Ester, in presenza d'Assuero.

Il Signore le chiese benevolmente: «Che cosa comandi, o mia regina e sovrana? ». Ella rispose: « Chiedo e desidero ardentemente, che si compia in me sempre la tua amabilissima volontà! ». Allora il Salvatore, nominandole l'una dopo l'altra le persone che si erano raccomandate alle sue preghiere, le chiese: « Che vuoi per quell'anima, e per quell'altra, e per quest'altra che più particolarmente si raccomandano alle tue orazioni? ».

« Oh, mio Dio, - rispose Geltrude - la mia delizia è tutta qui: domando unicamente che si compia in esse, a perfezione, la tua divina Volontà ». Insistette Gesù: « E per te non hai qualche desiderio particolare? ». Geltrude affermò: « Desidero sopra tutte le cose vedere la tua amabile pacifica Volontà realizzarsi in me in tutte le creature: per raggiungere questo scopo sarei pronta ad esporre a qualsiasi supplizio ciascun membro del mio corpo ».

L'infinita bontà di Dio, che le aveva ispirato brame così perfette, volle degnamente compensarla con questa promessa: « Tu hai commosso il mio Cuore col tuo assoluto abbandono alla mia Volontà, perciò mi compiaccio di ricompensare il tuo ardente zelo con un dono specialissimo. Ti amerò in avvenire, e Tu sarai gradita al mio divino sguardo come se sempre la tua vita fosse stata la copia perfetta della mia Volontà, e non l'avessi mai trasgredita nella minima cosa ».