Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Dio è così buono che, nonostante gli oltraggi che gli facciamo, ci porta in paradiso quasi nostro malgrado. E' come una madre che porta in braccio il suo bambino al passaggio di un precipizio. E' interamente occupata ad evitare il pericolo, mentre il suo bambino non smette di graffiarla e di maltrattarla. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

CAPITOLO XXIV: DIVINA CONDISCENDENZA


Mentre quella pia vergine pregava per un religioso disturbato da tentazioni, il Signore le apparve in piedi presso una montagna fiorita, la mano destra innalzata verso quella montagna che le parve coperta da una nube di piccoli insetti simili a moscerini.
Il Signore disse: “La mano di un uomo facilmente distruggerebbe tutti questi moscerini; così, se volessi, ben più facilmente potrei liberare da ogni disturbo quell'anima per la quale tu mi preghi; ma non voglio. Essendo tentato in piccole cose, per la mia grazia ch'egli implora imparerà in qual modo debba prestare consiglio e soccorso a quelli che sono afflitti da grandi tentazioni”. E soggiunse: “Sappi con certezza che i fastidi in cui si trova non gli nuoceranno, come questi piccoli moscerini non potranno devastare la montagna”.
Un'altra volta essa pregava ancora per il medesimo religioso, e il Signore le disse:
“L'ho eletto per me, e lo custodirò sempre dovunque sarà; lo dirigerò e coopererò a tutte le sue opere. lo sarò il protettore, il consolatore, e il provveditore della casa ove abiterà.
“Quando predica, prenda il mio cuore come portavoce; quando insegna, il mio Cuore sia il suo libro.
“Ai suoi religiosi dia tre avvisi: il primo d'evitare ogni diletto sensibile: il secondo di fuggire gli onori e gli applausi; il terzo di non pretendere nelle cose temporali se non lo stretto necessario. Se non obbediranno, tuttavia dovrà insistere nell’avvertirli onde possa dire col Profeta: Io non ho nascosto la vostra giustizia, o Signore (Ps., XXXIX, 11).
“Non attribuisca a sé medesimo gli onori che gli vengono resi, ma li riferisca a me; e quando gli vengono offerti sollievi corporali, li accetti come dati al mio proprio corpo”.
 
Essa ricevette nella preghiera questa risposta rispetto ad un altro religioso: “Io mi sono dato in suo potere, in tal modo che non voglio contro la sua volontà colpire nessun peccatore. Più ancora, a tutti quelli per i quali pregherà, voglio concedere quella parte della mia grazia ch'egli si compiacerà di determinare”.
Un'altra volta, essa pregava ancora per un altro religioso, e il Signore le disse: “Come una leggiera piuma in balìa del vento viene presa nel liquore di balsamo, così l’anima sua aderirà al mio divin Cuore”.

IL SIGNORE PARAGONA SÈ STESSO ALL' APE

Metilde vide una volta un uomo che si era completamente esaurito nel servizio di Dio. “Ahimé! disse al Signore, come avete assorbito tutta la forza di quest'uomo! Voi avete proprio imitato l'ape che succhia tutto l'umore del fiore!”.
Il Signore rispose: “Io sono l'ape che non attingo che in me stesso la mia dolcezza”.
Ed ella vide. come un'ape uscire dalla bocca del Signore e rientrarvi. Mentre pensava ciò che significasse questo simbolo, il Signore le disse: “Quest'ape figura il mio spirito. Quando diffondo la mia grazia su gli uomini e la fa ritornare in me, distillo nel mio divin Cuore il miele dell'eterna dolcezza”.
 
Mentre una suora in coro recitava le collette,  Metilde vide il Signor Gesù sotto la forma di un bel giovane, che in piedi davanti a quella suora teneva il libro e lo piegava verso di lei, dicendole: “Io ti seguirò dappertutto; tu non puoi essermi rapita”.
Metilde fu sorpresa di vedere il Signore dimostrare tanto affetto per quella Suora: ma Egli disse: “Io so ciò che posso fare in lei, e moltiplicherò le sue forze perché ella possa fare ogni cosa”:

LE OPERE DI CARITÀ

Un giorno, Metilde si era molto stancata nel servizio di un'altra persona e temeva di avere oltrepassato la giusta misura: Il Signore le apparve tenendo su le ginocchia le vesti di quella persona come per raccomodarle, e le disse: “Non temere, tutto quanto hai fatto per lei, a me l'hai fatto”.
“Tuttavia ella non sapeva resistere al timore che l'aveva invasa, e si trovò costretta a pregare il Signore di allontanare la tentazione. Fu così bene esaudita che in seguito ebbe sovente da soffrire da parte di quella persona, ma tutto accettava con gioia per amore di Dio, pregando sempre perché non avesse a sentire in sé stessa nessun'asprezza, né commettesse a questo proposito nessuna colpa.
Il Signore le mostrò il suo mignolo, ma la Santa non capiva cosa ciò potesse significare: Egli le disse: “Non ti ho forse detto più volte che questo dito figura la mia Umanità? Che vedi tu in questo dito? - Tre articolazioni, rispose Metilde. Il Signore ripigliò: la prima indica l'umiltà, sappi che l'umiltà soprattutto, attira all'uomo la mia grazia; quella di mezzo indica la pazienza per cui si sopporta per me ogni contrarietà; l'articolazione superiore, la quale è più sottile ed affilata e così può penetrare dappertutto, significa la carità. Se praticherai queste tre virtù di umiltà, pazienza e carità, nel mio amore trionferai di ogni contraddizione”.