Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Medjugorje è la sorgente d'acqua viva che disseta, lava, purifica. È difficile trovare altrove le cose simili: ho visto migliaia di giovani davanti ai confessionali e tante persone anziane salire verso il monte per pregare. Poi, la Messa internazionale, l'adorazione solenne nella notte: sembra una vera Pentecoste. Come si spiega tutto ciò? La gente ha bisogno della Madre, ha bisogno di Dio e qui Lo trovano. Si, abbiamo cercato il cielo e qui lo abbiamo toccato con un dito, ne abbiamo preso un pezzettino anche per voi. Abbiamo preso degli impegni, ricevuto dei doni e ne riceveremo altri. Nelle mani di Maria abbiamo deposto le preghiere: la Madre saprà  intercedere e provvedere per noi e per voi. (Don Nikola Vucic)

CAPITOLO IX. - GENEROSA DISPENSAZIONE DELLA DIVINA GRAZIA


Dio aveva rivelato ad una persona che voleva, per le preghiere delle monache, liberare un grande numero di anime purganti, perciò erano state richieste al Convento preghiere particolari. Geltrude si dispose a recitarle con grande fervore, in unione alle sue consorelle, quando scorse Nostro Signore tutto raggiante di gloria nell'atto di dispensare i suoi benefici. Siccome non poteva chiaramente discernere l'atto del Signore, gli chiese fiduciosamente: « O Dio, ricco di bontà, nell'ultima festa di S. Maria Maddalena ti sei degnato di rivelare, alla tua indegna serva, che avresti accordato grazie speciali di misericordia a coloro che in quel giorno si sarebbero prostrati ai tuoi piedi per imitare la fortunata peccatrice, tua amatissima seguace. Degnati, te ne supplico, rivelarmi anche oggi, l'atto che stai compiendo in questo momento ». Rispose il Signore: « Distribuisco i miei doni ». Comprese ella allora che Egli applicava alle anime dei defunti le preghiere del Convento. Quantunque però questa anime fossero presenti, essa non poteva vederle.

Aggiunse il Signore: « Non vorresti offrirmi i tuoi meriti, perchè io possa aumentare le mie liberalità? ». L'anima di Geltrude fu intenerita per l'unzione di tale dolce invito e, pur non sapendo che la comunità era tutta in preghiera per lo stesso scopo, provò una grande riconoscenza per nostro Signore che si degnava chiederle qualche cose di personale. Rispose quindi gioiosamente: « Sì, mio Dio, io ti offro, non soltanto i miei beni che sono poca cosa, ma anche quelli della comunità di cui posso disporre in virtù di quel dolce vincolo fraterno che la tua divina grazia ha stretto fra noi; quindi con volontà piena, ti presento quest'offerta per onorare le tue divine perfezioni».

Allora il Signore, come distolto dalla sua occupazione per l'immensa gioia che gli procurava tale offerta, stese una bianca nuvola che lo coperse insieme alla sua amatissima Sposa, poi s'inchinò verso di lei ed attirandola dolcemente a sè, le disse: « Occupati di me solo, e gusta le delizie della mia grazia ».

Ma Geltrude riprese: « Perché mai, o Dio, infinitamente buono, hai rivelato a un'altra persona quello che volevi fare per le anime purganti, e mi hai privato di questa luce, mentre, di solito, mi sveli la maggior parte de' tuoi segreti? ». Rispose il Signore: « Ricordati che spesso i miei doni non servono che ad umiliarti, perché te ne giudichi indegna; così li ricevi come un mercenario a cui si paga il salario. Tu pensi che la tua fedeltà dipenda unicamente da questi benefici, e allora esalti le anime che, senza alcun favore speciale, sono fedelissime in tutte le cose. Ebbene stavolta ho voluto farti condividere la loro sorte, perchè il tuo zelo per le anime purganti e le tue assidue preghiere, non essendo ispirate d'alcun favore particolare, fossero per te più meritorie ».

Mentre ascoltava queste ineffabili parole, fu come rapita nella contemplazione di quella bontà divina che, ora diffonde sulle anime nostre il fiume impetuoso delle sue grazie, ora rifiuta anche un minimo favore per custodire più sicuramente tali grazie.

