30-12 Gennaio 12, 1932 Giro nella Divina Volontà. Pegni, anticipi e compromessi da parte delle creature. Capitale da parte del Creatore. Eco che forma la Divina Volontà nelle creature.

(1) Stavo secondo il mio solito, facendo il giro negli atti fatti della Divina Volontà, mi sentivo che in Essa e con Essa potevo tutto abbracciare, tutto ricordare, tutto guardare di ciò che aveva fatto la Divina Volontà. Era il teatro infinito che si presentava innanzi alla mia piccola mente, che con scene divine ed innumerevoli faceva gustare dolcezze indicibile e scene le più belle ed incantevole che la potenza del Fiat Divino ha messo fuori nel giro della Creazione, Redenzione e Santificazione. Sembra che è un giro che ha fatto nel corso dei secoli, ed in questo giro ha fatto tante cose belle, meravigliose, da far strabiliare Cielo e terra, e questo giro lo ha fatto per farci girare a noi d’intorno, per farci conoscere quanto può fare, e sa fare per amor nostro. Onde, mentre giravo nel giro infinito del Voler Divino il mio amabile Gesù, visitando la piccola sua neonata mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia della mia Volontà, se tu sapessi quanto godo nel vederti girare nell’infinito giro del mio Fiat Supremo e nel vederti soffermare come sorpresa innanzi ai suoi prodigi, alle sue opere mirabile ed adorabile, alle sue scene incantevoli e rapitrice, nella mia foga d’amore dico: “Come son contento che la mia figlia è spettatrice e gode le scene mirabile di Colei che la ha creato”. Ma ciò non basta, tu devi sapere che per acquistare una proprietà, ci vuole che chi la deve cedere, deve dare la libertà a chi deve prenderla, di visitarla, di portarla quasi con mano per farle conoscere tutti i beni che ci sono, le fontane che possiede, la rarità e preziosità delle piante, la fertilità del terreno, e questo serve per fare invaghire chi la deve acquistare, e chi deve acquistarla è necessario che dia degli anticipi, faccia dei compromessi rilevanti per legare colui che deve cedere la proprietà, affinché non potesse sfuggire.
(3) Ora, figlia benedetta, volendo dare il regno della mia Divina Volontà, è necessario che tu giri nelle sue proprietà divine, ed Io, portandoti con mano, ti faccio conoscere i suoi mari interminabile, i beni, i prodigi, le meraviglie sorprendenti, le gioie, le felicità, tutte cose di valore infinito che possiede, affinché tu conoscendolo lo ami, e ti innamori tanto, che non solo non sapresti vivere senza di esso, ma metteresti la vita per acquistare un regno sì santo, pacifico e bello. Ma non è tutto ancora, ci vuole la parte tua, i tuoi pegni, i tuoi anticipi e compromessi. Ed il nostro amore e bontà è tanto che vuol dare la nostra Volontà come proprietà che l’appartiene alla creatura, che mette a sua disposizione ciò che Essa ha fatto, affinché si servissero come pegni e compromessi equivalenti per ricevere un dono sì grande. Ora, come tu giri nella Creazione e guardi il Cielo e ti feliciti nel vedere la bella volta azzurra tappezzata di stelle, il sole smagliante di luce, e riconosca e senta il Fiat Divino palpitante ancora, che l’ha creato per amore delle creature, e tu sprigionando dal tuo cuore il tuo piccolo amore, ami Colui che tanto ti ha amato, il tuo amore si suggella nell’alto del cielo, nella luce del sole, e ci dai per pegno il cielo, per anticipo le stelle, per compromesso il sole, perché per te fu creato, e basta che possieda come vita tua la nostra Volontà, che già è tuo e può essere il valido compromesso per ottenere il suo regno. E così come giri in tutte le altre cose create, le riconosca e ci ami; e quante volte ripeti i tuoi giri, tante volte ripeti i pegni, fai dei compromessi, e comprometti a disporre le cose, a dare grazie, aiuti per dare come regno il gran dono del Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra. Noi sappiamo che la creatura non ha che darci, ed il nostro amore s’impone a dare gli atti nostri come se fossero suoi, mettendo nelle sue mani le opere nostre come moneta divina, affinché tenesse mezzi sufficienti per potere contrattare col nostro Essere Supremo. Ma se non ha nulla, ha il suo piccolo amore, sprigionato dal nostro nell’atto di crearla, quindi tiene una particella dell’amore infinito di Dio, e quando la creatura ci ama, mette l’infinito in attitudine, sentiamo la forza magnetica della particella del nostro amore infinito, che aleggiando ci ama in essa, si