CAPITOLO XXIV: DIVINA CONDISCENDENZA

Mentre quella pia vergine pregava per un religioso disturbato da
tentazioni, il Signore le apparve in piedi presso una montagna fiorita,
la mano destra innalzata verso quella montagna che le parve coperta da
una nube di piccoli insetti simili a moscerini.
Il Signore disse: “La
mano di un uomo facilmente distruggerebbe tutti questi moscerini; così,
se volessi, ben più facilmente potrei liberare da ogni disturbo
quell'anima per la quale tu mi preghi; ma non voglio. Essendo tentato in
piccole cose, per la mia grazia ch'egli implora imparerà in qual modo
debba prestare consiglio e soccorso a quelli che sono afflitti da grandi
tentazioni”. E soggiunse: “Sappi con certezza che i fastidi in cui si
trova non gli nuoceranno, come questi piccoli moscerini non potranno
devastare la montagna”.
Un'altra volta essa pregava ancora per il medesimo religioso, e il Signore le disse:
“L'ho
eletto per me, e lo custodirò sempre dovunque sarà; lo dirigerò e
coopererò a tutte le sue opere. lo sarò il protettore, il consolatore, e
il provveditore della casa ove abiterà.
“Quando predica, prenda il mio cuore come portavoce; quando insegna, il mio Cuore sia il suo libro.
“Ai
suoi religiosi dia tre avvisi: il primo d'evitare ogni diletto
sensibile: il secondo di fuggire gli onori e gli applausi; il terzo di
non pretendere nelle cose temporali se non lo stretto necessario. Se non
obbediranno, tuttavia dovrà insistere nell’avvertirli onde possa dire
col Profeta: Io non ho nascosto la vostra giustizia, o Signore (Ps.,
XXXIX, 11).
“Non attribuisca a sé medesimo gli onori che gli vengono
resi, ma li riferisca a me; e quando gli vengono offerti sollievi
corporali, li accetti come dati al mio proprio corpo”.
Essa
ricevette nella preghiera questa risposta rispetto ad un altro
religioso: “Io mi sono dato in suo potere, in tal modo che non voglio
contro la sua volontà colpire nessun peccatore. Più ancora, a tutti
quelli per i quali pregherà, voglio concedere quella parte della mia
grazia ch'egli si compiacerà di determinare”.
Un'altra volta, essa
pregava ancora per un altro religioso, e il Signore le disse: “Come una
leggiera piuma in balìa del vento viene presa nel liquore di balsamo,
così l’anima sua aderirà al mio divin Cuore”.
IL SIGNORE PARAGONA SÈ STESSO ALL' APE
Metilde
vide una volta un uomo che si era completamente esaurito nel servizio
di Dio. “Ahimé! disse al Signore, come avete assorbito tutta la forza di
quest'uomo! Voi avete proprio imitato l'ape che succhia tutto l'umore
del fiore!”.
Il Signore rispose: “Io sono l'ape che non attingo che in me stesso la mia dolcezza”.
Ed
ella vide. come un'ape uscire dalla bocca del Signore e rientrarvi.
Mentre pensava ciò che significasse questo simbolo, il Signore le disse:
“Quest'ape figura il mio spirito. Quando diffondo la mia grazia su gli
uomini e la fa ritornare in me, distillo nel mio divin Cuore il miele
dell'eterna dolcezza”.
Mentre una suora in coro recitava le
collette, Metilde vide il Signor Gesù sotto la forma di un bel giovane,
che in piedi davanti a quella suora teneva il libro e lo piegava verso
di lei, dicendole: “Io ti seguirò dappertutto; tu non puoi essermi
rapita”.
Metilde fu sorpresa di vedere il Signore dimostrare tanto
affetto per quella Suora: ma Egli disse: “Io so ciò che posso fare in
lei, e moltiplicherò le sue forze perché ella possa fare ogni cosa”:
LE OPERE DI CARITÀ
Un giorno, Metilde si era molto stancata nel servizio di un'altra persona e temeva di avere oltrepassato la giusta misura: Il Signore le apparve tenendo su le ginocchia le vesti di quella persona come per raccomodarle, e le disse: “Non temere, tutto quanto hai fatto per lei, a me l'hai fatto”.“Tuttavia ella non sapeva resistere al timore che l'aveva invasa, e si trovò costretta a pregare il Signore di allontanare la tentazione. Fu così bene esaudita che in seguito ebbe sovente da soffrire da parte di quella persona, ma tutto accettava con gioia per amore di Dio, pregando sempre perché non avesse a sentire in sé stessa nessun'asprezza, né commettesse a questo proposito nessuna colpa.
Il Signore le mostrò il suo mignolo, ma la Santa non capiva cosa ciò potesse significare: Egli le disse: “Non ti ho forse detto più volte che questo dito figura la mia Umanità? Che vedi tu in questo dito? - Tre articolazioni, rispose Metilde. Il Signore ripigliò: la prima indica l'umiltà, sappi che l'umiltà soprattutto, attira all'uomo la mia grazia; quella di mezzo indica la pazienza per cui si sopporta per me ogni contrarietà; l'articolazione superiore, la quale è più sottile ed affilata e così può penetrare dappertutto, significa la carità. Se praticherai queste tre virtù di umiltà, pazienza e carità, nel mio amore trionferai di ogni contraddizione”.