Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Nella Festa del battesimo di Gesù vogliamo rivedere il nostro battesimo. Non basta avere il proprio nome scritto nel registro dei battezzati: quel nome deve uscire alla luce. Ricevere il battesimo è come ricevere un bel regalo. Purtroppo, qualcuno quel regalo non ha mai aperto. Ecco, abbiamo un dono ma non ne conosciamo il valore. Non sappiamo quanto siamo ricchi. Siamo figli di Dio, ma non lo sappiamo. Allora vogliamo riscoprire il nostro battesimo. Vogliamo risvegliare lo Spirito Santo che giace nel nostro profondo, come il fuoco sepolto sotto la cenere che va riacceso affinché possa riscaldare la vita spirituale spesso tetra, triste e spenta. Basterebbe soffiare un po' sulla brace per ravvivare quel Fuoco. (Don Nikola Vucic)

8-18 Novembre 21, 1907 Amore e unione che passa tra Creatore e creatura.


(1) Continuando il mio solito stato, stavo unendomi con Nostro Signore, facendo uno solo il suo pensiero, il palpito, il respiro e tutti i suoi movimenti coi miei, e poi mettevo l’intenzione d’andare da tutte le creature, per dare a tutti tutto questo, e siccome stavo unita a Gesù nell’Orto degli ulivi, davo ancora a tutti ed a ciascuno, ed anche alle anime purganti, le sue gocce di sangue, le sue preghiere, le sue pene e tutto il bene che Lui fece, acciocché tutti i respiri, i movimenti, i palpiti delle creature, restassero riparati, purificati, divinizzati, e la fonte d’ogni bene, quale sono le sue pene, per tutti i loro rimedi. Mentre ciò facevo, il benedetto Gesù nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, con queste tue intenzioni mi ferisci continuamente, e siccome le fai spesso, una freccia non aspetta l’altra, e sempre nuovamente resto ferito”.

(3) Ed io ho detto: “Come può essere possibile che resti ferito, e ti nascondi e mi fai tanto penare nell’aspettare la tua venuta? Queste sono le ferite, questo il bene che mi vuoi?”

(4) E Lui: “Anzi ho detto niente a tutto ciò che dovrei dirti, e l’anima stessa non può comprendere mentre è viatrice tutto il bene e l’amore che passa tra le creature e il Creatore, ché il suo operare, il dire, il soffrire, è tutto nella mia vita; ché solo facendo così può disporre a bene di tutti. Ti dico solo che ogni tuo pensiero, palpito e movimento, ogni tuo membro, qualunque tuo osso sofferente, sono tante luci che escono da te, che toccandomi le disciolgo a bene di tutti, ed Io te ne rimando triplicate tante altre luci di grazia, ed in Cielo te le darò di gloria. Basta dirti che è tanta l’unione, la strettezza che passa, che il Creatore è l’organo, la creatura il suono; il Creatore il sole, la creatura i raggi; il Creatore il fiore, la creatura l’odore, può stare forse l’uno senza dell’altro? No, certo. Credi tu che non tengo conto di tutto il tuo lavoro interno e delle tue pene? Come posso dimenticarle se escono da Me stesso, e sono una sola cosa con Me? Aggiungo ancora che ogniqualvolta si fa memoria della mia Passione, essendo un tesoro esposto a bene di tutti, è come si mettesse al banco per moltiplicarlo e distribuirlo a bene di tutti”.