Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 6 giugno 2025 - San Norberto (Letture di oggi)

Un giorno gli si presentò un giovane patrizio chiedendo di poter entrare a far parte dei preti dell'Oratorio. Il Santo gli rivolse alcune domande, e, avendo capito che non era stoffa da prete perché pieno di spirito mondano e orgoglioso, lo volle mettere alla prova. Andò in camera, tirò fuori una coda di volpe e la porse al giovane dicendo: Prendi questa coda, attaccala dietro le tue vesti e fa un giretto per le strade di Roma mantenendo un contegno serio. Il giovane si mostrò offeso e scattò a dire: Non sono venuto a cercare una vergogna, o per fare delle pazzie! Ebbene, gli disse allora Filippo, la vita religiosa non è per. te. Sappi che qui non c'è da aspettarsi onori o ricchezze, ma rinunce e mortificazioni. Un'altra volta andarono da lui per visitarlo due cappuccini, uno giovane e uno vecchio. Filippo diede loro un'occhiata e gli sembrò che il giovane avesse più spirito religioso che il vecchio. Volle farne la prova usando anche qui i suoi metodi, studiando il modo di umiliare il giovane. L'occasione gli venne offerta quasi subito. Il frate giovane sputò a terra davanti a Filippo senza alcun riguardo. Filippo allora ostentò un impeto di collera e con finto sdegno proruppe in una solenne ramanzina: Che educazione è questa! Fila via di qui! E così dicendo minacciava di percuoterlo sulla testa con una delle ciabatte che s'era tolto dai piedi. Il malcapitato non si scompose per nulla, mentre il confratello più anziano era già  tutto turbato. E Filippo continuava: Levati di dosso quel mantello da religioso che non sei degno di portarlo... Il fraticello, allora, lietamente e per nulla offeso, rispose: Padre, ha ragione, andrò volentieri senza mantello non solo perché non sono degno di portarlo, ma anche... perché non ho freddo... e poi. perché stamattina ho mangiato molto... Padre Filippo non se ne dette per inteso; aggiunse altre aspre parole e alla fine senza alcun segno di cortesia licenziò i due frati. Ma appena quelli furono giunti in fondo alle scale, li fece richiamare. Andò incontro al giovane che aveva così bistrattato e con il contegno più affabile di questo mondo, lo abbracciò, gli fece mille cortesie, e congedandolo gli disse: Figliuolo, persevera in con questa tua allegrezza, perché questa è la vera via per trarre profitto nella virtù. (San Filippo Neri)

Capitolo Ventisettesimo


Come santo Francesco convertì a Bologna due scolari, e fecionsi frati; e poi all'uno di loro levò una grande tentazione da dosso.

Giugnendo una volta santo Francesco alla città di Bologna, tutto il popolo della città correa per vederlo; ed era sì grande la calca della gente, che a grande pena potea giugnere alla piazza. Ed essendo tutta la piazza piena d'uomini e di donne e di scolari, e santo Francesco si leva suso nel mezzo del luogo, alto, e comincia a predicare quello che lo Spirito Santo gli toccava. E predicava sì maravigliosamente, che parea piuttosto che predicasse Agnolo che uomo, e pareano le sue parole celestiali a modo che saette acute, le quali trapassavano sì il cuore di coloro che lo udivano, che in quella predica grande moltitudine di uomini e di donne si convertirono a penitenza.
Fra li quali si furono due nobili studianti della Marca d'Ancona; e l'uno avea nome Pellegrino e l'altro Rinieri; i quali due per la detta predica toccati nel cuore dalla divina ispirazione, vennono a santo Francesco, dicendo ch'al tutto voleano abbandonare il mondo ed essere de' suoi frati. Allora santo Francesco, conoscendo per nvelazione che costoro erano mandati da Dio e che nello Ordine doveano tenere santa vita e considerando il loro grande fervore, li ricevette allegramente, dicendo a loro: "Tu, Pellegrino, tieni nell'Ordine la via dell'umiltà; e tu, frate Rinieri, servi a' frati". E così fu: imperò che frate Pellegrino mai non volle andare come chierico, ma come laico, benché fosse molto litterato e grande decretalista; per la quale umiltà pervenne in grande perfezione di virtù, in tanto che frate Bernardo, primogenito di santo Francesco, disse di lui ch'egli era uno de' più perfetti frati di questo mondo. E finalmente il detto frate Pellegrino, pieno di virtù passò di questa vita alla vita beata, con molti miracoli innanzi alla morte e dopo. E detto frate Rinieri divotamente e fedelmente serviva a' frati, vivendo in grande santità e umiltà; e diventò molto famigliare di san Francesco, e molti secreti gli rivelava santo Francesco. Essendo fatto ministro della Marca d'Ancona, ressela grande tempo in grandissima pace e discrezione.
Dopo alcuno tempo, Iddio gli permise una grandissima tentazione nell'anima sua; di che egli tribolato e angosciato, fortemente s'affligea con digiuni, con discipline e con lagrime e orazioni il dì e la notte, e non potea però cacciare quella tentazione; ma ispesse volte era in grande disperazione, imperò che per essa si riputava abbandonato da Dio. Istando in questa disperazione, per ultimo rimedio si determinò d'andare a santo Francesco, pensando così: Se santo Francesco mi mostrerà buono viso, e mostrerammi famigliarità, sì come si suole, io credo che Iddio m'averà ancor pietà, ma se non, sarà segnale ch'io sarò abbandonato da Dio". Muovesi adunque costui e va a santo Francesco.
Il quale in quel tempo era nel pelagio del vescovo d'Ascesi, gravemente infermo; e Iddio gli rivelò tutto il modo della tentazione e della disperazione del detto frate Rinieri e 'l suo proponimento e 'l suo venire. E immantanente santo Francesco chiama frate Lione e frate Masseo, e dice loro: "Andate tosto incontro al mio figliuolo carissimo frate Rinieri, e abbracciatelo da mia parte, e salutatelo e ditegli che tra tutti i frati che sono nel mondo io amo lui singolarmente". Vanno costoro e trovano per la via frate Rinieri e abbraccianlo, dicendogli ciò che santo Francesco aveva loro imposto. Onde tanta consolazione e dolcezza gli fu nell'anima, che quasi egli usci di sé; e ringraziando Iddio con tutto il cuore, andò e giunse al luogo dove santo Francesco giaceva infermo. E benché santo Francesco fusse gravemente infermo, nientedimeno sentendo venire frate Rinieri si levò e feceglisi incontro e abbracciollo dolcissimamente e sì gli disse: "Figliuolo mio carissimo, frate Rinieri, tra tutti i frati che sono nel mondo io amo te singularmente". E detto questo, gli fece il segno della santissima croce nella sua fronte e ivi il baciò e poi gli disse: "Figliuolo carissimo, questa tentazione t'ha permesso Iddio per tuo grande guadagno di merito; ma se tu non vuogli più questo guadagno, non l'abbi". E maravigliosa cosa! sì tosto come santo Francesco ebbe dette queste parole, subitamente si partì da lui ogni tentazione, come se mai in vita sua non l'avesse sentita, e rimase tutto consolato.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.