Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Non ti perdere di coraggio se ti tocca lavorare molto e raccogliere poco (...). Se pensassi quanto costa un'anima sola a Gesù, non faresti lamento alcuno. (San Pio da Pietrelcina)

29-10 Aprile 2, 1931 Come quello che tiene di più prezioso la creatura è la volontà. Potenza delle pene volontarie. Il puntello. Come si accende la fiammella nell’anima e come si alimenta.


(1) Il mio abbandono continua nel Santo Volere, ma per quanto abbandonata, sento al vivo le mie ripugnanze nel cadere nello stato delle mie solite sofferenze, e queste ripugnanze sono causate dalle lotte e dalle imposizioni che ci sono sopra di me. Onde nell’amarezza dell’anima mia dicevo al mio dolce Gesù: “Amor mio, vuoi farmi cadere nelle sofferenze, fallo pure, ma da me non voglio mettere la mia volontà, lo farai Tu, sarò contenta, ma da me non ci voglio mettere nulla”. E Gesù tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che ne faccio delle tue pene senza della tua volontà? Non ho che farne né potranno servirmi a disarmare la Divina Giustizia, né a placare il mio giusto sdegno, perché quello che di più bello e di più prezioso tiene la creatura, è la volontà, essa è l’oro, tutto il resto di essa sono cose superficiali, cose senza sostanza, e le stesse pene senza valore. Invece se scorre il filo d’oro della volontà spontanea nelle pene, ha virtù di cambiarle in oro purissimo, degne di Colui che tutto volontariamente soffrì, e anche la stessa morte per amore delle creature. Se Io volessi pene senza volontà, ce ne sono tante abbondante nel mondo, che quando ne voglio ne potrei prendere, ma siccome manca il filo d’oro della loro volontà, non sono per Me, non mi attirano, non mi feriscono il cuore né trovo l’eco delle mie pene volontarie in esse, quindi non hanno virtù di cambiare i flagelli in grazia. Quindi le pene senza volontà sono svuotate di dentro, senza pienezza di grazia, senza bellezza, senza potenza sopra del mio divino cuore, basta un quarto d’ora di pene volontarie per supplire e sorpassare a tutte le pene più atroci che ci sono nel mondo, perché queste sono nell’ordine umano, le volontarie sono nell’ordine divino. E poi, della piccola figlia del mio Volere, non accetterei mai le sue pene senza la spontaneità della sua volontà; era questa che ti rendeva bella e aggraziata al mio cospetto, che apriva la corrente delle mie manifestazioni sulla mia Divina Volontà, e che con forza magnetica mi tirava a fare le mie visite così spesso all’anima tua. La tua volontà sacrificata volontariamente per amor mio, era il mio sorriso, il mio trastullo, e aveva virtù di cambiare i miei dolori in gioie. Quindi mi contenterò piuttosto di tenere solo per Me le pene, anziché farti soffrire senza l’accettazione spontanea della tua volontà. Oh! come ti degraderesti e scenderesti nel basso dei figli dell’umano volere, perdendo il nobile titolo, la preziosa caratteristica di figlia della mia Volontà. Nella mia Volontà non esiste lo sforzo, difatti, nessuno la sforzò nel creare il cielo, il sole, la terra, lo stesso uomo, ma fece volontaria senza che nessuno le dicesse nulla, per amore delle creature; eppure sapeva quanto ne doveva soffrire per causa loro, così voglio chi vuol vivere di mia Volontà; lo sforzo è della natura umana, lo sforzo è impotenza, è mutabilità, lo sforzo è il vero carattere dell’umana volontà. Perciò sii attenta figlia buona, non cambiamo le cose e non mi voler dare questo dolore al mio cuore troppo amareggiato”.

(3) Ond’io nella mia amarezza ho detto: “Mio Gesù, eppure quelli che stanno sopra di me mi dicono: come può essere mai possibile, per quattro, cinque persone che hanno voluto fare il male doveva mandare tanti castighi? Piuttosto che Nostro Signore ha ragione, che i peccati sono assai e perciò i flagelli, e tant’altre cose che dicono e che tu sai”. E Gesù tutto bontà ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, come s’ingannano, non è per il peccato dei quattro o cinque che con tanta perfidia hanno giunto fino alle calunnie, questi saranno puniti individualmente, ma è il puntello che mi hanno tolto, le tue sofferenze mi servivano di puntello, toltomi il puntello la mia Giustizia non trova chi la sostiene e rimanendo senza appoggio ha fatto piovere nel tempo che tu sei stata libera dalle tue solite pene flagelli continui e terribili. Invece se ci fosse stato il puntello, anche a succedere sarebbero stato la decima, la quinta parte. Molto più che questo puntello era formato di pene volontarie e voluto da Me, e nelle pene volontarie ci entra una Forza divina, potevo dire che Io stesso nelle tue pene mi facevo puntello per sostenere la mia Giustizia, ora mancandomi le tue pene mi manca la materia per formare il puntello, e quindi la mia giustizia resta libera di fare quello che vuole. Da ciò dovrebbero comprendere il gran bene che ho fatto a tutti e al mondo intero nel tenerti per sì lunghi anni nello stato di pene volontarie. Perciò se non vuoi che la mia Giustizia continui a sconquassare la terra, non mi negare le tue pene volontarie, ed Io ti aiuterò; non temere, lasciami fare”.

(5) Dopo di ciò mi sono tutta abbandonata nel Fiat Divino, col timore che io potesse negare qualche cosa a Gesù e di poter mancare di fare sempre la Divina Volontà. Questo timore mi strappa l’anima e mi rende irrequieta, e solo alla presenza di Gesù mi sento la paciera d’una volta, ma come lo perdo di vista ritorno sotto alla tempesta dei timori, delle paure e ripugnanze, ed il mio dolce Gesù per sollevarmi ha soggiunto:

(6) “Figlia buona, coraggio, sollevati, non ti abbattere; vuoi tu conoscere come si forma la Luce della mia Divina Volontà nell’anima tua? I ripetuti desideri sono come tanti soffi che soffiando sull’anima tua chiamano la fiammella, le goccioline di luce ad accendersi dentro di essa, e quanto più intensamente desideri, tanto più soffia per alimentare la fiammella ed ingrandirla di più, se cessa il soffio c’è pericolo che la fiammella si smorza. Sicché per formare e accendere la fiammella ci vogliono i desideri veri ed incessanti, e per maturare ed ingrandire la luce si vuole l’amore che contiene il germe della luce, invano soffieresti coi tuoi desideri se mancasse la materia accendibile sopra dei tuoi soffi ripetuti. Ma chi mette al sicuro questa fiammella in modo da renderla imperitura, senza pericolo di smorzarsi? Gli atti fatti nella mia Divina Volontà, essi prendono la materia di accendere la fiammella dalla nostra luce eterna, che non è soggetta a smorzarsi, e la mantengono sempre viva e sempre crescente, e la volontà umana innanzi a questa luce si eclissa e diventa cieca, e vedendosi cieca non sente più il diritto d’agire e dà la pace alla povera creatura. Perciò non temere, ti aiuterò Io a soffiare, soffieremo insieme, così la fiammella sarà più bella e più fulgida”.