CAPITOLO V: IL FLAGELLO DEL SIGNORE, CONSOLAZIONE NELLE TENTAZIONI

Quella pia Vergine vide un giorno il Signore in piedi che teneva nelle
mani un flagello d'oro e la minacciava; subito si prostrò a terra per
baciare il flagello del Signore. Questi le fece intendere che bisogna
ricevere con riconoscenza tutto ciò che viene da Dio, l'avversità come
la prosperità. Tuttavia il Signore la rialzò e la rivestì di una tunica
rossa tutta piena di fori, poi le disse: “In tal modo, nella Passione il
mio corpo venne tutto perforato dalle ferite e talmente straziato che
dalla pianta dei piedi sino al vertice del capo non vi era in me nessuna
parte che fosse sana”. Questa visione le raffigurava che una dolorosa
malattia stava per colpirla.
Vide ancora il Signore con un calice
d'oro ch'Egli nascondeva dietro di sé. Questo le fece intendere ch'essa
non vedeva né gustava ancora la dolcezza che Dio le avrebbe poi
concessa, perché questa dolcezza restava nascosta in Dio, dal quale
provengono tutti i beni.
Il demonio molestava sovente quella
Serva di Dio con tentazioni violente, come per altro usa con tutti
quelli che sono devoti al Signore. Un giorno dunque in cui Dio le aveva
fatto una grazia speciale ed un segnalato benefizio il tentatore si
presentò mentre ella si trovava alla presenza del Signore, e gettò nel
suo cuore il timore e la tristezza col dubbio se il dono che aveva
ricevuto venisse proprio da Dio. Stanca ed afflitta, Metilde si
precipitò ai piedi del Signore Gesù, lamentandosi per l'infedeltà del
proprio cuore, e gli disse: “Ecco quel dono, o mio Signore; io ve
l'offro per vostra eterna gloria e lode, e vi domando che se non viene
da Voi, non mi sia mai più offerto, perché per amor vostro volentieri mi
rassegnerò a restar priva d'ogni dolcezza e consolazione”.
Ma il
Signore, chiamandola col suo nome, le rispose: “Non temere, mia diletta
Metilde; per la virtù della mia Divinità ti giuro che questo timore e
questa tristezza non ti nuoceranno; al contrario, ti santificheranno e
ti disporranno alla mia grazia. Se queste afflizioni non venissero a
temperare la letizia del tuo cuore, questo si scioglierebbe sotto il
torrente delle delizie che l'inondano; non ti meravigliare dunque che
sii molestata da tali pensieri quando ti trovi alla mia presenza, poiché
il demonio ebbe l'ardimento di tentare anche me stesso quando per tuo
amore ero sospeso su la Croce”.
Un'altra volta, mentre era
eccessivamente, turbata, quella Serva di Cristo si rifugiò presso il suo
fedele difensore. Subito Cristo le apparve, sotto la figura d'un
bellissimo giovane che la conduceva all'altare. Ella intese allora che
il Signore voleva essere il suo difensore presso il Padre per tutte le
sue colpe di opere e di omissioni. Egli le diede pure per sostegno una
specie di bastone che significava la sua Umanità; ma la Serva di Cristo
si meravigliò che quel bastone fosse dritto senza pomo per appoggiarvi
la mano. Il Signore le disse: “Vi metterò la mia propria mano per
sorreggerti. Ormai quando ti darò consolazioni nella tristezza tu saprai
che riposi su la mia mano; ma quando nella tua. tristezza non sentirai
alcuna consolazione, saprai che ho ritirato la mia mano, e allora ti
accosterai a me stesso con cuore fedele”.