Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Gesù a suor Consolata (9 novembre 1935): Se ti faccio scrivere è perché le mie parole porteranno molto frutto. A volte ti sembrano un po' puerili i miei ragionamenti, ma è perché sei tanto piccola e Io adatto le mie parole a te; ma ricorda che qualunque mia parola è spirito, è vita. (Suor Maria Consolata Betrone)

CAPITOLO V: IL FLAGELLO DEL SIGNORE, CONSOLAZIONE NELLE TENTAZIONI


Quella pia Vergine vide un giorno il Signore in piedi che teneva nelle mani un flagello d'oro e la minacciava; subito si prostrò a terra per baciare il flagello del Signore. Questi le fece intendere che bisogna ricevere con riconoscenza tutto ciò che viene da Dio, l'avversità come la prosperità. Tuttavia il Signore la rialzò e la rivestì di una tunica rossa tutta piena di fori, poi le disse: “In tal modo, nella Passione il mio corpo venne tutto perforato dalle ferite e talmente straziato che dalla pianta dei piedi sino al vertice del capo non vi era in me nessuna parte che fosse sana”. Questa visione le raffigurava che una dolorosa malattia stava per colpirla.
Vide ancora il Signore con un calice d'oro ch'Egli nascondeva dietro di sé. Questo le fece intendere ch'essa non vedeva né gustava ancora la dolcezza che Dio le avrebbe poi concessa, perché questa dolcezza restava nascosta in Dio, dal quale provengono tutti i beni.

 Il demonio molestava sovente quella Serva di Dio con tentazioni violente, come per altro usa con tutti quelli che sono devoti al Signore. Un giorno dunque in cui Dio le aveva fatto una grazia speciale ed un segnalato benefizio il tentatore si presentò mentre ella si trovava alla presenza del Signore, e gettò nel suo cuore il timore e la tristezza col dubbio se il dono che aveva ricevuto venisse proprio da Dio. Stanca ed afflitta, Metilde si precipitò ai piedi del Signore Gesù, lamentandosi per l'infedeltà del proprio cuore, e gli disse: “Ecco quel dono, o mio Signore; io ve l'offro per vostra eterna gloria e lode, e vi domando che se non viene da Voi, non mi sia mai più offerto, perché per amor vostro volentieri mi rassegnerò a restar priva d'ogni dolcezza e consolazione”.
Ma il Signore, chiamandola col suo nome, le rispose: “Non temere, mia diletta Metilde; per la virtù della mia Divinità ti giuro che questo timore e questa tristezza non ti nuoceranno; al contrario, ti santificheranno e ti disporranno alla mia grazia. Se queste afflizioni non venissero a temperare la letizia del tuo cuore, questo si scioglierebbe sotto il torrente delle delizie che l'inondano; non ti meravigliare dunque che sii molestata da tali pensieri quando ti trovi alla mia presenza, poiché il demonio ebbe l'ardimento di tentare anche me stesso quando per tuo amore ero sospeso su la Croce”.

 Un'altra volta, mentre era eccessivamente, turbata, quella Serva di Cristo si rifugiò presso il suo fedele difensore. Subito Cristo le apparve, sotto la figura d'un bellissimo giovane che la conduceva all'altare. Ella intese allora che il Signore voleva essere il suo difensore presso il Padre per tutte le sue colpe di opere e di omissioni. Egli le diede pure per sostegno una specie di bastone che significava la sua Umanità; ma la Serva di Cristo si meravigliò che quel bastone fosse dritto senza pomo per appoggiarvi la mano. Il Signore le disse: “Vi metterò la mia propria mano per sorreggerti. Ormai quando ti darò consolazioni nella tristezza tu saprai che riposi su la mia mano; ma quando nella tua. tristezza non sentirai alcuna consolazione, saprai che ho ritirato la mia mano, e allora ti accosterai a me stesso con cuore fedele”.