CAPITOLO XI. - DI UN'INDULGENZA E DELL'AMORE AL DIVIN BENEPLACITO

Geltrude seppe che si predicava un'indulgenza di parecchi anni, secondo
l'uso di quei tempi per incoraggiare offerte: ella disse al Signore: «
O mio Dio, se possedessi grandi ricchezze vorrei consacrare argento e
oro per la gloria di Dio, l'onore del tuo Nome, in espiazione delle mie
colpe e per ottenere l'ampiezza delle sante indulgenze».
Rispose Gesù con bontà: « Con
l'autorità e la potenza della mia Divinità, ricevi la completa
remissione delle tue colpe e fragilità». La sua anima le
riapparve subito purificata e smagliante di celeste candore.
Qualche giorno dopo, rivide l'anima sua scintillante di purezza ed ebbe
timore d'essersi illusa, perchè aveva commesso alcune negligenze che
avrebbero dovuto appannare quel magnifico splendore.
Il Signore con dolce benignità volle consolarla e le disse: « Credi tu forse che io abbia un
potere inferiore a quello che pur ho accordato alle mie creature? Se ho
comunicato al sole la virtù di fare sparire le macchie col calore dei
suoi raggi infuocati, e di rendere la parte macchiata nitida, e linda,
a più forte ragione Io, che sono il Creatore dei sole, potrò diffondere
la ricchezza della mia misericordia sull'anima che desidero purificare
ed abbellire con la forza indomabile del mio eterno amore».
In altra occasione Geltrude alla vista della sua indegnità, si era così
scoraggiata da non poter più cantare le divine lodi, nè aspirare alle
dolcezze della contemplazione. In seguito però riuscì a rinvigorirsi
per la misericordia di Dio, ed i meriti della santissima vita di Nostro
Signore Gesù Cristo; così le fu possibile avanzarsi, secondo il suo
desiderio, verso la Maestà del Re dei re, rivestita di quella bellezza
che brillava nella regina Ester, in presenza d'Assuero.
Il Signore le chiese benevolmente: «Che
cosa comandi, o mia regina e sovrana? ». Ella rispose: «
Chiedo e desidero ardentemente, che si compia in me sempre la tua
amabilissima volontà! ». Allora il Salvatore, nominandole l'una dopo
l'altra le persone che si erano raccomandate alle sue preghiere, le
chiese: « Che vuoi per
quell'anima, e per quell'altra, e per quest'altra che più
particolarmente si raccomandano alle tue orazioni? ».
« Oh, mio Dio, - rispose Geltrude - la mia delizia è tutta qui: domando
unicamente che si compia in esse, a perfezione, la tua divina Volontà
». Insistette Gesù: « E
per te non hai qualche desiderio particolare? ». Geltrude
affermò: « Desidero sopra tutte le cose vedere la tua amabile pacifica
Volontà realizzarsi in me in tutte le creature: per raggiungere questo
scopo sarei pronta ad esporre a qualsiasi supplizio ciascun membro del
mio corpo ».
L'infinita bontà di Dio, che le aveva ispirato brame così perfette,
volle degnamente compensarla con questa promessa: « Tu hai commosso il mio Cuore col
tuo assoluto abbandono alla mia Volontà, perciò mi compiaccio di
ricompensare il tuo ardente zelo con un dono specialissimo. Ti amerò in
avvenire, e Tu sarai gradita al mio divino sguardo come se sempre la
tua vita fosse stata la copia perfetta della mia Volontà, e non
l'avessi mai trasgredita nella minima cosa ».