20-21 Novembre 4, 1926 Come la Vergine Santissima fu copia fedele del suo Creatore e di tutta la Creazione. Come la Volontà Divina tiene la virtù di cambiare in mare le gocce d’acqua. La Divina Volontà velata nelle cose create.

(1) Il mio stato continuo nel Voler Supremo, a pregare la Mamma mia Regina che mi aiutasse ad impetrare questo regno dell’Eterno Fiat ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la copia più perfetta dei figli del regno del mio Volere, fu la mia Mamma Celeste e perché ebbe la prima figlia in Esso, potette venire la Redenzione, altrimenti se non avessimo avuto la prima figlia della nostra Volontà, mai Io Verbo Eterno, sarei sceso dal Cielo, non mi sarei mai servito, né fidato di figli estranei alla nostra Volontà per scendere sulla terra. Sicché vedi, ci voleva una figlia della nostra Volontà per venire il regno della Redenzione e siccome fu figlia del regno dell’Eterno Fiat, fu copia fedele del suo Creatore e copia perfetta di tutta la Creazione. Lei doveva racchiudere tutti gli atti della Volontà Suprema che esercita in tutte le cose create, e siccome teneva la supremazia e la sovranità su tutta la Creazione, doveva racchiudere in Sé il cielo, le stelle, il sole e tutto per poter trovare nella sua Sovranità la copia del cielo, del sole, del mare e anche la terra tutta fiorita. Sicché guardare la Mamma mia, si vedevano in Lei portenti non mai visti, si vedeva cielo, si vedeva sole fulgidissimo, si vedeva mare tersissimo in cui ci specchiavamo per vedere la figlia nostra, si vedeva terra primaverile, sempre fiorita, che attirava il Celeste Artefice a fare le sue passeggiate. Oh! com’era bella la Sovrana Celeste, nel vedere in Lei non solo la copia nostra, ma tutte le opere nostre in Lei racchiuse e questo perché racchiudeva in Essa la nostra Volontà. Ora per venire il regno del Fiat Supremo, ci voleva un’altra figlia della nostra Volontà, perché se non fosse figlia sua, non poteva affidare né i suoi segreti, né i suoi dolori, né le sue conoscenze, i suoi prodigi, la sua santità, i suoi domini. Come un padre, una madre gode di far conoscere ai loro figli i loro beni e fargli possedere, anzi vorrebbero tenere di più, per fargli più ricchi e felici, così la mia Volontà gode di far conoscere i suoi beni ai suoi figli, per farli ricchi e felici d’una felicità senza fine. Ora nel regno del Fiat Supremo avremo le copie della Sovrana Regina, sicché anche Lei sospira, aspetta questo regno Divino sulla terra, per avere le sue copie. Che bel regno, ché sarà regno di luce, di ricchezze infinite, regno di perfetta santità e di dominio, i figli nostri di questo regno, saranno tutti re e regine, saranno tutti appartenenti alla famiglia Divina e reale, racchiuderanno in loro tutta la Creazione, avranno le similitudini, la fisionomia del nostro Padre Celeste e perciò saranno il compimento della nostra gloria e la corona del nostro capo”.
(3) Onde son rimasta a pensare a ciò che Gesù mi aveva detto e pensavo tra me: “La Mamma mia, prima che conoscesse che doveva essere Madre del Verbo, non aveva pena, né dolore, molto più che vivendo nei confini del Voler Supremo era felice, quindi ai tanti mari che possedeva, le mancava il mare delle pene, eppure senza questo mare del dolore, impetrò il sospirato Redentore. E Gesù riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la mia cara Mamma anche prima che conoscesse che doveva essere Madre mia, aveva il suo mare di dolore e questo mare era la pena delle offese del suo Creatore, oh! come si doleva e poi, questa sua pena era animata da una Volontà Divina che possedeva, che contiene la virtù della sorgente e tutto ciò che si fa in Essa, tiene virtù di cambiare le più piccole cose, le gocce d’acqua in mare interminabile. La mia Volontà non sa fare cose piccole, ma tutte grandi, tanto vero che bastò solo aprire la bocca per dire Fiat per stendere un cielo che non si veggono i confini, un Fiat per formare un sole che riempie di luce tutta la Terra e tante altre cose; questo dice a chiare note che se la mia Volontà opera o investe un atomo, un piccolo atto, quell’atomo, quel piccolo atto diventa mare e se scende nel fare le cose piccole, supplisce con la sua virtù rigeneratrice di farne tante di numero, che l’uomo non può giungere a numerarli tutti. Chi può giungere a numerare quanti pesci e quante specie stanno nel mare? Quanti uccelli e quante piante riempiscono la terra? Quindi il piccolo ti amo nella mia Volontà diventa mare d’amore, la piccola preghiera si cambia in mare di preghiera, il ti adoro in mare d’adorazione, le piccole pene in mare di pene e se l’anima ripete nel mio Volere il suo ti amo, la sua adorazione, preghiere, e soffre in Esso, il mio Volere sorge, forma le onde altissime d’amore, di preghiere e di pene, le quali vanno a scaricare nel mare interminabile dell’Eterno, in modo da mettere in comune l’amore di Dio e quello della creatura, perché una è la Volontà dell’uno e dell’altra. Perciò chi si fa dominare dalla mia Volontà possiede tanti mari per quanti atti fa in Essa e mentre fa poco tiene molto, tiene un Voler Divino che si diletta di fare del piccolo atto della creatura un mare e solo con questi mari può impetrare il sospirato regno del Fiat Divino, perciò ci voleva la nostra neonata, la piccola figlia del mio Volere che convertendo le sue piccole pene, il suo ti amo e tutto ciò che fa, in mari che si comunicano col mare dell’Eterno, può avere ascendenza d’impetrare il regno della mia Volontà”.
