Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Nei suoi apostoli (Gesù) contempla il suo zelo e il suo amore per la salvezza delle anime; nei martiri, contempla la sua pazienza, le sue sofferenze e la sua morte dolorosa; nei solitari, egli vede la sua vita oscura e nascosta; nelle vergini, ammira la sua purezza senza macchia, e in tutti i santi, la sua carità  senza limiti, di modo che, ammirando le virtù dei santi, non facciamo altro che ammirare le virtù di Gesù Cristo. (Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney))

12-87 Febbraio 24, 1919 L’uomo, capolavoro della Potenza Creatrice.


(1) Trovandomi nel solito mio stato, il benedetto Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, niente hai detto della creazione dell’uomo, del capolavoro della potenza creatrice, dove l’Eterno, non a spruzzi, ma onde, a fiumi gettava il suo amore, la sua bellezza, la sua maestria, e preso da eccesso d’amore metteva Sé stesso come centro dell’uomo; ma Lui ne voleva una degna abitazione, che fa dunque questa Maestà increata? Crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, dal fondo del suo amore vi trae un respiro e col suo alito onnipotente vi infonde la vita, dotando l’uomo di tutte le sue qualità, proporzionate a creatura, facendolo un piccolo Dio, sicché tutto ciò che vedi nel creato era un bel nulla a confronto della creazione dell’uomo, oh! quanti cieli, stelle, soli più belli stendeva nell’anima creata, quanta varietà di bellezza, quante armonie, basta dire che mirò l’uomo creato e lo trovò tanto bello da innamorarsi, e geloso di questo suo portento, Lui stesso si fece custode e possessore dell’uomo, e disse: “Tutto ho creato per te, ti do il dominio di tutto, tutto è tuo e tu sarai tutto mio”. Tu non tutto potrai comprendere i mari d’amore, le relazioni intime e dirette, la somiglianza che corre tra Creatore e creatura, ah! figlia del cuor mio, se la creatura conoscesse quanto è bella la sua anima, quante doti divine contiene, e come tra tutte le cose create sorpassa tutto in bellezza, in potenza, in luce, tanto, che si può dire: “E’ un piccolo Dio ed un piccolo mondo che tutto in sé contiene”. Oh! come lei stessa si stimerebbe di più, e non imbratterebbe con la più leggiera colpa una bellezza sì rara, un prodigio così portentoso della potenza creatrice. Ma la creatura, quasi cieca nel conoscere sé stessa, molto più cieca nel conoscere il suo Creatore, si va imbrattando tra mille sozzure, da sfigurare l’opera del Creatore, tanto, che stentatamente si riconosce. Pensa tu stessa qual è il nostro dolore; perciò vieni nel mio Volere, ed insieme con Me vieni a sostituire per i nostri fratelli innanzi al trono dell’Eterno, per tutti gli atti che dovrebbero fare per averli creato come un prodigio d’amore della sua onnipotenza, eppure così ingrati”.

(3) In un istante ci siamo trovati innanzi a questa Maestà Suprema, ed a nome di tutti abbiamo espresso il nostro amore, il ringraziamento, l’adorazione per averci creato con tanto eccesso d’amore e dotato di tante belle qualità.