Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 13 giugno 2025 - Sant´Antonio da Padova (Letture di oggi)

Dice Isaia: "E farà  del suo deserto un luogo di delizie" (Is 51,3). Infatti il deserto della povertà  esteriore crea le delizie della soavità  interiore. Il Signore definisce spine le ricchezze di questo mondo (cf. Mt 13,22), mentre Isaia chiama delizie il deserto della povertà . O spine del mondo! O delizie del deserto! Quanto è lontana la verità  dal falso, la luce dalle tenebre e la gloria dalla pena, altrettanta è tra voi la differenza. La natura ha generato gli uomini poveri, è la malizia che li ha fatti ricchi. Ma la vera povertà  ama la solitudine ed è sempre lieta. (Sant'Antonio di Padova)

CAPITOLO VII. - PIU' INTIMA UNIONE DELL'ANIMA DI GELTRUDE COL SUO DIO


Era la festa della Purificazione ed io giacevo a letto per grave malattia. In sul far dell'alba mi sentii piena di tristezza, lamentandomi di dover privarmi, per quell'infermità, della celeste visita Eucaristica che, in tal giorno, mi aveva spesso consolata. Ed ecco che l'augusta Mediatrice, Madre di Colui che è il vero Mediatore fra Dio e gli uomini, venne con dolci parole a mitigare le mie pene: « Tu non ricordi d'aver sofferto nel corpo dolori così atroci; sappi che il mio Figlio ti riserva un regalo più ricco di tutti gli antecedenti: appunto per prepararti a ricevere degnamente tale dono, l'anima tua è stata fortificata da queste sofferenze corporali ». Sollevata a queste espressioni, ricevetti immediatamente, prima della processione, l'alimènto di vita. Mentre attendevo alla presenza di Dio in me, riconobbi che l'anima mia, quasi molle cera, stava davanti al sacratissimo petto del Signore, come davanti ad un sigillo del quale doveva ricevere l'impronta. Ad un tratto quel divino sigillo fu applicato su di essa e l'anima mia venne introdotta in quel misterioso sacrario ove abita, in forma corporale, la pienezza della divinità, per essere insignita col carattere della fulgida e sempre tranquilla Trinità.

O mio Dio, carbone divorante « Carbo desolatorius ». Tu in te contieni, mostri e comunichi i tuoi vivi ardori, così come quando, senza nulla perdere del tuo fuoco, ti sei fermato sul terreno umido e sdrucciolevole dell'anima mia, per disseccare la corrente degli umani diletti, onde rammollire la rigidezza della mia volontà, in cui avevo sì a lungo e' tenacemente perseverato! Oh, fuoco consumatore, che bruci i vizi dell'anima solo per istillarvi la dolce unzione della grazia! In Te solo troviamo la forza per riformarci, secondo l'immagine e la somiglianza divina! O fornace ardente, la cui luce rischiara una dolce visione di pace! La tua potente attività muta le scorie in oro finissimo, quando l'anima, stanca e delusa, cerca infine il Bene Supremo che trova solo in Te, o vera Verità!