Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

La parabola del Figlio prodigo parla dell'amore del Padre. Il Padre sa che l'amore non si può né imporre né obbligare, perciò ci lascia liberi di andare via. E noi, come il Figlio prodigo, andiamo via da casa, ci allontaniamo dal Padre. Alla vita preferiamo la non vita, all'amore l'egoismo. E ne facciamo l'amara esperienza. Per fortuna, le cose non erano come avremmo desiderato noi, e al posto del pane abbiamo trovato ghiande, al posto del godimento la sofferenza. C'è da stupirsi di tutto ciò? C'è da restare sorpresi se tutto si mette contro? No. Direi che le stesse cose sono più intelligenti di noi e cercano di aiutarci mentre noi ci stiamo rovinando. Chi sa se il Padre poi non mette del Suo per avvelenarmi l'esilio? Penso proprio di sì. Il Suo amore Lo spinge a rendere amara la mia fuga, perché non sopporta che io resti lontano da Lui. Mi lascia libero di partire, ma organizza le cose in modo tale da obbligarmi a tornare. Se io amassi davvero, farei lo stesso. Per chi ama, la separazione è il male peggiore. Padre, vienimi a cercare ogni volta che mi allontano da Te. (Don Nikola Vucic)

26-25 Agosto 3, 1929 Quando Iddio decide di far opere che devono servire a tutti, nella sua foga d’amore mette tutti da parte. Come l’Essere Supremo possiede la vena inesauribile.


(1) Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino, me lo sento come accentrato sulla mia piccola esistenza, sento la sua immensità, la sua potenza, la sua forza creatrice e rapitrice, che coinvolgendomi dappertutto, non mi è dato di potergli resistere, ma mi sento felice di questa mia debolezza, e volontariamente voglio essere debole per sentire tutta la potenza del Volere Divino sopra la mia piccolezza. Ma mentre mi sentivo inabissata in Esso, il mio dolce Gesù, facendosi sentire e vedere mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la nostra Divinità, quando si decide di fare opere universali, l’anima che viene eletta come prima, alla quale affidiamo un’opera che deve servire al bene di tutti, è tanta la foga del nostro amore, che mettiamo tutto e tutti da parte, come se nessun’altro esistesse, e accentriamo tutto il nostro Essere Divino sopra di lei e le diamo tanto del nostro, fino a formare mari intorno a lei e affogarla di tutti i nostri beni, e vogliamo tanto dare, perché la foga del nostro amore ci porta a non mai arrestarci, per vedere in essa la nostra opera compiuta, per mezzo della quale tutto e tutti possono godere e prendere i beni universali che la nostra opera racchiude. Con ciò, non che non vediamo ciò che fanno le altre creature, perché la nostra onniveggenza ed immensità nulla ci nasconde, siamo a giorno di tutto, e da Noi parte la vita e aiuti a tutti, ma agiamo in modo, e ci comportiamo come se null’altro esistesse. Così agimmo nella Creazione, dopo d’aver formato cieli, soli, terra, ordinando tutto con armonia e magnificenza tale da far stordire, nel creare l’uomo ci accentrammo sopra di lui, e fu tanta la foga del nostro amore, rigurgitò sì forte, che formando velo in torno a Noi ci fece scomparire tutto, mentre tutto vedevamo, e ci occupammo solo dell’uomo; che cosa non versammo in lui? Tutto. Se nella Creazione ci fu la magnificenza e bellezza delle nostre opere, nell’uomo ci fu non solo l’accentramento di tutte le nostre opere fuse in lui, ma quello ch’è più, l’insediamento della nostra Vita. Il nostro amore rigurgitava, non si dava posa, voleva sempre dare perché vedeva in lui tutte le umane generazioni. Così agimmo nella Regina del Cielo, tutto fu messo da parte, tutto il male delle altre creature e ci occupammo solo di Lei, e versammo tanto che fu la piena di grazia, perché doveva essere la Madre universale, e causa della Redenzione di tutti; così stiamo agendo con te, per il regno del nostro Voler Divino stiamo facendo come se null’altro esistesse, se volessimo guardare ciò che fanno le altre creature, i mali che commettono, le ingratitudini, il regno del nostro Volere starebbe sempre in Cielo, non solo, ma neppure ci sentiremmo disposti a dire una sola verità del nostro Fiat Supremo. Ma il nostro amore, formando il suo velo d’amore a tutti i mali delle creature ci mette tutto da parte, e rigurgitando forte, non solo ci fa parlare di Esso, ma è quello che più ci fa decidere di dare il gran dono del regno del nostro Fiat alle creature. Quando il nostro amore s’incaponisce, sembra che non ragiona e vuol vincere a via d’amore, non di ragione, perciò come se nulla guardasse e sentisse, a qualunque costo vuol dare ciò che ha deciso. Ecco perciò non risparmia nulla e tutto si sviscera sulla creatura che viene eletta per il gran bene universale che deve discendere a pro di tutte le umane generazioni. Ecco perciò la causa del tanto darti e dirti, sono foghe del nostro amore che nulla vuole risparmiare, tutto vuol dare purché il regno della nostra Divina Volontà regni sulla terra”.

(3) Onde la mia mente continuava a pensare a tante cose sulla Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, il nostro Essere Supremo è vena inesauribile, non esauriamo mai, né possiamo dire abbiamo finito di dare, perché per quanto diamo, teniamo sempre da dare, e mentre diamo un bene, un’altro ne sorge per mettersi in via per darsi alle creature; ma per quanto siamo inesauribili, non diamo i nostri beni, le nostre grazie, né diciamo le nostre verità a chi non è disposta, a chi non fa attenzione ad ascoltarci per imparare le nostre lezioni sublimi, e modellare la sua vita a secondo dei nostri insegnamenti, in modo da vedere scritto in lei i nostri insegnamenti, e arricchita dei nostri doni, se ciò non vediamo, i nostri doni non si partono da Noi, né la nostra voce giunge all’udito della creatura, e se qualche cosa sente, è come di voce che viene da lontano, che non le riesce di comprendere chiaramente ciò che Noi vogliamo dirle. Perciò la nostra vena inesauribile resta arrestata dalle indisposizioni delle creature. Ma sai tu chi dà le vere disposizioni all’anima? La nostra Divina Volontà. Essa la svuota di tutto, la riordina, la dispone in modo mirabile, in modo che la nostra vena inesauribile non cessa mai di dare, e di farle sentire le sue lezioni sublimi. Perciò fatti dominare sempre dal mio Fiat Divino, e la nostra vena inesauribile non cesserà mai di riversarsi sopra di te, e Noi avremo il contento di far sorgere dal nostro Essere Divino nuove grazie, nuovi doni e lezioni non mai ascoltate”.