Sotto il Tuo Manto

Martedi, 22 luglio 2025 - Santa Maria Maddalena (Letture di oggi)

Camminavo verso la mia cella. All'improvviso, venni circondata da una quantità  di esseri simili a cani neri, enormi urlanti, quasi che coi loro balzi contro di me mi volessero sbranare. Compresi che erano demoni. Uno di essi parlò ringhiando con furore: «Poiché tu questa notte ci hai sottratto molte anime pregando in favore di quei peccatori che hanno perduto la speranza, noi ti faremo a brani!». Risposi: «Sbranatemi pure, se questa è la volontà  di Dio. Vuol dire che l'ho meritato; ma, esercitando la giustizia, egli non perde la misericordia». A queste parole, i demoni ringhiarono tutti insieme: «Via, via! È con lei l'Onnipotente!». Scomparvero come la polvere, come il rumore della strada. Ripresi il cammino verso la mia cella, riflettendo sull'imperscrutabile misericordia divina. Udii la voce di Gesù: «Satana odia ogni anima, ma per te si strugge d'una rabbia forsennata, perché strapperai molte anime all'inferno diffondendo il culto della mia misericordia». (Santa Faustina Kowalska)

Capitolo Ventiduesimo


Come santo Francesco dimesticò le tortole salvatiche.

Un giovane aveva preso un dì molte tortole, e portavale a vendere. Iscontrandosi in lui santo Francesco, il quale sempre avea singolare pietà agli animali mansueti, riguardando quelle tortole con l'occhio pietoso, disse al giovane: "O buono giovane, io ti priego che tu me le dia, e che uccelli così innocenti le quali nella Scrittura sono assomigliate all'anime caste e umili e fedeli, non vengano alle mani de' crudeli che gli uccidano". Di subito colui, ispirato da Dio, tutte le diede a santo Francesco: ed egli ricevendole in grembo, cominciò a parlare loro dolcemente: "O sirocchie mie, tortole semplici, innocenti, caste, perché vi lasciate voi pigliare? Or ecco io vi voglio scampare da morte e farvi i nidi, acciò che voi facciate frutto e multiplichiate secondo i comandamenti del nostro Creatore".
E va santo Francesco e a tutte fece nido. Ed ellenò, usandosi cominciarono a fare uova e figliare dinanzi alli frati, e così dimesticamente si stavano e usavano con santo Francesco e con gli altri frati, come se fussono state galline sempre nutricate da loro. E mai non si partirono, insino che santo Francesco con la sua benedizione diede loro licenza di partirsi.
E al giovane, che gliele aveva date, disse santo Francesco: "Figliuolo, tu sarai ancora frate in questo Ordine e servirai graziosamente a Gesù Cristo". E così fu, imperò che 'l detto giovane si fece frate e vivette nel detto Ordine con grande santità.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.