eleva, si stende, giunge fino a Noi e vuole entrare nell’infinito donde ne uscì, oh! come ci rapisce, e nella foga del nostro amore diciamo: “Chi può resistere alla forza del nostro amore infinito che si sprigiona dalla creatura e ci ama? ” Dare cieli e terra ci sembra come pochi per contraccambiarla del suo piccolo amore, che sebbene piccolo, possiede la particella dell’infinito, e ciò ci basta. Oh! come è dolce e caro il prezioso pegno dell’amore della creatura, e siccome non vi è cosa che nel giro dei secoli non abbia uscito dalla nostra Volontà, il tuo girare nella creazione dell’uomo è una visita che le fai, per conoscere ciò che operò ed in quali mari di grazie, di santità, d’amore fu messo nell’atto d’essere creato, e tu vorresti fare tutto tuo quell’amore per amarci, e ci comprometti con quei stessi atti con cui creammo l’uomo. E così quando giri nella creazione della Vergine, nei suoi mari di grazie, nella mia venuta sulla terra ed in tutto ciò che Io feci e patì, tu metti per compromesso la Regina del Cielo, la mia stessa vita e tutti gli atti miei. La mia Volontà è tutto, e per darsi alla creatura vuol essere riconosciuta, vuol avere che ci fare, vuol contrattare con essa, e quanto più la visiti negli atti suoi, tanto più si trova impegnata e compromessa ed incomincia lo sborso del suo capitale; tutte le verità, le conoscenze che ti ho fatto sulla Divina Volontà, non è stato forse capitale che ho fatto nell’anima tua? Ed è tanto esuberante, che può riempire di luce, d’amore, di santità, di grazie, di pace, tutto il mondo intero, e non è stato forse dopo una girata che hai fatto negli atti suoi, che già ti aspettavo con tutto amore per darti i suoi pegni ed anticipi che il suo regno sarebbe venuto sulla terra? Tu davi i tuoi pegni, ed il mio Fiat ti dava i suoi, si può dire che ogni verità e parola che diceva a suo riguardo, erano disposizione che prendeva come formare questo regno, leva che chiamava per formare il suo esercito, capitale che sborsava per mantenerlo, gioie e delizie per attirarli, fortezza divina per vincerli, perché primo Noi facciamo i fatti, ordiniamo tutto, e poi mostriamo e facciamo conoscere i fatti che abbiamo fatto. E siccome questo bene lo vogliamo dare alle creature, è necessario, giusto e ragionevole che ci la sentiamo almeno con una creatura, affinché dall’una passa all’altra. Noi non facciamo le nostre opere in aria, ma vogliamo un piccolo appoggio dove formare le nostre opere più grandi, non fu il nostro piccolo appoggio la Regina del Cielo nell’opera grande della Redenzione, che poi si estese a tutti ed a chi la vuole? Perciò il tuo volo nella mia Volontà sia continuo, affinché vi scambiate, tu i tuoi pegni ed Essa i suoi capitali, per accelerare il suo regno sulla faccia della terra”.
(4) Dopo di ciò mi sentivo più del solito tutta immersa nel Fiat Divino, ed il mio Sovrano Gesù ha soggiunto:
(5) “Figlia mia, quando la mia Divina Volontà opera nell’anima, si conosce subito: Essa come opera stende nell’essere umano soavità, dolcezza, pace, fortezza, fermezza, prima che opera vi soffia e vi imprime il suo Fiat onnipotente, il quale vi stende il suo cielo d’intorno all’opera che vuol fare, pare che senza il suo cielo non sa operare la mia Volontà, e mentre opera fa risuonare il suo eco dolce, armonioso, nelle tre Divine Persone, chiamandole a giorno di ciò che sta facendo nell’anima, perché essendo una la Volontà di quella che sta operando in lei, con quella delle Divine Persone, succede che ciò che fa nelle Divine Persone, fa risuonare il suo eco potente nella creatura, ed in quest’eco le porta i mirabili segreti, le dolcezze ineffabili, l’amore inseparabile come si amano le Divine Persone, il dolce accordo tra di loro. Quest’eco è il portatore delle cose più intimi dell’Ente Supremo nella creatura; dove sta operando la mia Volontà, l’eco dell’uno si fonde nell’altro, quello di sopra si fa rivelatore divino, quello del basso risuonando in Dio tiene virtù di parlare potentemente coi modi divini del bene delle creature e dello stesso amore che Loro le vogliono. La mia Volontà con la sua potenza forma le dolce catene, ed immedesima e trasforma Dio e la creatura, in modo che Dio si sente rifatto nella creatura, ed essa si sente rifatta in Dio. Oh! Volontà mia, quanto sei ammirabile e potente, stende le tue dolce catene e lega Dio e le creature, affinché tutti mi ritornano nel mio seno divino”.