CAPITOLO VIII. - LE CINQUE PARTI DELLA S. MESSA

Un giorno Geltrude, obbligata a letto per malattia, non poteva
assistere alla S. Messa, durante la quale avrebbe dovuto comunicarsi.
Con cuore angosciato disse al suo Dio: « Ecco, amabilissimo Gesù, che,
per disposizione della tua divina Provvidenza, non posso recarmi al S.
Sacrificio; come potrò ricevere degnamente il tuo Corpo sacratissimo ed
il tuo prezioso Sangue, poichè la mia migliore preparazione consiste
nell'unirmi con l'intenzione al celebrante, seguendo le varie parti del
S. Sacrificio?».
Il Signore rispose: « Giacchè
mi chiami in causa e sembri quasi rivolgermi un rimprovero, voglio, mia
amatissima Sposa, cantarti un epitalamio pieno di dolcezza e d'amore.
Ricorda che ti ho riscattata col mio Sangue e sappi che i trentatré
anni, nei quali ho lavorato sulla terra, sono stati consacrati a
preparare le mie nozze con te. Questo pensiero ti serva per la prima
parte della S. Messa.
Ascolta; sono Io che te
lo dico: - sappi che sei stata arricchita dal mio Spirito, e, come il
mio Corpo ha lavorato trentatré anni in preparazione alle nozze con te,
l'anima mia esultava in giocondi trasporti, pensando ai mistici
sponsali che doveva contrarre con l'anima tua. Questo pensiero ti terrà
luogo della seconda parte della S. Messa. -
Impara ancora da me: la
mia Divinità si è diffusa in te; è lei che, con la potente virtù,
mescola dolcezze inebrianti e delizie soprannaturali alle tue diuturne
sofferenze fisiche. Questo ti serva come terza parte della S. Messa.
Ascolta ancora una volta: fu il mio amore che ti ha santificata!
Riconosci dunque che nessuno dei beni che possiedi è tuo, ma ricorda
che hai ricevuto da me tutta quello che può renderti gradita a' miei
occhi; ciò ti servirà di meditazione per la quarta parte della S. Messa.
Infine ti rivolgo
un'ultima parola: ricorda a quale altezza fosti innalzata, mediante
l'unione con Me e riconosci che, essendomi dato ogni potere in cielo e
sulla terra, nulla può impedirmi di parteciparti la mia gloria e di
volere che colei, che è veramente la sposa del Re, sia chiamata regina
e riceva gli onori dovuti alla sua dignità. Deliziati nel meditare tali
privilegi e non rammaricarti più di non aver potuto assistere alla S.
Messa ».