Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

La felicità  non dipende da ciò che uno ha. Stai attento ai inganni dell'avere, stai attento alle false ricchezze. Nella nostra società  consumistica ci sono delle persone che possiedono tante cose e sono così abituate al concetto dell'avere che credono di avere anche le cose che in realtà  non possono possedere, come per esempio le persone o le sicurezze... E si identificano così tanto con le cose che hanno che il solo pensiero di poter perderle fa nascere l'angoscia. Vivono chiusi come in una gabbia. Invece il Vangelo ci invita alla libertà  interiore e al distacco dalle cose. Saper essere felici con quello che si ha, è la vera ricchezza! (Don Nikola Vucic)

8-61 Gennaio 22, 1909 Quando Dio è debitore dell’anima.


(1) Stavo pensando alle tante privazioni di Nostro Signore, e che anni addietro, una volta avendo aspettato qualche ora Nostro Signore, quando venne mi lamentavo con Lui ché tanto mi aveva fatto stentare per venire, e il benedetto Gesù mi disse:

(2) “Figlia mia, quando Io ti sorprendo, prevenendo i tuoi desideri di volermi e ci vengo senza farti aspettare, tu resti debitrice a Me; ma quando ti faccio aspettare un poco e poi ci vengo, Io resto debitore a te, e ti pare poco che un Dio ti dia l’occasione d’essere tuo debitore?”

(3) E dicevo tra me: “Allora erano ore, e adesso che sono giorni, chi sa quanti debiti ha fatto con me! Credo che siano innumerevoli, perché molti ne sta facendo di questi corrivi”. Ma poi pensavo tra me: “E che mi giova avere un Dio debitore? Credo che per Gesù tanto è averlo debitore quanto essere debitrice, perché Lui in un momento può dare tanto all’anima, da equivalere e sorpassare i debiti che tiene, ecco che i debiti restano annullati”. Ma mentre ciò pensavo, il benedetto Gesù nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, tu dici sciocchezze, oltre i doni spontanei che Io dono alle anime, ci sono i doni di vincolo. Alle anime, di doni spontanei posso dare e posso non dare, resta a Me la scelta, perché nessun vincolo mi lega, ma alle anime dei doni di vincolo, come nel fatto tuo, mi sento vincolato, costretto a darle ciò che vuole, a concederle i miei doni. Immagina un signore e due persone; una di queste due persone tiene denari in mano di quel signore, l’altra no; all’uno e all’altro può dare quel signore, ma chi è più certo di ottenere in occasione di bisogno, quello che tiene i denari in mano del signore o quello che non tiene? Certo quello che tiene i denari avrà tutte le buone disposizioni, il coraggio, la fiducia per andare a chiedere ciò che è depositato nelle mani di quel signore, e se lo vedrà esitare nel dargli, gli dirà francamente: “Fate presto a darmelo, perché finalmente non ti chiedo il tuo, ma il mio”. Mentre se va quello che nulla tiene in mano di quel signore, andrà timido, senza fiducia e starà alla grazia di quello se gli vuol dare qualche aiuto; questa è la differenza che passa perché sono debitore e perché no. Se tu capissi i beni immensi che produce questo contrarre credito con Me!”

(5) Aggiungo che mentre scrivevo, pensavo tra me un’altra sciocchezza: “Quando sarò in Cielo, mio caro Gesù, sentirai stizza di avere contratto con me tanti debiti; mentre se vieni qui, restando io debitrice, Tu che sei tanto buono, nel primo incontro che faremo mi leverai tutti i debiti, ma io che sono cattiva non me la terrò, mi farò pagare anche un respiro d’aspettazione”. Ma mentre ciò pensavo, nel mio interno mi ha detto:

(6) “Figlia mia, non sentirò stizza, ma contento, perché i miei debiti sono debiti d’amore, e desidero di più essere debitore che d’averti debitrice, perché questi debiti che contraggo con te, mentre saranno debiti per Me, saranno pegni e tesori che conserverò nel mio cuore in eterno, che ti daranno il diritto d’essere amata da Me più dagli altri, e questa sarà una gioia, una gloria di più per Me, e tu avrai pagati pure il respiro, il minuto, il desiderio, il palpito; e quanto più sarai prepotente e avara nell’esigere, più mi darai gusto e più ti darò. Sei contenta così?”

(7) Io sono restata confusa e non ho saputo dire più niente.