(5) Dopo ciò pensavo tra me: “Il mio dolce Gesù quando parla del suo Volere tocca sempre in gran parte la Creazione, come sarà? ” E Gesù muovendosi di nuovo mi ha detto:
(6) “Figlia mia, chi deve vivere nel regno del Fiat Supremo, deve avere per suo principio la sua origine e tutto ciò che ha fatto la mia Volontà per amor suo, e che sta facendo, perché non si ama la mia Volontà perché non si conosce. Ora la Creazione è la vita parlante della mia Volontà, in tutte le cose create Essa sta nascosta come una nobile Regina, che per uscire vuol essere conosciuta, la conoscenza romperà il velo che la nasconde, per uscire a regnare in mezzo ai suoi figli. E chi più che la Creazione può far conoscere, ché da tutti viene guardata, toccata, con un atto sempre presente ciò che fa la mia Volontà per Amore delle creature? Guarda figlia mia, l’amore sviscerato di questa nobile Regina. Essa giunge a velarsi di terra per renderla ferma, affinché l’uomo possa sicuro camminarvi di sopra e mentre cammina sopra il velo di terra che la nasconde, gli prende le piante dei piedi fra le sue manine nobili e regali, perché l’uomo non vacilli, per dargli il passo fermo, e mentre si stringe al suo nobile seno per mezzo della madre terra le piante dell’uomo, Essa vorrebbe uscire, vorrebbe svelarsi dal velo di terra che la copre, ma l’uomo gli cammina sopra senza farle neppure attenzione per vedere chi gli sostiene il passo, chi gli mantiene quella gran massa di terra così ferma per fare che lui non vacilli. E la nobile Regina continua a starsi velata di terra e aspetta con una pazienza indicibile, che solo una Volontà Divina può possedere, che fosse riconosciuta, per farsi amare e dirle la sua lunga storia, che cosa ha fatto per amore dell’uomo velata da questa terra. Ed è tanto il suo Amore, che molte volte sente la necessità di rompere quel velo di terra che la copre e facendo uso del suo dominio scuote la terra e nasconde nel suo seno, col suo impero, città e genti, affinché l’uomo conosca che dentro di quella terra, sotto dei suoi piedi, c’è una Volontà imperante e dominante, che ama e non è amata e dolente si scuote per farsi conoscere. Nel Vangelo si legge con meraviglia quand’Io prostrato ai piedi dei miei apostoli gli lavai i piedi e non passai avanti neppure il perfido Giuda, quest’atto, certo molto umile ed indicibile tenerezza, che la Chiesa ne fa memoria, ma fu una sol volta che Io feci quest’atto. Invece la mia Volontà scende più nel basso, si mette sotto dei piedi con un atto continuato per sostenerli, per rendere la terra ferma, affinché non precipitino nell’abisso, eppure nessuna attenzione. E la nobile Regina aspetta con pazienza invitta, velata per tanti secoli in tutte le cose create, che la sua Volontà sia conosciuta e quando sarà conosciuta romperà i tanti veli che la nascondono e farà conoscere che cosa ha fatto per tanti secoli per amor dell’uomo, dirà cose inaudite, eccessi d’amore non mai pensati da nessuno. Ecco perciò parlandoti della mia Volontà ti parlo spesso della Creazione, perché Essa è vita di tutte le cose create e per mezzo di esse da vita a tutti e questa vita vuol essere conosciuta per venire il regno dell’Eterno Fiat. Dovunque la mia Volontà è velata: E’ velata nel vento e da dentro quei veli gli porta la sua refrigerante freschezza, come carezzandolo ed il suo alito rigeneratore per rigenerarlo continuamente a nuova vita sempre crescente di grazia, e la nobile Regina velata nel vento si sente respingere le sue carezze in offese e la sua freschezza in ardori di passioni umane, ed il suo alito rigeneratore in ricambio di alito mortale alla sua grazia, ed Essa scuote i suoi veli ed il vento si cambia in furore, e con la sua impetuosità trascina gente, città, e regioni, come se fossero piume, facendo conoscere la potenza della nobile Regina che nasconda nel vento. Non c’è cosa creata dove la mia Volontà non è velata e perciò tutte aspettano che sia conosciuta e che venga il regno del Fiat Supremo ed il suo pieno trionfo”.