Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

"Amate i vostri nemici" - Gesù E chi sono i miei nemici? Se devo amarli, pregare per loro e benedirli, ho pure il dovere di conoscerli. Ecco, il primo nemico è l'altro, il diverso. Colui che non ha i miei gusti, non condivide le mie idee, perché c'è la incompatibilità  di carattere e di mentalità . L'altro nemico è l'avversario, quello che è sempre contro di me, mi critica senza motivo, mi mette i bastoni tra le ruote. Poi, l'ipocrita, il doppiogiochista. Si presenta affabile e cordiale, ma poi mi pugnala alle spalle. Insomma, una persona subdola e sleale. Infine, il persecutore; colui che di proposito mi fa del male con la calunnia, maldicenza, invidia; colui che non mi dà  tregua con la sua cattiveria, che cerca sempre di screditarmi e umiliarmi. Tutti questi nemici, e tanti altri ancora, sono da amare. L'essenziale è di non rassegnarsi che il nemico rimanga tale. Bisogna credere che l'amore è più forte del rancore, che il perdono è la grande novità , che la misericordia apre sempre una nuova via. (Don Nikola Vucic)

12-96 Marzo 22, 1919 Tutte le cose uscirono a vita dal Fiat eterno. Eccessi d’amore nella creazione dell’uomo.


(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa e vedevo tutto l’ordine delle cose create, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi che armonia, che ordine in tutte le cose create e come tutte uscirono a vita dal Fiat eterno, sicché tutto mi costò un Fiat. La più piccola stella come il fulgido e splendido sole, la più piccola pianta come il grande albero, il piccolo insetto come l’animale più grande pare che dicono tra loro: “Siamo nobili creature, la nostra origine è il Voler Eterno, tutti abbiamo l’impronta del Fiat Supremo, è vero che siamo distinti e dissimili tra noi, abbiamo diversità di uffici, di calore, di luce, ma ciò dice nulla, uno è il nostro valore: Il Fiat di un Dio. Unica la vita e la nostra conservazione: Il Fiat della Maestà Eterna”. Oh! come il creato parla eloquentemente della potenza del mio Volere e insegna che dalla cosa più grande alla più piccola, uno è il valore ché hanno vita dal Voler Divino, difatti, una stella direbbe al Sole: “E’ vero che tu hai molta luce e calore, il tuo ufficio è grande, i beni immensi; quasi la terra da te dipende, tanto che io faccio nulla al tuo confronto, ma tale ti fece il Fiat d’un Dio, sicché il nostro valore è uguale, la gloria che diamo al nostro Creatore è tutta simile”.

(3) Poi ha soggiunto con un accento più afflitto: “Non fu così nel creare l’uomo. E’ vero che la sua origine è il mio Fiat, ma non mi bastò, preso da eccesso d’amore lo alitai, volendo infondergli la mia stessa Vita, lo dotai di ragione, lo feci libero e lo costituii re di tutto il creato; ma l’uomo ingrato, come mi ha corrisposto? Tra tutto il creato, solo lui si è reso il dolore del mio cuore, la nota discordante, e poi, che dirti del mio lavorio nella santificazione delle anime? Non un solo Fiat, non uno il mio alito, ma metto a loro disposizione la mia stessa Vita, il mio amore, la mia sapienza; ma quante ripulse, quante sconfitte riceve il mio amore, ah! figlia mia, compatisci al mio duro dolore e vieni nel mio Volere a sostituirmi l’amore di tutta l’umana famiglia, per raddolcirmi il mio cuore trafitto”.