Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

La pienezza del nostro cuore la si rivela nelle opere: come tratto quel lebbroso, come tratto quell'a­gonizzante, come tratto i senza tetto... Talvolta è più difficile operare con la gente per la strada che con i nostri assistiti nelle case per incurabili, poiché chi sta per morire è in pace, in attesa, è pronto ad andare da Dio. Puoi toccare il malato, puoi toccare il lebbroso e credere che è il corpo di Cristo che stai toccando, ma è molto più difficile quando queste persone sono ubria­che o stanno imprecando pensare che sono Gesù cela­to dietro la maschera della sofferenza. Come devono essere pulite e amorose le nostre mani perché sappia­no porgere la compassione anche a queste persone! (Madre Teresa di Calcutta)

23-23 Dicembre 18, 1927 Come la Vergine possedeva il regno del Fiat Divino. Come si tuffarono le luci e potette concepire. Come Gesù, da dentro il velo della sua Umanità, come sole che sorge andava rintracciando tutte le creature. Come ogni manifestazione Divina è un compromesso che fa Dio alle creature.


(1) Stavo pensando al grande amore quando il mio Sommo Bene Gesù s’incarnò nel seno dell’altezza della Sovrana Signora, e come una creatura, sebbene santa e senza macchia alcuna, poteva contenere un Dio, ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Mamma Celeste possedeva la mia Volontà, n’era talmente piena che rigurgitava di luce, ma tanto, che le sue onde di luce s’innalzavano fin nel seno della nostra Divinità, e facendosi vincitrice con la potenza del nostro Voler Divino che possedeva, vinse il Padre Celeste e nella sua luce rapì la luce del Verbo, e lo fece discendere fin nel suo seno nella stessa luce che s’era formata in virtù della mia Volontà Divina; mai potevo scendere dal Cielo se non trovavo in Lei la nostra stessa luce, la nostra stessa Volontà regnante in Lei, se ciò non fosse, sarebbe scendere fin dal primo momento in casa estranea, invece Io dovevo scendere in casa mia, dovevo trovare dove dovevo scendere la mia luce, il mio Cielo, le mie gioie senza numero, e la Sovrana Celeste col possedere la mia Volontà Divina mi preparò questo soggiorno, questo cielo niente dissimile dalla patria celeste; non è forse la mia Volontà che forma il Paradiso di tutti i beati? Onde come la luce del mio Fiat mi tirò nel suo seno, e la luce del Verbo discese, le luci si tuffarono insieme, e la Vergine pura, Regina e Madre, con poche gocce di sangue che fece scorrere dal suo cuore ardente, formò il velo della mia Umanità intorno alla luce del Verbo, la racchiuse dentro, ma la mia luce era immensa, e mentre la mia Mamma Divina racchiuse la sua sfera dentro del velo della mia Umanità che mi formò, non potette contenere i raggi, essi straripavano fuori e più che sole, che dall’altezza della sua sfera quando sorge spande i suoi raggi sulla terra per rintracciare le piante, i fiori, il mare, le creature tutte per dare a tutti gli effetti che contiene la sua luce e come trionfante dall’altezza della sua sfera guarda il bene che fa e la vita che infonde in ciascuna cosa che investe, così feci Io, più che sole che sorge, da dentro il velo della mia Umanità i raggi che straripavano fuori andavano rintracciando tutte le creature, per dare a ciascuna la mia Vita ed i beni che avevo venuto a portare sulla terra. Questi raggi da dentro la mia sfera battevano ad ogni cuore, picchiavano forte per dirgli: “Apritemi, prendete la vita che sono venuto a portarvi”. Questo mio sole non tramonta mai, e continua ancora a fare la sua via spandendo i suoi raggi, picchiando e ripicchiando il cuore, la volontà, le menti delle creature per dare la mia Vita, ma quanti mi chiudono le porte e giungono a ridersi della mia luce? Ma è tanto il mio amore, che con tutto ciò non mi ritiro, continuo il mio sorgere continuo, per dar vita alle creature”.

(3) Dopo di ciò stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, ogni profezia che facevo ai miei profeti della mia venuta sulla terra, era come un compromesso che facevo alle creature di venire in mezzo a loro, ed i profeti, manifestandole, disponevano i popoli a desiderare e volere un tanto bene, ed essi nel riceverle queste profezie, ricevevano il deposito del compromesso, e a secondo che andavo manifestando il tempo ed il luogo della mia nascita, così andavo aumentando la caparra del compromesso. Così sto facendo del regno della mia Volontà, ogni manifestazione che faccio che riguarda il mio Fiat Divino, è un compromesso che faccio, ogni sua conoscenza è una caparra di più che aggiungo, e se faccio i miei compromessi è segno che come venne il regno della Redenzione, così verrà il regno della mia Volontà. Le mie parole sono Vite che metto fuori di Me, e la vita deve avere il suo soggiorno e produrre i suoi effetti; credi tu che sia cosa da nulla una manifestazione di più o una di meno? E’ un compromesso di più che fa un Dio, ed i nostri compromessi non possono andar perduti, e quanti più compromessi facciamo, tanto più è vicino il tempo di realizzare i nostri compromessi e di metterli tutti al sicuro. Perciò richiedo da te somma attenzione, e che nulla ti facessi sfuggire, altrimenti ti faresti sfuggire un compromesso divino, che porterebbe delle conseguenze”.