Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 5 settembre 2025 - Santa Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) (Letture di oggi)

La preghiera ti libera da te stesso e dal non senso. È quando cominci a pregare davvero che cessa l'effetto narcotico di una vita dissipata e fuori misura rispetto al progetto di Dio. Quando cominci a pregare davvero avverti tutte le fitte e tutti gli spasmi di una situazione insostenibile. Non si può insieme godere Dio e godere il mondo e se stesso. Allora, come è accaduto ad Abramo, bisogna uscire dalla propria terra, cioè da sé stesso, per entrare nello spazio libero della promessa di Dio. Non appena cogli uno spiraglio della luce divina, avverti delle ferite, qualcosa che si rompe dentro di te. Dio ti fa capire che, finché stai chiuso nella propria prigione, è naturale che ti manca l'aria, la luce; è naturale che soffochi. La soluzione non consiste nel trovare calmanti, distrazioni, bensì nel coraggio di uscire. È soltanto entrando in Dio che puoi sentirti a tuo agio. Dio è l'unica misura degna di te. (Don Nikola Vucic)

CAPITOLO XXV: IL GIARDINO E GLI ALBERI DELLE VIRTÙ


Una volta, dopo di essersi confessata ed aver adempita la penitenza, Metilde pregò la gloriosa Vergine Maria che volesse intercedere per lei presso il Signore. E le parve che la Beata Vergine la conducesse in un giardino delizioso piantato di bellissimi alberi trasparenti e brillanti come cristalli illuminati dal sole. Metilde domandò di essere condotta verso l'albero della Misericordia di cui Adamo era stato privo così a lungo.
Orbene, questo albero immenso, dai rami elevati, aveva le radici in un terreno d'oro; i suoi fiori ed i suoi frutti erano pure d'oro e dal medesimo sgorgavano tre fiumi, dei quali il primo era destinato a purificare, il secondo a pulire, il terzo a dissetare. Sotto quell'albero stava prostrata in, adorazione la beata. Maria Maddalena; presso di lei, in ginocchio, Zaccheo adorava pure il Signore. Metilde si portò in mezzo a questi due santi, onde adorare lei pure e domandar perdono.

Ella vide un altro bell'albero di cui l’altezza significava la lunga pazienza di Dio; le sue foglie erano d'argento, ed i suoi frutti, rossi e rinchiusi in una scorza dura ed amara, rassomigliavano a dolCissime mandorle. Vi era pure un. albero così basso che la mano agevolmente poteva toccarne i rami; sotto il soffio del vento si chinava verso tutti e così significava la Mansuetudine del Signore; non portava frutti perché le sue foglie. di un verde più vivo che quello degli altri alberi, possedevano la medesima virtù dei frutti.

La Santa vide ancora un albero d'un aspetto delizioso simile al puro cristallo. Le sue foglie d'oro portavano tutte un anello scolpito e i suoi frutti, bianchi come la neve, erano tanto piacevoli al tatto come al gusto; questo significava la fulgidissima purezza della natura divina che il Signore desidera comunicare a tutti. Quest'albero s'aprì e il Signore vi entrò unendosi all'anima in una intimità che le sembrò una vera effettuazione di queste parole del salmo: L' ho detto, siete dei. Sotto quest'albero germinavano la rosa, la viola, lo zafferano, l'erba chiamata benedetta. Il Signore con infinita delizia si compiaceva tra questi fiori, cioè, nella carità, nell'umiltà, nell'azione di grazie per cui la creatura si conserva disposta a dire in ogni cosa sia lieta sia disgustosa: Benedetto sia il nome del Signore! ringraziando e benedicendo Dio in ogni tempo e in ogni circostanza.