Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 5 settembre 2025 - Santa Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) (Letture di oggi)

Al mondo può apparire sciocco che noi godiamo di un cibo frugale, che mostriamo di gustare un umile alimento; che possediamo soltanto tre abiti fatti di stoffa grezza o delle vecchie tonache, che li aggiustia­mo e vi mettiamo le toppe, che ne abbiamo grande cu­ra e rifiutiamo di avere qualcosa in più; che godiamo nel camminare con scarpe di qualunque forma e colo­re; che ci facciamo un bagno con un secchio d'acqua soltanto, in stanzette da bagno minuscole; che sudia­mo e traspiriamo ma rifiutiamo di avere un ventilato­re; che ce ne andiamo in giro affamate e assetate ma rifiutiamo di mangiare nelle case della gente. Che ri­fiutiamo radio e grammofoni che potrebbero rilassarci i nervi tormentati dal duro compito di tutto un giorno; che percorriamo grosse distanze sotto la pioggia o sot­to il sole cocente dell'estate, o che andiamo in biciclet­ta, viaggiamo in tram, in seconda classe, o nella terza classe di treni sovraffollati; che dormiamo su letti du­ri, trascurando i materassi spessi e morbidi che con­forterebbero i nostri corpi doloranti dopo tutta una giornata di duro lavoro; che ci inginocchiamo su tap­peti ruvidi e logori in cappella, abbandonando quelli più spessi e morbidi; che gioiamo nel giacere nelle corsie comuni in ospedale tra i poveri di Cristo, quan­do potremmo tranquillamente avere stanze private; che lavoriamo come dei facchini a casa e fuori casa quando potremmo facilmente assumere dei servi e fa­re soltanto i lavori leggeri; che proviamo piacere nel ripulire i gabinetti e lo sporco della casa dei moribon­di e del « Shishu Bhavan », la casa del neonato, come se questi fossero i più bei lavori del mondo, conside­randolo un tributo a Dio. Per il mondo noi stiamo sprecando la nostra vita preziosa, seppellendo i nostri talenti. Sì, le nostre vite sono profondamente sprecate se usiamo soltanto la luce della ragione. La nostra vi­ta non ha senso se non guardiamo il Cristo nella sua povertà . (Madre Teresa di Calcutta)

PREFAZIONE DI LANSPERGIO


n libro pio ed utile a tutti: esso fornisce all'anima devota, luce ed esempio per dirigersi nella vita interiore, per imparare a conoscere imperfezioni e difetti, onde piangerli davanti a Dio; infine per concepire un vero disprezzo di se stessi, e salde risoluzioni per rendere migliore la propria vita.

Insegna ancora a proclamare i divini benefici, a ringraziarne il Signore, ed a ricondurre tali beni alla loro sorgente. Mostra ciò che prova un'anima quando Dio l'attrae a sè, insegna con quale discrezione deve procedere per discernere lo Spirito di Dio dal proprio, e giungere poi all'unione d'amore col suo Signore.

Questo libro presenta tali cose con termini assai semplici, che non corrispondono affatto alla grandezza delle realtà che esprimono, ma non sono certo le forme letterarie, più o meno eleganti, che danno pregio allo stato di un'anima che Dio eleva, per mezzo della grazia: è bene sapersi che la maggior parte delle cose descritte in queste pagine saranno comprese soltanto da chi ha ricevuto simili favori. La parola umana non può tradurne la grandezza e la maestà.

Geltrude stessa, come dicemmo, spinta da un impulso soprannaturale scrisse queste pagine di sua propria mano.

 

PROLOGO


Nove anni dopo d'avere ricevuti i favori che narreremo in questo libro un giorno di giovedì Santo, mentre Geltrude aspettava, con la Comunità, il sacerdote che doveva portare la S. Comunione a un'inferma, sentì uno straordinario impulso dello Spirito Santo, che l'animava a scrivere. Prendendo la tavoletta che le pendeva dalla cintura, tracciò le pagine seguenti. Noi raccoglieremo gli slanci del suo cuore verginale verso il suo Diletto, e ci sarà dato comprendere come l'anima sua fosse ricolma di lodi e di ringraziamenti.