Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Ogni giorno mi avvicino a qualche malato. Nessuno più di un sofferente sa guardarti con simpatia e fiduciosa attesa. Non è facile parlare a chi soffre. Spesso può essere anche inopportuno. Il silenzio è più adatto. Non è una visione bella quella di un malato, coi suoi movimenti stravolti, ma è stupenda la visione di chi lo assiste con amore. Spesso sento dire: "Perché il dolore? Perché tanto soffrire?" Parlare ad un malato di tumore può sembrare presunzione. Chi sono io, caro amico mio, per dirti qualsiasi cosa!? Preferisco sedermi accanto a te e col solo diritto di chi, un po' come te, ha sofferto, e ti dico: la più grande grazia che mi è capitata nella vita è stata quella di incontrare Gesù. Ho sempre dentro di me la Sua dolce presenza. Mi fido di Lui. Mi fido anche quando la fiducia è messa a dura prova dalla sofferenza. Mi fido anche quando Dio tace, quando il mio orizzonte è buio e doloroso. Non importa se sono peccatore o santo. È importante che io mi sento amato da Dio. Sarà  Lui a spiegarmi le cose che non comprendo. E se c'è il dolore nel mondo, so che Lui lo sa e saprà  trasformarlo in luce, in pace, in liberazione... perché Egli è il Padre buono che non abbandona i Suoi figli. (Don Nikola Vucic)

15-8 Febbraio 22, 1923 Timore al fingimento. Chi deve salire più in alto di tutti, deve scendere nel più basso.


(1) Mi trovavo molto angustiata col pensiero che il mio stato era una continua finzione; che colpo a cielo sereno è questo per me, mi chiama tutte le procelle, mi mette al disotto di tutti gli scellerati ed anche degli stessi dannati, anima più perversa di me non ha mai avuto esistenza sulla terra, ma quello che più mi addolora è il non poter uscire da questo stato di finzione, che confesserei la mia colpa ed a costo della mia vita non lo farei più, Gesù che è tanto buono, nella sua infinita misericordia perdonerebbe a quest’anima più scellerata di tutte. Onde dopo aver passato una di queste procelle, il mio sempre amabile Gesù si è fatto vedere, ed io gli ho detto:

(2) “Amato mio Gesù, che brutto pensiero è questo, deh! non permettere che esista in me la finzione, mandami la morte piuttosto che offenderti col vizio più brutto qual è la finzione, questo mi terrorizza, mi schiaccia, mi annienta, mi strappa dalle tue dolci braccia e mi mette sotto i piedi di tutti e degli stessi dannati. Mio Gesù, Tu dici che mi ami tanto, e poi permetti questo strappo dell’anima mia da Te, come può resistere il tuo cuore a tanto mio dolore?”

(3) E Gesù: “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, chi deve salire più in alto di tutti, deve scendere nel più basso, al disotto di tutti. Della mia Madre, Regina di tutti, si dice che fu la più umile di tutti, perché doveva essere superiore a tutti, ma per essere più umile di tutti doveva scendere nel più basso, al disotto di tutti, e la mia Celeste Mamma con la cognizione che aveva del suo Dio Creatore, e chi era Lei, creatura, scendeva tanto nel basso, che come Lei scendeva così Noi l’innalzavamo, ma tanto, che non c’è nessuno che l’eguale. Così è di te; la piccola figlia del mio Volere, per darle il primato nella mia Volontà, dovendo elevarla su tutti, la faccio scendere nel più basso, al disotto di tutti, e quanto più scende tanto la innalzo e la faccio prendere posto nel Voler Divino. Oh! come mi rapisce quando chi è sopra a tutti, la veggo al disotto di tutti, Io corro, volo per prenderti nelle mie braccia, e faccio allargare i tuoi confini nella mia Volontà, perciò permetto tutto per tuo bene ed anche per compiere i miei più alti disegni su di te. Però non voglio che ci perda il tempo a ripensarci, quando ti prendo nelle mie braccia, metti subito da banda tutto, e segui il mio Volere”.