Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Filippo fu sempre tra le occasioni maggiori al male. Le sue prime reclute le aveva cercate tra i grandi peccatori, sodomiti e usurai dei banchi. Aveva tuttavia sempre rifuggito l'apostolato tra le peccatrici. Ma anche qui le occasioni non mancarono: anzi appunto perché le rifuggiva, alcune di queste, veri demoni incarnati, quasi reputandosi offese, cercarono tutti i modi di far cadere il Santo con assalti metodici e studiati. Una volta una certa Cesaria era riuscita a tirarlo in casa, fingendo malignamente di volersi convertire. Ma Filippo, giunto sulla stanza di costei, capì presto l'inganno, e senza attendere oltre si diede ad una fuga precipitosa. La donna rimase cosi indispettita che non trovando altro modo per vendicarsi, gli fece volare addosso uno sgabello. Aveva capito che non avrebbe più potuto raggiungerlo diversamente. (San Filippo Neri)

17-5 Luglio 16, 1924 Come nel creare l’uomo, Dio infuse l’anima col suo alito, volendogli infondere la parte più intima del suo interno qual è la sua Volontà, ora volendo disporlo di nuovo a ricevere questa sua Volontà, è necessario che ritorni di nuovo ad alitarlo.


(1) Continuando il mio solito stato, il mio adorabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il Creatore va in cerca della creatura per deporre nel suo grembo i beni che Lui ha uscito fuori nella Creazione, e perciò dispone sempre in tutti i secoli che ci siano anime che vadano solo in cerca di Lui, affinché deponga i suoi beni in chi lo cerca e vuole ricevere i suoi doni. Sicché il Creatore si muove dal Cielo e la creatura si muove dalla terra per incontrarsi: L’Uno per dare, l’altra per ricevere. Sento tutta la necessita di dare; preparare i beni per darli e non avendo a chi poterli dare, e tenerli inoperosi per incorrispondenza di chi non se ne cura di volerli ricevere, è sempre una gran pena. Ma sai tu in chi posso Io deporre i beni da Me usciti nella Creazione? In chi fa sua la mia Volontà, perché Essa sola le dà la capacità, l’apprezzamento e le vere disposizioni per ricevere i doni del suo Creatore, e le somministra il ricambio, la gratitudine, il ringraziamento, l’amore che è dovuto di dare per i doni che con tanta bontà ha ricevuto. Perciò vieni insieme con Me, e giriamo insieme per la terra e per il Cielo, affinché deponga in te l’amore che ho uscito per amore delle creature in tutte le cose create, e tu mi dia il ricambio, ed insieme con Me ami tutti col mio amore, e daremo amore a tutti, saremo in due ad amare tutti, non sarò più solo”.

(3) Onde abbiamo girato da per tutto, e Gesù deponeva in me il suo amore che contenevano le cose create; ed io facendo eco al suo amore, ripetevo con Lui il ti amo di tutte le creature. Onde dopo ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, nel creare l’uomo gli infusi l’anima col mio alito, volendogli infondere la parte più intima del nostro interno, qual è la nostra Volontà, la quale gli portava insieme tutte le particelle che poteva contenere come creatura della nostra Divinità, tanto da renderlo una nostra immagine; ma l’uomo ingrato volle romperla con la nostra Volontà, e sebbene gli rimase l’anima, la volontà umana che prese posto invece della Divina lo offuscò, lo infettò, e rese tutte le particelle divine inoperose, tanto da disordinarlo tutto e contraffarlo. Ora, volendo Io disporlo di nuovo a ricevere questa mia Volontà, è necessario che Io ritorni di nuovo ad alitarlo, affinché il mio alito gli metta in fuga le tenebre, le infezioni, e renda operose le particelle della nostra Divinità, infusi in lui nel crearlo, oh! come vorrei vederlo bello, ripristinato come lo creai! E solo la mia Volontà può operare questo grande prodigio. Perciò voglio alitarti, affinché riceva questo gran bene, che la mia Volontà regni in te e ti ridoni tutti i beni, i diritti che diede nella creazione dell’uomo”.

(5) E mentre ciò diceva, avvicinandosi a me mi alitava, mi guardava, mi stringeva, e mi è scomparso.