Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Il segreto del mondo nascosto nei secoli è l'amore insegnatoci e donatoci da Cristo crocifisso e risorto. L'amore è l'ottimismo dell'universo, è la gioia di vivere, è la forza che ti spinge avanti. L'amore ti fa rinascere. L'amore ti fa soffrire. Anche se per i molti questo è incomprensibile e prendono il soffre come se fosse una punizione di Dio. La sofferenza che Dio permette, se vissuta nella fede, non è una punizione bensì la scuola d'amore e di vita. Dio-Amore non può dare che amore, e la sofferenza ci aiuta ad entrare nell'Amore. Se non ci facesse soffrire, noi passeremo davanti alla vita senza capire nulla. Come capiremmo gioia senza pianto, luce senza tenebre, gloria senza croce? Ma capire il legame tra l'amore e il dolore è quasi impossibile senza fede, senza l'aiuto dello Spirito Santo. (Don Nikola Vucic)

CAPITOLO XV. - RICONOSCENZA PER LA DIVINA GRAZIA


La tua grazia si degnò illuminare il mio intelletto e rivelarmi più volte che l'anima prigioniera nell'involucro del corpo, si trova come immersa in una nube, a guisa di una persona che, chiusa in una camera satura di vapore, ne resta interamente avvolta. All'opposto, quando il corpo è afflitto da qualche patimento, l'anima riceve dal membro sofferente, come un'atmosfera compenetrata di luce solare, che le comunica ammirabile splendore. Più il dolore è intenso, più l'anima è investita di fulgori purificanti.

Ma fra tutte le sofferenze principalmente i dolori e le prove intime dello spirito, sopportate con umile pazienza, aumentano tanto maggiormente il candore dell'anima, in quanto la toccano più da vicino e più sul vivo. Soprattutto poi l'anima sfavilla quando si praticano le opere di carità. Grazie a Te, o amante degli uomini, d'avermi guidata a praticare la pazienza per mezzo di queste divine iezioni! Ma ohimè! Quanto poco e di rado ho corrisposto alle tue amorose richieste e come fui spesso inferiore alla tua attesa! Tu conosci, o mio Dio, il dolore, la confusione, l'abbattimento del mio spirito e con quale ardere io desideri che altre anime ti compensino della mia cattiva corrispondenza.

Un'altra volta, mentre assistevo alla S. Messa per comunicarmi, avendomi Tu, più del solito, concessa la magnificenza delle tue delizie, cercavo il modo di ricambiare tanta degnazione. Allora Tu, Maestro sapientissimo, mi ricordasti le parole dell'Apostolo « Optabam ego ipse anathema esse pro fratribus meis » (Rom, IX, 3) « Desidererei essere anatema per i miei fratelli ». E mentre avevo fino allora saputo, dietro tuo insegnamento, che sede dell'anima è il cuore, Tu mi mostrasti allora che è anche il cervello, nozione che conobbi per testimonio della S. Scrittura.

La tua bontà mi ha poi svelato essere un gran merito sacrificare la dolce fruizione del cuore, per applicarsi al retto governo dei sensi, o per attendere alla pratica della carità, in vantaggio del prossimo.