La vista dell'ammirabile condotta di Dio che tutto faceva convergere al bene dell'anima sua, eccitò in essa tale riconoscenza che, rapita in estasi e quasi venendo meno sotto l'azione divina, si gettò sul sacro petto di Gesù, dicendo: « O Dio, la mia debolezza non può sopportare la vista di queste meraviglie d'amore ». Il Signore attenuò allora lo splendore di quella luce; ma quando Geltrude si fu un po' rinvigorita, gli disse: « Poichè la tua Provvidenza, o mio Dio, nella sua incomprensibile sapienza, ha creduto bene privarmi di questo dono, non voglio più nemmeno desiderarlo. Però ti pregherei di dirmi soltanto, se mi esaudisci quando io ti prego in favore de' miei amici ». E il Signore affermò con giuramento: « Io ti esaudisco con la mia divina virtù ». « Allora ti prego per quella persona che mi fu sì spesso raccomandata ». Geltrude vide sfuggire dal sacro petto del Redentore un ruscello d'acqua limpida come il cristallo, che penetrò fino nel più intimo dell'anima per la quale pregava. Ella interrogò ancora il Signore: « Se questa persona non sente l'effusione della tua grazia che l'investe, potrà approfittarne? ». E Gesù di rimando: « Quando il medico fa prendere ad un malato una medicina salutare, spesso non è dato a coloro che lo curano constatarne subito i buoni effetti, ed il malato stesso non si sente guarito sul momento. Pure il medico, che conosce la potenza del rimedio, ne prevede il felice risultato ». « Ma perchè, Signore » - insistette Geltrude - « non togli a quest'anima le sue cattive abitudini e gli altri suoi difetti come tante volte te ne ho pregato? ». « Non hai tu meditato - rispose il signore - quello che si dice della mia infanzia: "Profictebat aetate et sapienza coram Deo et hominibus? Avanzava in grazia e in sapienza davanti a Dio e davanti agli uomini?" (Luc. II, 52). Questa persona con lento progresso giornaliero, cambierà a poco a poco i suoi difetti in virtù; io le perdonerò tutto quello che deriva dall'umana fragilità, per potere poi darle in cielo le ricompense che ho destinato all'uomo, volendo io innalzarlo al di sopra degli stessi angeli ».

L'ora della S. Comunione s'avvicinava. Geltrude domandò al Signore di volere benevolmente anticipare il tempo della sua misericordia e di convertire tanti peccatori, quante erano le anime purganti che avrebbe liberato, ascoltando le preghiere della comunità. Ella aveva l'intenzione di pregare per le anime peccatrici che, nella divina prescienza, si sarebbero salvate, non osando includere anche quelle che già correvano la via della dannazione. Ma il Signore le rimproverò quella riserva: « Con la presenza reale del mio Corpo e del mio prezioso Sangue che stai per ricevere - le disse - non potresti ottenere che anche i peccatori che stanno per dannarsi abbiano a convertirsi? ».

L'immensa misericordia racchiusa in tali parole la riempì d'ammirazione: « O mio Dio, - rispose - poichè la tua infinita bontà si degna d'ascoltare la mia preghiera, io, unendomi all'amore di tutte le tue creature, ti domando di convertire tanti peccatori quante anime purganti libererai, e di convertire quegli stessi peccatori che vivono in istato di dannazione: tale immensa grazia sia accordata a tutti coloro a cui vorrai dispensarla, dovunque essi siano e nel tempo fissato dalla tua Provvidenza. Rivolgendoti questa supplica non voglio avere di mira nè i miei amici, nè i miei parenti, nè alcuno della mia famiglia ».

Il Signore accolse benevolmente questa generosa domanda e promise esaudirla; Geltrude aggiunse: « Vorrei sapere, o mio Dio, quello che potrei fare per supplire all'insufficienza delle mie preghiere ». Ma il Signore non rispondeva. E Geltrude: « O mio dolce Gesù, Tu taci perché, conoscendo il fondo de' cuori, non puoi chiedere alla mia debolezza ciò che forse non saprebbe darti ». Il Salvatore rispose con un volto raggiante di dolcezza: « La sola confidenza può facilmente ottenere qualsiasi cosa. Tuttavia se il tuo zelo vuole offrirmi un tributo d'omaggio, recita trecentosessantacinque volte il salmo "Laudate Dominum omnes gentes ecc.": così mi presenterai un gradito supplemento alle lodi che le creature hanno trascurato di rendermi ».